============ AIFAnewsletter n.27 dell’ 11/04/2003 ==================

In questo numero:

SPECIALE SULLA PUNTATA TELEVISIVA “UN MEDICO IN FAMIGLIA”
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A.I.F.A. Onlus Associazione Italiana Famiglie ADHD
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Alla Direzione della RAI
Alla Redazione di “Un medico in famiglia”

E per conoscenza:

Al Ministero della Salute On. Prof.Antonio Guidi
Al Presidente dell’Associazione AIFA Onlus Dott.Raffaele D’Errico
Ai Genitori, Medici, Psicologi ed Insegnanti iscritti alla mailing-list dell’AIFA
Al Presidente Associazione A.I.D.A.I. Onlus Dott.Gian Marco Marzocchi
Al Presidente della SINPIA Prof. Carlo Cianchetti
Al Presidente ICNA-Pediatric Neurology and Psychiatry Prof. Paolo Curatolo
Al Direttore della CUF Dott.Nello Martini
Al Presidente della FIMP Dr.Pierluigi Tucci
Al Presidente del Centro Studi FIMP Dott.Antonio Improta
Al Presidente della SIP Prof.Francesco Tancredi
All’Osservatorio salute Mentale-Ministero della Salute Prof.Tonino Cantelmi
Al Tribunale dei Diritti del Malato

Oggetto: Osservazioni sulla puntata di “Un medico in famiglia” andata in onda il 6/4/2003

La puntata di “Un medico in famiglia” andata in onda il 6 aprile ha purtroppo presentato in modo totalmente errato e fuorviante il delicatissimo tema del Disturbo da deficit d’ attenzione/iperattivita’, generando in molti genitori che ci hanno contattato a seguito della trasmissione idee completamente erronee dal punto di vista scientifico e paure immotivate.
L’ADHD, sigla esplicitamente citata dal “medico” nel corso della puntata, non e’, come si e’ voluto far intendere dalla trasmissione, la semplice vivacita’ o la distrazione peraltro tipica nei bambini, ma un vero e proprio disturbo di natura neurobiologica che impedisce a chi ne e’ affetto di selezionare gli stimoli ambientali, di pianificare le proprie azioni e controllare i propri impulsi.
Il Disturbo da deficit d’attenzione/iperattivita’, tanto comune quanto poco conosciuto tra gli stessi medici, neuropsichiatri e psicologi in Italia, e’ il disturbo neuropsichiatrico dell’eta’ evolutiva piu’ studiato nel mondo, la causa maggiore di disturbi della condotta e un importante fattore predittivo di insuccesso nella vita, con un’elevata prevalenza nell’ eta’ scolare che secondo numerosi studi epidemilogici non risulterebbe inferiore al 3%. E’ un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale (nell’80% dei casi di natura genetica), associato ad una comorbilita’ con altri disturbi nel 70% dei casi. Se non trattato, l’ADHD rischia di compromettere numerosi ambiti dello sviluppo e delle capacita’ di socializzazione del bambino, predisponendolo ad altra patologia psichiatrica e disagi nelle successive eta’ della vita come alcolismo, tossicodipendenza e disturbo antisociale della personalita’.

