========= AIFAnewsletter n.88 del 14/08/2004 ==============
In questo numero:
1. NUOVI DOCUMENTI
2. EVENTO FORMATIVO PER PEDIATRI A SALERNO
3. IMPORTANTE CORSO TEORICO-PRATICO PER MEDICI SULL’ADHD IN SARDEGNA A
SETTEMBRE
4. XIV ANNUAL SYMPOSIUM OF THE CHILD NEUROLOGY SECTION4. STORIE VERE…
L’ESPERIENZA DI MATTEO
5. 3° CONVEGNO NAZIONALE AIFA
6. STORIE VERE …L’ESPERIENZA DI MATTEO
7. RASSEGNA STAMPA
8. 7° CONGRESSO INTERNAZIONALE AID
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1. NUOVI DOCUMENTI
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Esperienze di zooantropologia assistenziale rivolta a ragazzi affetti da
Deficit di Attenzione con Iperattività (ADHD)
C. Ottavio S. Carta D. Milliery D. Nardo S. Scafandro G. Voltolin
08/06/2004
Download: www.aifa.it/documenti/zooantropologia.zip
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ADHD ed inabilità della lettura: quale viene in primo luogo?
di Gian Marco Marzocchi
Grado, 17/04/2004
Download: www.aifa.it/documenti/adhdlettura.zip
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La filiera dell’integrazione
di Lara Madanese
Grado, 17/04/2004
Download: www.aifa.it/documenti/integrazione.zip
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Presupposti socio-culturali per l’integrazione
Tratto da Andrea Canevaro e Jean Gaudreau
Edizione Carocci
Download: www.aifa.it/documenti/integrazionepresupp.zip
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2. EVENTO FORMATIVO PER PEDIATRI A SALERNO
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Teggiano (SA) 04/09/2004
Sala “Stefano Macchiaroli” Castello di Teggiano
Il pediatra e l’ADHD – Come e perchè imparare a riconoscerlo. Corso ECM
Evento EINAQ. Intervengono: P. Curatolo, R. D’Errico, A. Improta, G. Masi,
A. Zuddas. Patrocinio di FIMP, SIP, ACP, AIFA, FNOMCeO. Ore 9-17
Info: Segreteria FIMP Napoli tel. 081-5633030 Fax 081-5630929
Download programma: www.aifa.it2/documenti/Teggiano4-9-04.zip

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3. IMPORTANTE CORSO TEORICO-PRATICO PER MEDICI
SULL’ADHD IN SARDEGNA A SETTEMBRE
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Promosso dalla SINPIA Sardegna, si svolgerà a settembre un importantissimo
Corso teorico-pratico di aggiornamento dal titolo: “Il Disturbo da deficit
attentivo con iperattività: valutazione diagnostica e strategie di
intervento”.
L’appuntamento è ad Alghero (SS), dal 16 al 19 settembre 2004.
Info: Info: Corsi e Congressi
Tel. 070-383373 Fax 070-3837102
corsieco@tin.it
Download programma: www.aifa.it2/documenti/corsoAlghero9-04.zip

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4. XIV ANNUAL SYMPOSIUM OF THE CHILD NEUROLOGY SECTION
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International School of Neurological Sciences

Convegno NEUROBIOLOGY OF ADHD
11 SETTEMBRE 2004 San Servolo Venezia Italia

Main topics:
Epidemiology, Casual Pathways, Animal models, Genetics Determinants,
Neurophysiological and Neuroimaging Procedures, Neurodevelopmental Outcome,
Neurotrasmitters, Executive Functions, Pharmacological Treatment

Info: Fabrizio Gilestri fabrizio.gilestri@ptroma.it
tel 06 85355590
fax 0685356060

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5. 3° CONVEGNO NAZIONALE AIFA
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Primo Avviso
20 Novembre 2004 Roma
Interverrà il Prof. Russell Barkley
Ulteriori dettagli nelle prossime NewLetter
Per informazioni: Patrizia Stacconi segreteria@aifa.it

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6. STORIE VERE… L’ESPERIENZA DI MATTEO
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Dalla corrispondenza dell’AIFA Onlus

