================== AIFAnewsletter n.196 anno X del 07/03/2012 =================== |
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1. EVENTI: Corsi CEDAP: Formazione per clinici: SANTA FLAVIA, SICILIA
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2. STORIE VERE: |
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3. RASSEGNA STAMPA | |
– articoli di interesse vario: – Tata Lucia: Alleno le famiglie alla serenità – Trentino 23 febbraio 2012 |
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1. EVENTI |
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25 febbraio |
Corsi CEDAP: Formazione dei clinici
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Le giornate di formazione CEDAP – AIDAI seguono un taglio applicativo finalizzato a migliorare la pratica clinica nel trattamento di specifici disturbi. L’accesso è gratuito per il personale CEDAP e i soci AIDAI. Il programma di formazione per l’anno in corso prevede 6 incontri. Costo: € 15,00 a persona. Pacchetto n°6 incontri € 70,00. Personale CEDAP e soci AIDAI: gratis. cedap.pa@libero.it o chiamare il 3661904230 (Dott.ssa Rosalia Rinaldi) PROGRAMMA: 25 febbraio ore 9-13: |
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06 marzo 2012, ore 10.00 Roma |
TuttiaSCUOLA.ORG |
E’ stata organizzata una manifestazione a Roma, in piazza Montecitorio, alle ore 10,00 per inaugurare la “Macelleria della disabilità” – I diritti dei disabili fatti a pezzi. |
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09 marzo 2012, ore 20.30 Torino |
Proiezione in prima nazionale del documentario “La sindrome dei monelli”, di Alberto Coletta. |
Nell’ambito della manifestazione “12° PIEMONTE MOVIE GLOCAL FESTIVAL”, nella sezione PANORAMICA DOC verrà proiettato in prima nazionale il documentario “La sindrome dei monelli” di Alberto Coletta. L’evento si terrà a Torino presso il “Movie Cineporto”, in via Cagliari 42. |
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22 marzo 2012, ore 16.30 Milano |
DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento). Dirigenti e insegnanti: ruoli e competenze |
Evento organizzato da Giunti Scuola e ANP in collaborazione con AID (Associazione Italiana Dislessia):
Istituto Maria Consolatrice – Via Galvani, 26 Milano |
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31 marzo 2012, ore 09,00 |
Centro di Psicologia Cognitivo Comportamentale ( CePiCC )
ADHD: Diagnosi e cura. |
Il convegno si svolgerà presso il CePiCC – Centro di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, p.le Tecchio,33 – 80125 Napoli il giorno 31 marzo. Interventi: Dott.ssa Camilla Barba: inquadramenti diagnostici e ipotesi eziopatogenetiche. Dott.ssa Barbara Coppola: l’intervento Cognitivo Comportamentale dell’ADHD. Dott.ssa Maria Cimmino: costruire la rete per la cura dell’ADHD: genitori, insegnanti e terapisti a confronto. Dott. Massimo Micco: l’ADHD e associazioni sul territorio. L’esperienza dell’AIFA Onlus in Campania. E’ necessaria la prenotazione e la partecipazione è gratuita. |
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21 APRILE 2012 |
Perfezionamento Annuale DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE IPERATTIVITA’ |
http://www.centrooida.it/news-dettaglio.php?id_news=32 Destinatari pedagogisti, psicologi, insegnanti, genitori, terapisti professionisti interessati all’argomento. web www.centrooida.it – email info@centrooida.it |
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2. STORIE VERE |
