========= AIFAnewsletter n.56 del 19/01/2004================================
In questo numero:
1. LETTERA DELL’AIFA CAMPANIA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE E ASSESSORI
2. WWW.AIFA.IT LINKATO SU WWW.DICA33.NET
3. ADHD SU “IL MATTINO”: FINALMENTE QUALCOSA DI CORRETTO!
4. NUOVI APPUNTAMENTI SULL’ADHD
5. NUOVA PUNTATA TELEVISIVA SU ANTENNA 3
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1. LETTERA DELL’AIFA CAMPANIA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE E ASSESSORI
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a cura di Massimo e Daniela Micco, Referenti Aifa Regione Campania
www.aifa.it/documenti/letteraregionecampania.zip

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2. WWW.AIFA.IT LINKATO SU WWW.DICA33.NET
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Il sito dell’AIFA sul Nuovo Motore di Ricerca Medico Italiano

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3. ADHD SU “IL MATTINO”: FINALMENTE QUALCOSA DI CORRETTO!
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L’ultimo lunedì del 2003 termina con una pagina interamente dedicata
all’ADHD su uno dei tanti quotidiani tra i più letti nel Sud, “Il Mattino”.
Non tutto appare ben chiaro nell’espressione giornalistica ma – finalmente –
il tentativo dei media di interessarsi correttamente di un problema fino ad
oggi troppo mistificato. Questi i titoli degli articoli che potrete anche
scaricare da questo link www.aifa.it/documenti/mattino29-12-03.zip:
“Iperattività. Attenti ai bambini troppo vivaci” di Emanuele Perugini,
intervista a Raffaele D’Errico, presidente AIFA; “Il disagio in famiglie che
sembrano perfette” di Federico Ungaro, intervista a Erica Menotti, psicologa
AIDAI.
Sotto riportiamo lo stralcio dei suddetti articoli.
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“Iperattività Attenti ai bambini troppo vivaci”
EMANUELE PERUGINI
Un disturbo da cui si può imparare a guarire. È questa, secondo Raffaele
D’Errico, presidente dell’Aifa, l’associazione italiane famiglie ADHD, la
migliore definizione della sindrome da iperattività e da deficit di
attenzione.
La sindrome – che solo sei mesi fa è stata ufficialmente riconosciuta anche
in Italia e per la quale sono state proposte delle linee guida per poterla
diagnosticare e riconoscere correttamente – è un disturbo psicologico del
bambino che deriva da problemi di natura fisiologica che può però essere
corretto. Non tanto però con l’impiego massiccio di farmaci, quanto
piuttosto con una adeguata terapia di tipo multidimodale che coinvolga
insieme familiari e insegnanti.
«L’ADHD è una malattia di tipo genetico – spiega D’Errico – dalla quale con
un giusto mix di terapia farmacologica e sostegno educativo e psicologico si
può imparare a guarire. Se non si interviene adeguatamente però il rischio è
che il bambino si porti con sé il disagio provato in età adolescenziale
anche da adulto, dando luogo così a problemi di depressione soprattutto a
causa delle sofferenze vissute».
Purtroppo, si tratta di un problema piuttosto diffuso tra i bambini in età
pediatrica, perché interessa in media il 4% di loro. Si manifesta fin dalla
più tenera età, quando cioè il bambino inizia a muoversi in maniera
autonoma, ma emerge con maggiore evidenza nei primi anni scolastici e cioè
tra i sei e i sette anni.
«Non è facile arrivare ad una diagnosi immediata di ADHD – aggiunge
D’Errico – per farlo occorre che il bambino sia visitato non solo dai
medici, ma anche da specialisti qualificati che siano in grado di accertare
se le cause dei disturbi siano attribuibili a questo tipo di disturbo o ad
altre cause».
Come si riconosce un bambino troppo vivace da uno che soffre di ADHD? «I
problemi emergono chiaramente a scuola e a contatto con gli altri bambini. I
bambini che soffrono di questo disturbo infatti sono molto impulsivi,
irruenti, non riescono a stare attenti e hanno delle reazioni molto forti
nei confronti dei loro compagni di scuola».
Secondo alcuni studi condotti negli Stati Uniti è stato dimostrato che i
bambini con ADHD ricevono minori apprezzamenti e maggiori rifiuti dai loro
compagni di scuola o di gioco, pronunciano un numero di frasi negative nei
confronti dei loro compagni dieci volte superiori rispetto agli altri;
presentano un comportamento aggressivo tre volte superiore a quello degli
altri; non rispettano o non riescono a rispettare le regole di comportamento
in gruppo e nel gioco.
Questi ragazzi sono più a rischio rispetto ai coetanei di sviluppare, in età