Matteo è un bambino ADHD che ha 11 anni…
Ha avuto tanto dal rapporto con il suo cane.
Sono due anni che l’abbiamo: è un boxer femmina …
Gli ha dato modo di esprimere tanto la sua affettività e si e’ legato a lei
davvero tanto e lo ha aiutato anche nella autostima, proprio per le cose che
lui, anche se da solo, è riuscito a farle imparare… è bello sentirlo che
si vanta di averle insegnato qualcosa tutto orgoglioso mentre fino a pochi
anni fa aveva l’autostima sotto terra su ogni cosa che faceva… poi
soffriva di noia non sapeva mai cosa fare era un’anima in pena mentre ora
gioca sempre con lei senza pensarci più…
E’ cambiato davvero tanto!
Quindi credo che questa terapia con l’animale sia una cosa importante.
Poi aggiungo che ha fatto anche equitazione durante l’inverno. Lo prendeva
su l’insegnante di sostegno della scuola media, che nulla c’entrava con
Matteo ma si è prestata a questo una persona squisita…
Beh, parlando con l’istruttrice equestre volontaria della Associazione “Il
raggio di sole” Onlus che gestisce il maneggio, è venuto fuori che Matteo è
uno dei bambini più calmi e bravi alle lezioni di equitazione.
Mi ha lasciata esterrefatta! Il mio Matteo che è da mal di mare!
Così questo prossimo anno scolastico cercherò di coinvolgere anche la scuola
elementare dove va il mio piccolo Stefano, che ne ha bisogno anche lui,
insieme ai compagni di classe e qualche mamma mi ha già detto che è
interessata, nel progetto che si chiama “L’uomo che sussurrava ai cavalli”
progetto di riabilitazione equestre e attività sportiva rivolto ai disabili
da trauma, patologie psichiche o/e fisiche.
Ho il progetto che mi ha dato l’Associazione “Raggio di Sole” spero di
riuscire a collaborare con loro perchè secondo me sono terapie davvero
valide con l’animale, e ne ho visto davvero i risultati.
Lettera firmata

Dette da loro…
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Matteo dopo il primo giorno di cavallo entra in auto uscendo da scuola e mi
fa:
“Mamma………
Bello il cavallo….
Me lo compri?? Dai….”
“Matteo dove lo teniamo il cavallo su…” – e sono scoppiata a ridere – e
lui mi
risponde:
“Nel terrazzo!!!???”

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7. RASSEGNA STAMPA
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IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA
5 giugno 2004
Aifa riunisce le famiglie con figli affetti da “disturbo da deficit d’
attenzione”
CATTIVI? NO, BAMBINI IPERATTIVI
Una rete di ascolto e sostegno a genitori in difficoltà
di DOMENICO GRILLONE