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Sono disperata e mi rivolgo a tutti voi, sperando di ricevere qualche parola di conforto o qualche consiglio per non impazzire. Mi chiamo A., ho 35 anni e sono mamma di F., 7 anni. Iperattivo con disturbo oppositivo provocatorio. Non gli hanno diagnosticato l’ADHD perchè il suo livello di attenzione nel test delle campanelle è risultato superiore al 90° percentile. I suoi voti a scuola sono abbastanza buoni, non ha difficoltà nell’apprendimento.Sono in ufficio, in questo momento. Mi è suonato il telefono, era la scuola. Il dirigente scolastico mi dice che mio figlio sta esagerando, ha sorpassato ogni limite. Ha colpito il maestro e chiunque gli si avvicinasse. Urla in continuazione e dice un sacco di parolacce a chiunque e forse è il caso di andare a prenderlo. Lavoro a un’ora di strada dalla scuola, ho chiesto al mio compagno di andare a prenderlo. Vi siete trovati in questa situazione? come avete reagito? cosa avete fatto e detto? Vi prego, mi sembra di impazzire! grazie a chiunque mi risponderà Firmata da una mammaRisposta n. 1 Cara, proprio in questi giorni vivo una tensione pazzesca verso mio figlio che è oppositivo e regredito in una maniera pazzesca. Il tuo urlo di aiuto è legittimo e anch’io ho la sensazione di impazzire. B. – 11 anni ADHD, abbondante disturbo dell’attenzione, poco iperattivo, ma iper emotivo! – mi ha tirato così fuori dai gangheri che pensavo di strangolarlo e poi annegare il mio dolore in un mare di whisky. Poi ho pensato che non volevo fare compagnia alla mamma di Cogne e che sono astemia e mi sono sfogata ingurgitando tonnellate di cioccolato. Mi chiamo G., sono la mamma di E., 11 anni, a cui è stata diagnosticato il disturbo di ADHD, con componente oppositiva provocatoria, all’età di 6 anni, ma che presentava sintomi evidenti di questo disturbo fin da piccolissimo. Voglio concludere dicendo che gli unici momenti in cui non ci si sente soli, sono durante gli incontri di mutuo aiuto, organizzati dalla referente AIFA ed un suo collaboratore. Risposta n. 3 |
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3. RASSEGNA STAMPA |
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-articoli interesse vario | |
«Alleno le famiglie alla serenità» Parla la «Tata» in servizio permanente a mamme, papà e bambini di Maria Viveros Gentile, disponibile, preparata. E soprattutto chiara nelle sue risposte, così come deve essere chiara al tempo dolce e severa una donna che metta la sua preparazione, la sua formazione con tanto di curriculum prestigioso, al «servizio» delle famiglie. Pronta a valutare, capire, analizzare e dare il consiglio giusto al momento giusto. Il successo della trasmissione e dei suoi libri sono il segno che i genitori vogliono riappropriarsi del loro ruolo? Certo. Abituati a dire, rientrando a casa la sera: «Sono molto stanco. Non ce la faccio più»”, si rendono conto che il loro rapporto con i figli pesa e non è soddisfacente. E allora interviene la Tata. La Tata che aiuta, indica, non impone ma alla fine ottiene sempre risultato. A volte un risultato che viste le premesse dentro certe famiglie sembra miracoloso. La figura presentata dalla trasmissione è più televisiva che reale (le famiglie che oggi possono permettersela la consulenza della Tata sono davvero poche) e si presta a diverse specifiche. E’ quasi come una vice madre di una volta, che passava tanto tempo con i bambini per un progetto educativo comportamentale in accordo con le abitudini di ogni famiglia, di cui rispecchiava i valori. E’ ben diversa da una baby sitter che, invece, ha una funzione quasi esclusivamente di accudimento. La Tata trova sempre per ogni problema una saggia soluzione. Come mai i genitori, invece, davanti alle difficoltà aumentano il loro stato di frustrazione? Secondo me sono i segni che la gente ha bisogno di comunicazioni vere e contatti con chi possa aiutare a riportare a galla gli autentici valori della famiglia, nucleo indispensabile preposto all’educazione. Oggi i genitori si rendono conto che la convivenza col figlio è difficile. Ecco perché delegano questo compito a nidi, asili, scuole, oratori, centri sportivi e altre situazioni. Genitori e figli: chi ha più bisogno di essere educato? Il genitore. Il bambino quando nasce, non sapendo come si fa a vivere, deve essere guidato nel pieno rispetto della sua personalità. Le buone abitudini vengono insegnate. Come può un genitore barcamenarsi fra teoria e pratica? Io sono estremamente pragmatica. Divido le emozioni dai comportamenti. I comportamenti possono essere cambiati perché