adulta, comportamenti devianti, di incorrere in problemi con la giustizia o
di abusare di alcool o sostanze stupefacenti. «Ma è proprio questa
emarginazione – dice D’Errico – che bisogna assolutamente evitare, perché è
da questo isolamento subito in tenera età che nascono sofferenze e problemi
nell’età adulta».
Per questa ragione è importante rivolgersi a centri specializzati e capaci
di riconoscere la reale natura del disturbo di cui soffre il bambino.
«Purtroppo – conclude D’Errico – nel nostro paese non esistono molti centri
che siano in grado di fornire tutto il supporto interdisciplinare necessario
per affrontare un disturbo così complesso. Di centri importanti ce ne sono
infatti solo quattro: uno a Cagliari, uno a Roma e gli altri due a Venezia e
Pisa».
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I DATI DI UN’INDAGINE PILOTA
Il disagio in famiglie
che sembrano perfette
FEDERICO UNGARO
Famiglie troppo perfette che però nascondono anche un profondo disagio
emotivo. Detto in termini brutali è questa la caratteristica del rapporto
tra i bambini colpiti dal disturbo da deficit di attenzione e iperattività
(ADHD) e i loro fratelli. O almeno è questa la fotografia che emerge da
un’indagine pilota presentata dalla dottoressa Erica Menotti all’ultimo
convegno dell’Aifa, l’associazione delle famiglie colpite dal disturbo.
L’indagine si è basata su trenta questionari e aveva l’obiettivo di capire
se anche i fratelli dei bambini colpiti dall’ADHD dovessero a loro volta
essere aiutati. Alla richiesta di indicare l’atteggiamento che i fratelli
avevano rispetto al bambino malato, i dati hanno indicato che il 73,3 per
cento tende a litigare, il 66,6 per cento a sgridarlo e il 66,6 per cento ci
gioca insieme. Basse le risposte che indicavano invece un disagio emotivo e
psicologico: solo il 36,6 per cento aveva infatti risposto «faccio finta che
non c’è» e solo il 26,6 per cento aveva detto «mi vergogno di lui».
«L’indagine – spiega Menotti, che è anche presidente dell’Aida Lazio
(Associazione italiana deficit d’attenzione e iperattività) – ha fatto
emergere l’esistenza di un profondo disagio psicologico dei fratelli sani
verso quelli malati, che però non viene espresso. I questionari fanno
immaginare famiglie modello, quasi da pubblicità, ma la realtà è ben
diversa. Basta fare un po’ di terapia per accorgersene».
«Spesso i fratelli vengono iper-responsabilizzati dai genitori: tocca a loro
badare al fratello malato, aiutarlo nei compiti e tenerlo d’occhio. In
famiglie numerose, generalmente questo è un ruolo che tocca al maggiore e in
particolare alla figlia femmina, che assume quasi le veci di una seconda
mamma», continua l’esperta.
Questo alla lunga produce effetti negativi: «Le sintomatologie più comuni
per i fratelli dei bambini malati sono quelle psicosomatiche. Penso alle
gastriti o al mal di testa, che nascondono il tentativo di strappare ai
genitori un po’ di quelle attenzioni che invece vengono rivolte
principalmente ai fratellini malati. In altri casi, soprattutto per quanto
riguarda i maschi, l’effetto di questi comportamenti si traduce in una
tendenza alla violenza, che può esplodere all’improvviso nell’adolescenza».
«Il mio consiglio ai genitori – conclude l’esperta – è lasciare che i
bambini si comportino da bambini. Devono rispettare il fatto che sono
giovani e non cercare di trasformarli in genitori di riserva, da schiacciare
sotto un carico di responsabilità eccessivo per la loro età».

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4. NUOVI APPUNTAMENTI SULL’ADHD
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www.aifa.it\agenda2004.htm
Bergamo13/03/2004
Auditorium della Casa del Giovane – Via Gavazzeni 13
Bambini disattenti e iperattivi – Verso un lavoro di collaborazione tra
genitori, insegnanti e clinici
info: aidai@libero.it
AIDAI Onlus tel. 0532-388175

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5. NUOVA PUNTATA TELEVISIVA SU ANTENNA 3
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Dopo il successo della prima trasmissione dedicata all’ADHD andata in onda
lo scorso luglio (vedi www.aifa.it\videoAifa04.htm) il regista ha chiesto e
desiderato di continuare con questo tipo di informazione, per cui grazie
all’interessamento della referente per Massa dell’AIFA, Laurita Ricci,
venerdì 6 febbraio 2004 seconda puntatona di “Bambini svogliati? Forse no.
la malattia invisibile – Parte seconda: quale futuro?”
Vi ricordiamo che Antenna 3 può essere vista su Massa, Carrara, e La Spezia.