Una volta venivano considerati soltanto delle piccole pesti, nulla di più.
Bambini troppo vivaci, inquieti, distratti, mai un minuto fermi. Oggi si
chiamano bambini iperattiviti e in Italia a soffrirne di questo disturbo
sono almeno in 400mila, più o meno il 4% dei bambini in età scolare. E il
disturbo questa volta ha un nome preciso: ADHD, sindrome da deficit di
attenzione e iperattività. Sindrome descritta clinicamente e definita nei
criteri diagnostici e terapeutici soprattutto dagli psichiatri e pediatri
statunitensi.
Le cause che portano alla manifestazione della sindrome di ADHD non sono
univoche, ne ancora completamente accertate dai medici, ma sembra si tratti
di un disturbo organico ben definito e di origine neurologica. Rispetto ad
un passato recente caratterizzato da grosse incomprensioni tra i genitori e
il mondo della scuola e il mondo della scuola, ma anche il rapporto con la
classe medica spesso non è facile, oggi c’è maggiore consapevolezza di una
malattia che il DSM descrive in maniera dettagliata attraverso sintomi
precisi: bambini che hanno difficoltà a completare qualsiasi attività che
richiedono concentrazione; sembrano non ascoltare nulla di quanto gli viene
detto; sono eccessivamente vivaci, corrono o si arrampicano, saltano sulle
sedie, si distraggono molto facilmente; parlano in continuazione,
rispondendo in modo irruento prima di ascoltare tutta la domanda; non
riescono ad aspettare il proprio turno in coda o in un gruppo di lavoro;
possono manifestare serie difficoltà di apprendimento che rischiano di farli
restare indietro rispetto ai compagni i classe, con danni emotivi. Il
problema è che spesso, in maniera molto superficiale, questi sintomi vengono
imputati alla famiglia, “colpevole” di non saper educare i propri figli. I
primi a formulare queste accuse sono quegli insegnanti che non vorrebbero
mai avere un bambino con “l’argento vivo” in classe. E poi una classe medica
spesso non si aggiorna e non riesce a dare consigli a tutte quelle famiglie
che sono costrette a girovagare l’intera penisola per avere alla fine una
diagnosi seria. Eppure c’è il modo per curare questi bambini: una terapia
comportamentale, cioè il supporto psicologico che spesso viene associato a
quello farmacologico; a tal modo i bambini possono migliorare notevolmente e
vivere relazioni migliori con i compagni e con i propri genitori. Se non
curati, invece, potrebbero subire gravi ripercussioni psicologiche tali da
portarli ad abbandonare la scuola, perdere l’autostima e diventare così
soggetti particolarmente predisposti a fenomeni di devianza, droga e
alcolismo. Oggi per tutte le famiglie che hanno dubbi e difficoltà a capire
il proprio bambino in presenza di questi sintomi, possono rivolgersi all’
AIFA – Associazione Italiana Famiglie ADHD – i cui referenti in Calabria
sono Anna Maria Cicciò e Giuseppe Idone, peraltro anche referenti
provinciali. Sono genitori che ovviamente hanno vissuto sulla loro pelle l’
esperienza di un bambino affetto dalla sindrome in questione e che adesso
mettono a disposizione la loro esperienza a tutte quelle famiglie che hanno
bisogno di aiuto, attraverso consigli e suggerimenti.
C’è da aggiungere che all’ASL 11 esiste una unità di Neuropsichiatria
infantile diretta da Giovanna Campolo, che lavora in equipe con una
neuropsichiatra, uno psicologo, un terapista, un pedagogista e un assistente
sociale. Si accede con una semplice impegnativa ASL e l’attività viene
svolta durante tutta la settimana. Per altre informazioni basta collegarsi
al sito www.aifa.it per sapere tutto quello che gira intorno alla
problematica della sindrome da deficit di attenzione.

Lettera al fratello : <<Sei un fiore prezioso>>
LA TESTIMONIANZA di un affetto, rimasto intatto attraverso mille difficoltà
e muri di incomprensione, espressa in una lettera al fratello affetto da
sindrome di ADHD.
Se mai qualcuno dovesse chiedermi come descrivere un bambino ADHD senz’
alcuna riflessione lo paragonerei a un fiore molto prezioso e raro che più
di ogni altro bocciolo ha bisogno di luce, acqua e un giardino ricco di
tutto ciò di cui necessita, ma che occorre in primis metterlo accanto a un
albero o ad una pianta che gli fornisca protezione contro temporali e anche
molto affetto.
Non è difficile rapportare la realtà a questo paragone, perché la vita delle

famiglie di questi “fiori rari” è così, una continua lotta contro il
tempo,la società e l’urgenza di sapere e poter lottare ciò che il proprio
fiore ha e per cui soffre. I fratelli sono la speranza, il punto di forza
con cui i genitori possono e devono credere in un futuro migliore pieno di
sorrisi, gioia e tranquillità, affinché qualsiasi tempesta non abbia la
minima opportunità di strappare nemmeno il più piccolo dei petali da questi
fiori così rari, o portarseli via lasciando un vuoto incommensurabile nei
cuori, di chi ha compreso la loro importanza nella vita di ognuno, lasciando
seccare la linfa della speranza.
Domenico

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Bimbi iperattivi non è colpa del carattere
Viver Sani e Belli 30/07/2004
NUMERO 32 – 6 AGOSTO 2004

