Vorremmo raccontare l’esperienza che abbiamo vissuto con l’utilizzo del Ritalin su nostro figlio di 6 anni, perché speriamo, così, di poter essere d’aiuto ad altre famiglie.
Il Ritalin ha recuperato drasticamente il nostro bambino, portandolo alla “normalità” ed evitando un sicuro ritardo nel suo sviluppo psico-fisico e motorio. L’ iperattività si è mostrata all’età di 3 anni. Il livello della malattia ha avuto un incremento tale da comprometterne la scolarità (all’asilo passava intere giornate in castigo), favorire l’isolamento dal gruppo degli altri bambini (li disturbava di continuo) e determinare l’esclusione da ogni attività sportiva (è stato “cacciato” dalla scuola di judo, di tennis, da quella di nuoto). Un iter di questo tipo ci stava portando molto velocemente ad una situazione di handicap, visto il progressivo e veloce allargarsi di una forbice nello sviluppo psicomotorio di nostro figlio rispetto ai suoi coetanei. Inoltre, la patologia stava cominciando ad interferire sulla psiche stessa del bambino che, riconoscendo la propria incapacità a svolgere le normali attività svolte dai suoi coetanei, cominciava a deprimersi e a riconoscersi in un modello negativo con distruzione della propria autostima (diceva cose del tipo “sono cattivo”, “non sono capace”, “non posso farlo”…).
Riconoscere la patologia, identificare il miglior trattamento è stato un iter lungo e difficile visto che in Italia il disturbo è poco riconosciuto come tale, e soprattutto trattato impropriamente. In due anni il Sistema Sanitario Nazionale ci ha offerto un panorama di rimedi inefficaci, costosi, frustranti per la loro inadeguatezza e assoluta mancanza di risposta nei confronti del problema: siamo passati dalla psicomotricità alla logopedia, fino al trattamento psicoanalitico congiunto di tutto il nucleo familiare.
Uno psichiatra riconoscendo che il farmaco d’elezione sarebbe stato il Ritalin ma non potendo prescriverlo, ci ha indicato una terapia a base di un antidepressivo rivelatosi inutile. Da allora la mia ricerca su Internet e il vostro sito. Dall’analisi delle esperienze vissute da altri genitori, ci siamo convinti che il Ritalin sarebbe stata la soluzione ottimale. Consci dei limiti del farmaco e dei possibile effetti collaterali è partita la ricerca che si è poi conclusa felicemente con l’incontro fortuito con un medico esperto. Il bambino è così in terapia con Ritalin dal dicembre 2000 ed ha una risposta terapeutica con 5 mg di Ritalin, somministrazione che ripetiamo 2-3 volte al giorno a seconda del livello di attenzione richiesto dalle attività da svolgere. Non abbiamo riscontrato alcun effetto collaterale. Grazie all’uso del Ritalin, il bambino ha concluso con discreto successo la prima elementare e attualmente è iscritto alla seconda classe. L’ insegnante di sostegno è stata entusiasta dei progressi ottenuti dal bambino, specie in considerazione del quadro iniziale che le si è presentato a settembre dello scorso anno. 

Lettera firmata. Capri (NA), 19/9/2001