Questo stato delle conoscenze e’ stato definito in modo significativo nell’International Consensus Statement on ADHD del gennaio 2002, sottoscritto dal piu’ insigne studioso mondiale di questo disturbo il Prof.R.Barkley e da altri 85 studiosi di fama mondiale (www.aifa.it/consensus-internazionale.htm).
Alla luce di quanto detto, la RAI, nonno Libero ed i vostri “consulenti scientifici” dovranno pur dirci se noi genitori dobbiamo credere a questi clinici e studiosi, molti dei quali hanno dedicato tutta la loro vita professionale ai vari aspetti di questo disturbo neuropsichiatrico (valutazione e diagnosi, classificazioni, aspetti e decorsi del disturbo nella vita adulta, studi epidemiologici, quadri di comorbilita’, eziologia, patofisiologia, neurobiologia, studi di neuroimmagine) e degli interventi di trattamento (farmacologici con psicostimolanti e alternative farmacologiche gli psicostimolanti, interventi psicoeducativi, psicosociali, terapia comportamentale, di miglioramento della competenza sociale) o al “medico” dell’ASL che francamente e’ sembrato piu’ interessato al corteggiamento delle protagoniste della “fiction” che all’approfondimento del disturbo nella pratica clinica e nella letteratura scientifica mondiale. E’ evidente che noi genitori che viviamo in pieno la sofferenza, le difficolta’ e le umiliazioni dei nostri figli non possiamo permetterci di affrontare la dura realta’ di questo disturbo con le superficialita’ delle fiction, le banalita’ dei talk-show e le “picconate” dei reportage scandalistici presentati dai “media” al = riguardo, eventi che rappresentano fra l’altro sistematicamente un grave danno alla scienza ed ai nostri figli.
Da tempo abbiamo iniziato a “studiare” come genitori tutti gli aspetti del disturbo in un’ opera di approfondimento culturale che ci sta fornendo gli strumenti per comprendere sempre piu’ i confini netti tra scienza e chiacchiere, tra passione ed amore della verita’ scientifica ed affermazioni spregiudicate, approssimate o superficiali.
Non la prendano a male nonno Libero ed i “consulenti scientifici” della RAI se pertanto non presteremo loro alcun credito. Vorremo invece far loro conoscere, perche’ dimostrano di non esserne completamente a conoscenza, che nella realta’ della “vita vera”, non in quella delle “fiction”, questo disturbo mette in crisi famiglie, genitori, scuola, societa’, ma soprattutto lascia soffrire e relega in un mondo di emarginazione i nostri figli. Drammi familiari in primo luogo per diagnosi non fatte in passato, terapie inefficaci e psicoterapie inutili protrattesi per anni, denunce penali e civili rivolte ai genitori a causa di gravi comportamenti dei figli nell’ambito sociale, adulti con ADHD non trattato nel loro passato che convivono spesso con situazioni psichiatriche talvolta gravi, peggioramento negli adolescenti dei sintomi dell’ADHD con l’aggiungersi nel tempo di disturbi di condotta, depressivi o ansiosi, matrimoni falliti a causa dello stress generato dal disturbo, gravi conseguenze indotte nei fratelli e tanto tanto altro ancora costituiscono le testimonianze che ascoltiamo quotidianamente da oltre due anni di lavoro della nostra associazione. Questa puntata di “Un medico in famiglia” ha effettuato inoltre una tipica operazione dei “media” estremamente grave: sfumare i confini tra quello che e’ il corretto uso dei farmaci psicostimolanti (peraltro attualmente non disponibili in Italia), talvolta necessari per trattare questo disturbo, e l’abuso degli stessi. L’AIFA ribadisce con forza che il problema dell’abuso del farmaco e’ questione che nulla ha a che vedere con l’efficacia del farmaco. L’abuso dell’utilizzo di psicostimolanti negli Stati Uniti (nei casi in cui realmente avviene e che vanno dimostrati) si configura come un utilizzo errato del farmaco e come tale e’ da riprovare nel modo piu’ assoluto. Ma questo argomento non puo’ divenir un modo per discreditare quei farmaci che per tanti bambini, ragazzi ed adulti (con reali necessita’) e tante famiglie comporta un miglioramento drastico della vita in tutti gli ambiti, insomma l’inizio di una nuova vita. Il farmaco e’ solamente un mezzo: il vero problema sta, come sempre, nel corretto, saggio e responsabile uso dei mezzi, non nel mezzo!
Sul sito Internet dell’AIFA (www.aifa.it) e’ possibile ritrovare decine di testimonianze di genitori che, proprio grazie al trattamento farmacologico, che in alcuni casi pure si rende necessario, hanno finalmente scoperto (dopo anni di sofferenze ed emarginazioni) tutte le straordinarie potenzialita’ mentali, umane e soprattutto affettive dei loro figli, potenzialita’ che probabilmente sarebbero rimaste sotterrate, con la prospettiva di un tragico futuro, senza questo decisivo sostegno.
Una realta’ quindi totalmente diversa da quella presentata dalla “fiction”, se si pensa che il farmaco, non citato, ma a cui si e’ fatto chiaro riferimento, e’ considerato il farmaco d ‘elezione nel trattamento farmacologico dell’ADHD, secondo tutta l’enorme letteratura scientifica mondiale di questi ultimi tre decenni. Persino l’Italia, “fanalino di coda” nella diagnosi e nel trattamento di questo disturbo, con l’adesione di tutte le comunita’ scientifiche interessate, ha approvato recentemente nella Conferenza Nazionale di Consenso sull’ADHD le “Linee Guida per la diagnosi e la terapia farmacologica del Disturbo da Deficit Attentivo con o senza iperattivita’ in eta’ evolutiva”
(www.aifa.it/documenti/lineeguidaSINPIA2002.zip).
In queste Linee Guida il metilfenidato insieme agli psicostimolanti e’ considerato, nelle forme da moderate e severe, “a tutt’oggi la terapia piu’ efficace per bambini, adolescenti ed adulti con ADHD” nell’ambito di una terapia multimodale che associ quindi sempre ed anche interventi psicoterapici e di tipo cognitivo-comportamentale.
L’Associazione AIFA Onlus pertanto denuncia alla Direzione RAI e alla Redazione della fiction in questione, il grave danno recato con tale trasmissione non solo alla verita’ scientifica, ma anche ai bambini e ragazzi ADHD ed alle loro famiglie sia sul piano morale, sia su quello piu’ propriamente medico-sanitario e chiede di disporre immediatamente, prima della prossima puntata, tutte le necessarie e fondamentali precisazioni e rettifiche volte a ripristinare la verita’ scientifica e la correttezza delle informazioni su questo disturbo.