Adhd: così è chiamata la sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività,
dalle iniziali del suo nome
inglese “Attention deficit hyperactivity disorder”. Si tratta di un disturbo
della sfera psichica che
interessa circa il 2-3% dei bambini, anche se solo nell’1% dei casi è
d’intensità tale da interferire
pesantemente nella vita quotidiana. Nel mondo scientifico la sindrome è nota
da decenni, mentre in
Italia è stata ignorata fino a pochissimo tempo fa. La recente conferenza
nazionale di consenso sul
tema Adhd, che ha riunito le più prestigiose società scientifiche italiane
che si occupano di infanzia
e salute mentale, ha permesso finalmente di fare chiarezza sulla malattia e
sulle sue cure.
E’ un disordine mentale
La sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività, comunemente detta
Adhd, è il disturbo della
sfera psichica tra i più frequenti che hanno inizio prima dei sei anni di
età. Prevale nei maschi (sei
casi contro uno) e, secondo una stima recente, si riscontra nel 3% dei
bambini tra i sei e i dieci anni.
. Il disturbo è descritto nel Dsm IV (Diagnostic and statistic manual of
mental disorder), il manuale
americano che rappresenta il primo riferimento per le malattie psichiatriche
per tutto il mondo
scientifico occidentale.
SI MANIFESTA IN TRE FORME La sindrome compare sempre prima dei sette anni di
età e può
manifestarsi in tre forme diverse. . Può essere caratterizzata sia da
deficit dell’attenzione sia da
iperattività (la forma classica); può dare luogo solo a un deficit
dell’attenzione (più frequente nelle
bambine); può avere come sintomi prevalenti l’iperattività e l’impulsività.
. Di seguito sono elencati i
sintomi delle varie forme: l’ipotesi che un bambino sia interessato dal
problema può essere presa in
considerazione se sussistono almeno cinque dei sintomi considerati, per un
periodo di almeno sei
mesi e se la loro intensità è tale da influire in modo marcato sul
rendimento scolastico, sul giudizio
di insegnanti, amici e conoscenti, sulla serenità del nucleo familiare e
sulla vita di relazione del
bambino. La diagnosi è comunque complicata dal fatto che ciascun sintomo può
far parte delle
caratteristiche psicologiche e comportamentali di un bambino non malato. È
vero anche, però, che
la soglia di allarme si supera se i sintomi sono molto marcati e presenti in
numero elevato. 4 Va
sottolineato che, nei casi in cui prevale la disattenzione, è facile che il
bambino venga considerato
con uno sviluppo intellettivo inferiore alla norma; mentre, quando sono
marcate l’iperattività e
l’impulsività, il bambino è generalmente definito bonariamente “privo di
regole”, “terremoto” o
“piccola peste”.
I SINTOMI DEL DEFICIT DI ATTENZIONE
. Incapacità di prestare attenzione ai particolari, oppure errori di
distrazione nello svolgimento dei
compiti o di altre attività. . Difficoltà di concentrarsi sui compiti e
sulle attività di gioco. . Incapacità di
seguire istruzioni e di portare a termine compiti scolastici o altre piccole
incombenze. . Difficoltà a
organizzare compiti e attività di gioco. . Forte avversione per le attività
che richiedono uno sforzo
mentale. . Facilità a distrarsi di fronte a qualsiasi stimolo. .
Sbadataggine importante.
I SINTOMI DELL’IPERATTIVITÀ.
Irrequietezza continua, abitudine a dimenarsi sulla sedia. . Incapacità di
stare seduto a lungo,
specialmente a scuola. . Atteggiamenti di vivacità eccessiva inadeguati al
luogo (per esempio, salti
e corse in aula). Incapacità di dedicarsi a un gioco tranquillo. . Tendenza
a rispondere prima che
una domanda venga formulata per intero. . Difficoltà ad attendere il proprio
turno. . Tendenza a
interrompere gli altri o ad assumere comportamenti invadenti. .
Comportamenti che destano la
sensazione che il bambino sia animato da un frenetico motore interno
costantemente su di giri.
MIGLIORANO NELL’ADOLESCENZA
In circa un terzo dei bambini con Adhd, i sintomi si attenuano durante
l’adolescenza. È ovvio, però,
che se nel corso delle scuole elementari il bambino ha accumulato lacune e
ritardi