rappresentano solo un aspetto materiale. La cancellazione, quindi, di una cattiva abitudine aiuta la vita sia dei figli che dei genitori. Sono spesso questi a crearsi dei falsi problemi. Devono però imparare a fare delle scelte di condivisione di vita, senza nascondersi dietro a soluzioni di egoismo. Come risponde a chi ritiene che dai suoi libri emerge una visione “aziendale” della famiglia? Più che di organizzazione aziendale parlerei di pragmatica. Il bene a un figlio non lo dimostro se lo tengo a dormire nel lettone, ma quando attuo scelte pratiche che ne tutelano la vita. Devo impegnarmi a sostenerlo nella sua maturazione e nel suo successo. Per far questo, certo che devo organizzarmi Si dice “in medio stat virtus”. Cosa sta nel mezzo fra gratificazioni e punizioni? Io lavoro sempre possibilmente sul rinforzo positivo. La punizione arriva quando il male è stato compiuto e il bambino non può più rimediare. Spesso un comportamento positivo si ottiene prima di arrivare alla punizione. Bisogna essere capaci di trasformare la vita normale in occasione di positività e felicità. Anche la felicità, come tutte le buone abitudini, va insegnata. Lei invita ad “allenarsi a essere felici”. Visto che la felicità è imprevedibile e dura un attimo, non sarebbe, piuttosto, il caso di “allenarsi a essere sereni”? Noi adulti che abbiamo un’esperienza di vita pensiamo al passato e facciamo progetti per il futuro. Il bambino, invece, tende a vivere l’attimo presente. Per lui la somma di tanti momenti felici è la condizione del suo stato di benessere. Se la mamma sorride, fa lo stesso anche lui. Bisogna insegnargli a vedere sempre il lato positivo di tutto. L’esempio lampante è nel ritornello “Basta un poco di zucchero e la pillola va giù…”: una difficoltà è subito trasformata in un bel momento. Fra i suoi lettori ci sono più mamme o papà, oppure la distribuzione è equa? Le mamme sono più numerose quando parlo dei primi 3 anni di vita del bambino, perché la loro è una presenza quasi indispensabile per quell’età. Alle mie conferenze partecipano, comunque, anche molti papà e nonni. Segno dei tempi che stanno cambiando? Finalmente qualche uomo che non si limita a essere figlio, ma che diventa padre. In una società mediatica come la nostra, se venisse introdotta nella trasmissione tv la figura del “Tato” potrebbe contribuire ad abbattere vecchi cliché o non sarebbe ancora credibile, almeno qui in Italia? Penso che sarebbe credibile se si presenta in maniera positiva e se è capace di fare questo lavoro. Negli Stati Uniti ci sono parecchi insegnanti uomini che sono dei bravissimi educatori. Certo, nella fascia d’età della scuola materna potrebbe esserci una certa diffidenza, come generalmente accade nei confronti di chiunque abbia in affidamento i nostri figli. I bambini di oggi sono sempre più sfrontati. Di chi la responsabilità? I bambini ci copiano. Viviamo in una società in cui il rispetto per l’altro, anche con le parole, è stato abbandonato. Le comunicazioni mediatiche hanno reso tutto asettico e impersonale. Così perdiamo molto della nostra vita emotiva. E’ importante insegnare a riconoscere le emozioni, che solo lo sguardo può cogliere. Oggi, però, i ragazzi non ci guardano più in faccia. Tra chat e sms cosa passa? Non distinguono più chi contattano e chi può entrare in relazione con il loro modo di essere. Nelle scuole americane, per esempio, per insegnare a riconoscere le emozioni si fanno degli esercizi appositi, per abituare a guardare in viso chi parla. La scuola può dare una mano alla famiglia nell’azione educativa? Il progetto educativo non è per la scuola solo didattico, ma anche comportamentale, sociale e civile. Ben venga l’educazione anche a scuola. (m. v.) Trentino 23/02/2012 Ndr: a proposito della Tata Lucia vorremmo ricordare che è anche un’esperta in tutte le strategie educative e comportamentali per bambini con ADHD, esperienze acquisite negli anni nel Centro di Ricerca del prof. Swanson in California. Un piccolo esempio: http://www.youtube.com/watch?v=ksZiz4Zh7hI |