Dott. Ing. Enzo Aiello
Vicepresidente e Addetto Stampa AIFA Onlus
E-mail : vicepresidenza@aifa.it addetto.stampa@aifa.it

Roma, 8 aprile 2003
Sottoscritto dal Comitato Direttivo dell’AIFA Onlus

RASSEGNA STAMPA
Martedi’ 8 aprile, Il Messaggero – Nonno Libero: no alle pillole calma bambini
– Cari genitori fatevi un bell’esame di coscienza
– Due articoli. Nel primo, partendo dall’episodio di “Un medico in famiglia” andato in onda domenica scorsa, in cui viene condannato l’uso di psicofarmaci nei minori, si riportano alcuni pareri in merito.
Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori si dice completamente d’accordo con il messaggio dato dalla fiction, il neuropsichiatra Bollea ricorda che l’impiego di psicofarmaci deve essere un’eccezione da impiegare solo quando indispensabile e la neuropsichiatra Maria Giulia Torrioli afferma di essere favorevole a questi medicinali, senza che se ne abusi.
Nel secondo articolo, la psicologa dell’eta’ evolutiva Anna Oliverio Ferraris, spiega le caratteristiche dell’ADHD e cita alcuni farmaci adatti alla cura, tra cui il Ritalin.

Martedi’ 8 aprile, Il Giornale – Nonno Libero si sostituisce al medico –
Anche in questo articolo il tema dell’ADHD viene richiamato dalla puntata di “Un medico in famIglia”.
Accanto all’approvazione di Marziale, il parere diametralmente opposto di Stefano Pallanti, neuropsichiatra e direttore dell’Istituto di Neuroscienza di Firenze, che ha ritenuto l’intervento Rai una forma di “informazione scorretta e diseducativa”.
Un secondo breve articolo riprende il tema dell’ADHD e se ne descrivono sintomi e caratteristiche.
Martedi’ 8 aprile, La Padania – “Troppo vero quel medico in famiglia” –
Anche in questo articolo si cita il “caso” di “Un medico in famiglia” e si riportano i pareri di Antonio Marziale e Stefano Pallanti.