nell’apprendimento (per esempio, a causa di un mancato riconoscimento delle
sue oggettive
difficoltà), è possibile che ci siano ripercussioni negative sia sulle
scelte scolastiche successive, sia
sull’autostima: il ragazzo può sviluppare una sensazione di inadeguatezza e
può, per esempio,
rifiutarsi di continuare ad andare a scuola. . In circa i due terzi dei casi
l’evoluzione può essere
ancora più sfavorevole. Anche se i sintomi propri dell’iperattività (come
l’incapacità di stare seduti)
di solito scompaiono per lasciare il posto a un’inquietudine che non
interferisce troppo sulla qualità
della vita, rimane comunque una difficoltà persistente di attenzione e di
autorganizzazione,
un’instabilità nelle scelte, una ribellione nei confronti delle regole e
dell’ordine un costante senso di
noia invalidante, che spinge a ricercare emozioni sempre più forti da fonti
anche potenzialmente
pericolose. . In questa fase emergono a volte manifestazioni di ansia e di
bassa autostima, che
possono ulteriormente contribuire a un fallimento scolastico di fronte
all’impegno della scuola
superiore.
IL DISAGIO GIOVANILE È UN’ALTRA COSA È molto importante non commettere
l’errore di
identificare con la presenza di Adhd ogni forma di disagio adolescenziale, o
di confondere con la
sindrome i disturbi dell’umore, come la depressione o il disturbo bipolare
(fasi di umor nero che si
alternano a fasi di maniacalità, cioè di euforia) che possono a loro volta,
da soli o anche in
associazione con l’Adhd, causare grande sofferenza all’adolescente,
suggerendogli tutta una serie
di comportamenti “sbagliati”. Anche in presenza di un disturbo dell’umore il
ragazzo può, infatti,
assumere atteggiamenti di onnipotenza e comportamenti che possono mettere a
rischio la sua
salute (per esempio, assunzione di alcol o di droghe).
LA DIAGNOSI NON E’ FACILE
L’iperattività, l’impulsività, il disturbo dell’attenzione non sono
specifici dell’Adhd, ma possono
essere riscontrati anche in altri disturbi che possono quindi simulare
l’Adhd. Inoltre, questi stessi
problemi possono associarsi all’Adhd (la cosiddetta “comorbidità), e rendere
la diagnosi ancora più
difficile. . I disturbi che entrano in diagnosi differenziale con maggiore
frequenza sono quelli del
comportamento (disturbo oppositivoprovocatorio, disturbo della condotta), i
disturbi dell’umore
(depressione e disturbo bipolare), i disturbi d’ansia (che possono essere
confusi con quelli
dell’attenzione), i disturbi specifici dell’apprendimento (un bambino con
disturbo di apprendimento
può essere iperattivo e disattento, semplicemente perché non riesce a
seguire bene il programma
scolastico). . Ancora più complicata è la diagnosi prima dei sei anni di
età, perché bambini iperattivi
e impulsivi a quattro-cinque anni possono superare completamente il loro
problema in modo
spontaneo già prima dell’ingresso nella scuola elementare. . Per questo, per
formulare la diagnosi
sono irrinunciabili esperienza e competenza, basate sulla conoscenza non
solo dell’Adhd, ma
anche di tutti gli altri problemi dell’età evolutiva.
Il rischio del DISADATTAMENTO
In generale, il persistere dell’Adhd nell’adolescenza (in due terzi dei
casi) e nell’età adulta (metà dei
casi) rappresenta un fattore di rischio per il disadattamento sociale.
Questo è dovuto in parte alla
malattia e in parte alle esperienze di fallimenti e di dissenso, a cui
inevitabilmente un bambino Adhd
per anni e anni si è trovato esposto, in ogni contesto. Secondo alcuni
studiosi, infatti, i disturbi di
comportamento, che spesso complicano in modo drammatico l’Adhd, derivano
soprattutto dal
disagio psicoemotivo, dovuto alle frustrazioni e agli insuccessi in tutti
gli ambiti delle relazioni.
La questione “TEMPO”
Uno dei sintomi più significativi dell’Adhd è rappresentato da un’alterata
percezione del tempo. Sia i
bambini sia gli adolescenti Adhd non sopportano le attese, non sono in grado
di fare qualcosa per
ottenerne un’altra che verrà più avanti (per esempio, per loro è
assolutamente impossibile studiare
oggi per un premio che arriverà anche solo dopo un mese). . Ma non solo:
