============= AIFAnewsletter n.31 del 06/05/2003 ===================

È difficile da raccontare la nostra storia non perché sia lunga ma perché è difficile esternare ciò che si prova nei momenti difficili ma anche felici!
Si anche quelli felici ! Perché? Perché sono quei momenti che vorresti diventassero quotidiani, frequenti e magari ripetitivi ma che comunque ti facciano sorridere.
Essere fratello di un bambino di ADHD  non è semplice anche perché prendi coscienza di dover capire cose che a volte devono essere solo patrimonio dell’età adulta ma anche se hai 9-10 anni le devi apprendere, “ingoiare” nel più profondo di te stesso.
Gridare, innervosirti, sgridare, urlare sono le cose che magari fai più spesso con il tuo fratellino!! E poi? Piangi, soffri, CAPISCI! Dopo un sorriso, una carezza o una sua lacrima capisci quanto lo ami e non riusciresti più a respirare senza lui. Come il vento che strappa brutalmente dall’albero le foglie.
Sì, è vero i genitori a volte badano più a lui. Fa rabbia. Ma passo dopo passo comprendi che le tue gambe reggono, le sue… non si sa.
Dovrai essere le sue scarpe che a volte staranno in silenzio patendo, attutendo i salti fatti da molto alto…
dovrai essere la sua armatura che lo difende contro le spade dei pregiudizi dell’uomo che arrivano dovunque…
un uomo che non usa il cuore e la mente, ma gli occhi che vedono tutto ma non vedono nulla,
che non arrivano dove a volte dovrebbero arrivare,
nel profondo del bimbo che dentro di sé combatte per cercare di farsi capire,
trovare l’amico del cuore che ogni persona ha
e introdursi in una società che VUOL cambiare
ma che alla fine rimane ferma, stabile e cerca il passaggio degli altri…
Ma la gente non può fare auto-stop attendendo chissà che illuminazione.
Arrivati qui, comprendete come a volte lottare non servi molto, sino a quando, invece di erigere muri la gente costruisse ponti e arrivasse non a casa nostra ma nei nostri cuori pieni di stanchezza,
ma forti come alberi scalfiti dal tempo ma sempre più alti.
In certi momenti vorresti urlare e magari lo fai dentro te stesso ma alla fine ti dici:
“Io so cosa sono? Perché le anime degli altri sono sorde, indifferenti e maligne?”
Non hai risposta e vai avanti appesantito da tutto e da tutti ma anche questa domanda che da un sassolino diventa un macigno che ti soffoca, ti annebbia la strada da percorrere…
Eppure se sei cieco sai che puoi andare avanti e stringere i pugni e sorridere.
Sì, sorridere.
Perché a volte anche la strada più buia è percorsa da altre persone guidate da una luce che da una scintilla è diventata e diventerà sempre più grande, senza intermittenze. Stabile, calda, avvolgente, decisa.
Sì, è così la luce che l’AIFA mette davanti ai nostri cuori confusi stanchi ma che mai e poi mai si fermeranno di pulsare e credere in qualcosa che adesso è celato ai nostri occhi, ma chiaro nelle viscere più profonde di noi stessi.
GRAZIE!
Un fratello di una bambino ADHD