I meccanismi di inibizione, dalle teorie alle pratiche
Relatore: Alessandro Antonietti, alessandro.antonietti@unicatt.it
Psicologo, Preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione (SPAEE)
Le funzioni esecutive, deficitarie nelle persone con ADHD: Secondo modelli recenti delle funzioni esecutive, tra queste vi è l’inibizione. Si distingue tra inibizione dello stimolo (capacità di escludere dall’elaborazione cognitiva le sollecitazioni ambientali irrilevanti o non pertinenti) e inibizione della risposta (capacità di bloccare i comportamenti non adeguati). Con alcuni colleghi abbiamo più precisamente distinto (1) l’inibizione di risposte innescate automaticamente dagli stimoli in funzione delle loro caratteristiche fisiche; (2) il blocco di una risposta impulsiva non funzionale elicitata emotivamente; (3) l’arresto, consapevole e inconsapevole, di procedimenti di ragionamento immediatamente suggeriti dalla situazione (Antonietti, Cancer, Colautti e Iannello, in stampa). Tutte e tre le forme di inibizione della risposta si sono rivelate predittori di comportamenti promuoventi il benessere dell’individuo, e quindi è evidente il loro ruolo nell’adattamento negli attuali contesti di cura della salute.
Come può essere potenziata l’inibizione in caso di difficoltà nel gestirla (ADHD)? L’attuale sperimentazione prevede tre modalità: 1) intervento a base musicale; 2) utilizzo di serious game (videogioco-Antonyms) dove è chiesto di compiere l’azione opposta a quella spontanea; 3) neuromodulazione: stimolazione, attraverso flussi di corrente elettrica di bassissima intensità (tDCS), di aree corticali collegate alle funzioni esecutive (indicata come uno dei possibili trattamenti dell’ADHD).
Buona visione del video di “I meccanismi di inibizione, dalle teorie alle pratiche”:
https://youtu.be/ucDmJe86mNc
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