parlare loro lentamente o
sottoporli a lunghi discorsi ripetitivi significa esasperarli e portare a
zero la loro attenzione. Si
ipotizza che questa diversa cognizione del tempo dipenda, come del resto la
maggior parte delle
altre manifestazioni della malattia, da alcune caratteristiche specifiche di
alcune aree del sistema
nervoso centrale.
LE CAUSE NON SONO DEL TUTTO NOTE
Le cause dell’Adhd non sono ancora del tutto note, anche se negli ultimi
anni sono stati fatti passi
da gigante in questo senso. . Oggi si sa che la malattia ha una base
genetica (è cioè influenzata
dalla familiarità) e che potrebbe essere la diretta conseguenza di
un’anomala organizzazione delle
aree del cervello da cui dipendono la possibilità di stare attenti,
l’autocontrollo, la capacità di
organizzazione e programmazione del comportamento in relazione ai vari
stimoli ambientali. .
Queste aree del cervello utilizzano come normali mediatori la dopamina e la
noroadrenalina che,
non a caso, sono le sostanze bersaglio delle cure. – Va comunque
sottolineato che queste cause
biologiche costituiscono una base di vulnerabilità su cui possono agire
negativamente fattori sociali
e relazionali, che possono quindi diminuire o amplificare le manifestazioni
e i sintomi legati alla
sindrome Adhd. . Da qui la deduzione che è necessario prendere in
considerazione anche i fattori
ambientali, sia come potenziali concause dell’Adhd, sia come uno degli
elementi su cui intervenire
nel momento in cui viene pianificata una strategia terapeutica.
Le cure cambiano in base alla SERIETÀ
La gravita dei sintomi dell’Adhd può rendere impossibile gran parte delle
attività quotidiane, mentre
la loro semplice presenza in forma lieve può consentire una discreta qualità
della vita. In caso di
sintomi lievi e precoci, un atteggiamento corretto dei genitori (ed
eventualmente degli insegnanti)
può consentire un importante miglioramento (vedi paragrafo “Come aiutare un
figlio malato”). Nelle
forme più gravi può essere opportuno un intervento più strutturato,
attraverso il cosiddetto “parent
training” che consente ai genitori di imparare a relazionarsi con il
bambino, e con strategie
psicopedagogiche che riducano le conseguenze dei sintomi dell’Adhd sulle
prestazioni scolastiche. .
In casi gravissimi può essere utile un intervento psicoterapeutico sul
bambino, per favorire la sua
capacità di riflettere prima di agire, di concentrarsi, di limitare i suoi
comportamenti inadeguati e,
nello stesso tempo, mirata ad aumentare la sua autostima. Esistono poi dei
casi, per fortuna rari, in
cui la sola psicoterapia può non essere sufficiente: in questa eventualità
può cioè essere necessario
ricorrere ai farmaci. . Tra questi, si è dimostrato particolarmente efficace
il metilfenidato (il suo nome
commerciale è Ritalin). Si tratta di un farmaco disponibile in tutta Europa
e negli Stati Uniti, assente
da alcuni anni in Italia ma che tra poco sarà reintrodotto nelle nostre
farmacie. Per la legge italiana,
solo i neuropsichiatri infantili che operano in centri accreditati per la
diagnosi e la cura dell’Adhd,
potranno prescriverlo (vedi paragrafo “Gli psicofarmaci ai bambini: un
rimedio che va valutato”).
Un farmaco utile
Durante la Conferenza nazionale di consenso sull’Adhd è stato confermato il
ruolo positivo del
metilfenidato nel bambini Adhd: un medicinale con effetto stimolante (e non
sedativo), che agisce
ripristinando l’equilibrio della dopamina, il neurotrasmettitore coinvolto
nell’Adhd. . II suo uso è
efficace nel 70% dei casi, mentre nel rimanente 30% non porta miglioramenti
significativi, per una
mancata risposta individuale al farmaco. . II suo uso può dar luogo a
effetti indesiderati comunque
lievi etransitori. Tra questi, accentuazione di eventuali tic, aumento dello
stato di agitazione, disturbi
del sonno e gastrointestinali, diminuzione dell’appetito, mal di testa.
PRESTO IN FARMACIA Al ministero della Salute stanno valutando quali
strutture hanno i requisiti
per diventare centri di riferimento per la diagnosi dell’Adhd e la gestione
