============= AIFAnewsletter n.9 del 18/01/2003 ===================

Una risposta scientifica alle falsità dichiarate nella trasmissione di MCS sull’effetto “droga” del metilfenidato….
============================================================

Dopo aver appreso dalla nostra segreteria nazionale che due ragazzi in trattamento con Ritalin hanno deciso di sospenedere la terapia dopo le pesanti dichiarazioni e accuse dello psichiatra Morelli invitato al Maurizio Costanzo Show sull’effetto “droga” del farmaco, giriamo alla lista il commento al recentissimo articolo apparso sulla rivista Pediatrics di questo mese, sconfutando ancora una volta – semmai ce ne fosse stato bisogno – che il metilfenidato ha effetto droga (non da’ assuefazione) ma addirittura sottolineando che la sua somministrazione in pazienti ADHD ha un effetto protettivo verso il possibile abuso in età adolescenziale di alcool e sostanze stupefacenti, motivazioni che hanno indotto il presentatore dello Show (perchè tale è il suo programma) a diffamare e ridicolizzare persone che – come Francesco Renzulli e Raffaele D’Errico – volevano dichiarare quanto in letteratura appare ormai chiaro.

==============================================================

Abuso di sostanze e ADHD
Nuove ricerche dal Massachusetts General Hospital

Tratto da ADDitude.com
Traduzione di Astrid Gollner – AIFA Onlus

Il rapporto è pubblicato nell’edizione di gennaio 2003 di Pediatrics

BOSTON – Un’analisi di tutte le ricerche disponibili che esaminano un possibile coinvolgimento del trattamento mediante stimolanti del Disordine da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) verso un futuro abuso di sostanze ci tranquillizza sulla sicurezza del trattamento con questi farmaci. Mediante una tecnica statistica chiamata meta-analisi, i ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) hanno rilevato che il trattamento farmacologico dei bambini con ADHD riduce quasi del doppio il rischio di un futuro abuso di sostanze.

«Sappiamo che per gli individui con ADHD non trattatati esiste un rischio notevolmente maggiore di abuso di sostanze stupefacenti. Spesso i genitori ci chiedono se la terapia con farmaci stimolanti possa portare ad un futuro abuso di sostanze nei loro bambini» – dice Timothy Wilens, MD., direttore del Servizio Abuso di Sostanze nella Psicofarmacologia Pediatrica del MGH (Substance Abuse Services in Pediatric Psychopharmacology), il principale autore dell’articolo. «Adesso possiamo rassicurare i genitori e i pazienti che il trattamento dell’ADHD li protegge contro un eventuale futuro abuso di consumo di alcoolici e di droghe, così come protegge contro altri possibili problemi futuri».

Wilens ed i suoi colleghi hanno condotto studi e ricerche che confermano l’ effetto protettivo del trattamento con stimolanti. Comunque, almeno un altro rapporto di un altro centro di ricerche afferma che il trattamento con stimolanti aumenta il rischio di un futuro abuso di sostanze. Per risolvere la questione, il gruppo di ricercatori di Wilens ha cercato nella letteratura medica studi su bambini, adolescenti e adulti con ADHD che includevano informazioni aggiornate circa un successivo abuso di sostanze. Sono stati identificati sei di questi studi condotti negli USA ed in Germania che hanno coinvolto più di mille pazienti con ADHD, di cui 674 avevano avuto un trattamento con stimolanti e 360 non erano stati trattati, tutti seguiti per più di quattro anni. Questi studi comprendono sia le ricerche precedenti del MGH sia quelle che parlano del rischio aumentato.

Dopo aver applicato le tecniche standardizzate della meta-analisi i ricercatori hanno trovato una riduzione notevole del rischio di un abuso successivo di sostanze tra i soggetti trattati con gli stimolanti. Hanno notato che quattro dei sei studi di ricerca dimostravano l’innesco di effetti protettivi dei trattamenti farmacologici con stimolanti.

Delle altre due ricerche una non ha trovato differenze notevoli nell’abuso di sostanze tra il gruppo dei soggetti trattati e quello dei soggetti non trattati. Per quanto riguarda la ricerca che parla di un rischio accresciuto i ricercatori del MGH hanno notato che i partecipanti trattati con gli stimolanti avevano problemi maggiori già prima di iniziare il trattamento farmacologico, soprattutto c’era una maggiore incidenza di disordine della condotta (delinquenza giovanile). Dato che il disordine della condotta è riconosciuto come un forte fattore di rischio per un abuso di sostanze non è chiaro se era il disordine della condotta oppure il trattamento farmacologico ad aumentare il rischio dell’abuso di sostanze. Il team dei ricercatori del MGH ha inoltre notato che l’effetto protettivo del trattamento farmacologico dell’ADHD nell’infanzia con stimolanti è meno efficace nei giovani adulti e più efficace negli adolescenti. Alcuni potrebbero collegare questo al fatto che gli adolescenti sono spesso sotto più stretta sorveglianza da parte dei genitori, ma i ricercatori sostengono che le raccomandazioni date in passato – e cioè che nell’adolescenza il trattamento dovrebbe essere discontinuo – potrebbero causare la sparizione dell’effetto protettivo negli anni successivi.

Wilens afferma: «Questi risultati di una protezione futura contro l’abuso di sostanze – che è comunque uno dei più gravi problemi nella fascia di adolescenti e giovani adulti – sono tra i più forti nella psichiatria infantile. Inoltre queste rivelazioni si sommano alla crescente letteratura che dà supporto alla sicurezza a lungo termine degli stimolanti e di altri trattamenti farmacologici dell’ADHD.

Wilens ed i suoi colleghi continuano a studiare il meccanismo biologico e psicologico che fa accrescere il rischio di abuso di sostante nei giovani ADHD e i motivi per i quali il trattamento fa diminuire questo rischio. I collaboratori e co-autori di Wilens sono Stephen Farone, PhD; Joseph Biederman, MD e Samantha Gunawardene, tutti dell’Unità di Psicofarmacologica Pediatrica del MGH. La ricerca è stata interamente supportata dalle garanzie del National Institute on Drug Abuse.

Il Massachusetts General Hospital, fondato nel 1811 è il più grande ospedale i cui membri sono insegnanti dell’Harvard Medical School. Il MGH conduce il più vasto programma di ricerca su base ospedaliera negli Stati Uniti, con un budget annuale per la ricerca di quasi 300 milioni di USD e con i maggiori centri di ricerca sull’AIDS, nelle scienze neurologiche, nella ricerca cardiovascolare, dei tumori, della biologia cutanea, della biologia dei trapianti e della fotomedicina.
Nel 1994 il MGH si è unito al Brigham and Women’s Hospital per formare il Partners Healthcare System, un sistema combinato per la salute che comprende i due centri accademici di medicina, ospedali specializzati e comuni, una rete di gruppi di medici e di servizi per malattie non acute e per la salute domestica.