della cura con
metilfenidato. . Solo gli specialisti dei centri autorizzati potranno
prescriverlo, quando a settembre
tornerà nelle farmacie italiane. Un registro nazionale del casi di Adhd,
inoltre, monitorerà bambini e
adolescenti che usano metilfenidato.
Gli psicofarmaci ai bambini: un rimedio che va valutato
La questione dell’Adhd ha evidenziato che a volte per difendere convinzioni,
luoghi comuni,
pregiudizi si urla così forte da coprire non solo la voce di chi sta
chiedendo aiuto, ma anche di
coloro che tentano di porgerlo. L’ideologia (e anche l’immaginario
collettivo) vuole che ai bambini e
agli adolescenti non siano somministrati psicofarmaci. La scienza dice che
lì dove esiste un disturbo
della sfera psichica, che non sia risultato modificabile da interventi
sociali, ambientali e psicologici,
possono essere irrinunciabili. . Da valutare è il rapporto
vantaggio-svantaggio: se lo psicofarmaco
può consentire a un ragazzino di avere una qualità della vita accettabile,
può non esserci altra
soluzione. Ma questa valutazione è compito dei neuropsichiatri infantili e
non di altri. Troppo
spesso, invece, si è discusso, sui giornali e in televisione, sia mettendo
in dubbio l’esistenza dell’
Adhd sia demonizzando la possibilità di curarla con un farmaco. Da qui,
ancora più paura e
disorientamento per i genitori con figlio Adhd. . II punto centrale nel caso
dell’Adhd, come in ogni
altro disturbo psichiatrico, è quello da un lato di proteggere la società
dall’uso indiscriminato e
disinvolto di farmaci, somministrati come scorciatoia di fronte a problemi
che potrebbero essere
risolti con altri interventi, e dall’altro di tutelare i diritti di quella
minoranza che può ricavare
vantaggio da un’adeguato trattamento farmacologico.
Come aiutare un figlio MALATO
L’aiuto dei genitori è fondamentale per i bambini e gli adolescenti Adhd, ma
commettere errori
quando si è alle prese con un figlio colpito dalla malattia è facilissimo.
Mamma e papa possono,
invece, essere la prima e più efficace cura: ecco i suggerimenti che
consentono di diventarlo. .
Scacciate i sensi di colpa che possono suggerire di fare passi falsi con il
bambino: l’Adhd non è
causata da una generica “cattiva educazione”, anche se è innegabile che con
un bimbo Adhd è
facile adottare strategie educative sbagliate (per esempio, perdendo il
controllo). . Ricordate che i
bambini Adhd vivono in funzione dell’attimo e del presente e si annoiano con
facilità. Questa loro
caratteristica va rispettata. . Non stancatevi di ripetere le cose che deve
imparare, perché tende a
dimenticarle in fretta, ma usate un modo di comunicare, semplice, rapido,
immediato. Per i bambini
Adhd valgono più le azioni delle parole. . Premiatelo ogni volta che compie
qualcosa di buono o di
positivo. I bimbi Adhd hanno bisogno più degli altri di complimenti e
gratificazioni immediate e
concrete (per esempio, piccoli regali). . Non punitelo: castigare un bambino
Adhd può essere un
errore che abbassa ulteriormente la sua autostima. Va sempre ricordato che
tutto quello che
commette è causato da un problema neurobiologico e quindi non dipende dalla
sua volontà. . Siate
sempre coerenti. Un bambino Adhd viene più facilmente disorientato dai
tentennamenti e
dall’incapacità di mantenere la parola data. . Mettete pochi paletti, ma
siate molto decisi nel farglieli
rispettare. Quando obbedisce o si attiene alle regole lodatelo e premiatelo.
da ricordare
Gratificazioni e complimenti aiutano il bambino Adhd a sviluppare la stima
di sé
Servizio di Laura de Laurentiis. Con la consulenza del dottar Gabriele Masi,
neuropsichiatra infantile
dell’Irccs Stella Maris di Calabrone (Pisa), divisione universitaria di
neuropsichiatria infantile e
responsabile del Centro di riferimento di psicopatologia dell’adolescenza, e
delprofessor Giuseppe
Chiarenza, direttore dell’Unità operativa di neuropsichiatria per l’infanzia
e l’adolescenza
dell’ospedale di Rho (Milano) e segretario regionale della Sinpia (Società
italiana neuropsichiatria
infantile) della Lombardia.

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Sanità, una rete di ospedali per curare una rara sindrome
Giornale di Sicilia 03/08/2004

PALERMO. (clre) Una rete di ospedali per il trattamento della sindrome da
iperattività con deficit da
attenzione, che avrà la possibilità di utilizzare i farmaci a base di
metilfenidato necessari per trattare
la malattia, principalmente il Ritalin, uno psicofarmaco da usare con
estrema cautela. L’assessorato
regionale alla Sanità ha individuato gli ospedali che fanno parte della rete
di trattamento della
sindrome, in contatto con l’Istituto superiore di sanità: il decreto,
firmato alla fine di giugno dopo
averne concordato i contenuti con l’Istituto superiore di sanità, è stato
pubblicato nel numero della
settimana scorsa della Gazzetta ufficiale della Regione. L’individuazione di
una rete servirà al
ministero della Salute per avere una mappa delle strutture che usano i
farmaci a base di
metilfenidato. Ecco dunque l’elenco delle aziende ospedaliere che sono state
inserite nel registro
nazionale di monitoraggio della “sindrome da iperattività con deficit di
attenzione”: si tratta dell’unità
operativa di Neuropsichiatria infantile del Santa Marta e Santa Venera di
Acireale, del dipartimento
per il Ritardo mentale dell’Oasi Maria Santissima di Troina, l’unità
operativa di Neuropsichiatria
infantile del Policlinico di Messina, l’unità operativa di Neuropsichiatria
del Civico di Palermo, la
divisione di Neuropsichiatria infantile dell’Aiuto materno di Palermo e
l’unità operativa di
Neuropsichiatria infantile dell’Ingrassia di Palermo. A quest’ultima
struttura sanitaria sarà assegnato
il compito di tenere i contatti con l’Istituto superiore di sanità “con
compiti di raccordo e
coordinamento con le altre strutture”, come recita il decreto pubblicato
nell’ultimo numero
dell’organo ufficiale della Regione. Le cliniche sono state inserite nella
lista degli ospedali autorizzati
all’uso del metilfenidato dopo avere verificato il possesso dei requisiti
stabiliti dall’Istituto superiore
di sanità da parte degli ospedali che dispongono di un reparto di
Neuropsichiatria infantile. Fra le
strutture siciliane, solo quelle inserite nella rete hanno i requisiti e
hanno manifestato la volontà a
partecipare alla creazione del registro di monitoraggio del Ritalin.Cl. Re.

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8. 7° CONGRESSO INTERNAZIONALE AID
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E’ definitivo il programma del 7° Congresso Internazionale “Imparare questo
è il problema” e del 7° Congresso Nazionale AID, che si svolgono a San
Marino 17-18 settembre.
Il programma con tutti i dettagli per l’iscrizione si trova al seguente link
http://www.dislessia.it/eventi/2004/Convegno2004SanMarino.htm
Sono stati richiesti i crediti ECM per medici, psicologi e logopedisti.
Per gli insegnanti: l’AID è soggetto accreditato dal MIUR per la formazione
degli insegnanti (27.11.2003)
Enrico Ghidoni
Presidente Associazione Italiana Dislessia www.dislessia.it
AID -Via Testoni 1 Bologna 051 270578 info@dislessia.it