========= AIFAnewsletter n. 180 anno VIII del 22/06/2010 ======================
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.

In questo numero:

AUGURIAMO A TUTTI I RAGAZZI CHE STANNO AFFRONTANDO GLI ESAMI DI TERZA MEDIA E GLI ESAMI DI MATURITA’, CHE TUTTO PROCEDA NEL MIGLIORI MODO POSSIBILE, DI TROVARE INSEGNANTI, PROFESSORI E COMMISSIONI CHE RIESCANO APPREZZARE APPIENO GLI SFORZI FATTI PER RAGGIUNGERE QUESTA META’.
Auguriamo alle famiglie di questi ragazzi di affrontare serenamente questo periodo, di dare fiducia ai loro figli e, se non dovesse andare bene, di non rassegnarsi, bensì di considerare questo come una nuova e migliore opportunità.
Patrizia Stacconi,
presidente AIFA Onlus
e tutto lo staff

1. EVENTI:
– 
IX CONGRESSO INTERNAZIONALE AUTISME-EUROPE – Catania, 8-10 ottobre 2010
2. CIRCOLARE MIUR “DISTURBO DI DEFICIT DI ATTENZIONE ED IPERATTIVITA’”
4. NASCE ADHDnet
5. CAMPUS CEDAP-WWF a Cefalù,6-12settembre 2010,

6
. RASSEGNA STAMPA:
articoli positivi:
– 
Sedegliano, alle primarie “Educare e apprendere”
– Approvato il Piano di zona Trapani
– Consigli sull’organizzazione scolastica per studenti con ADHD o difficoltà d’apprendimento.

articoli di interesse vario:
nascere prima aumenta i rischi
articoli Esperienze vissute:
Lodi: bambini super-attivi – due opinioni

1. EVENTI:
IX CONGRESSO INTERNAZIONALE AUTISME-EUROPE – Catania, 8-10 ottobre 2010
consultare il sito 
http://www.autismeurope2010.org
dove troverete in italiano il modulo d’iscrizione online e tutte le informazioni relative al Congresso
Iscrizioni riservate agli “early birds” entro il 30 giugno beneficiando delle condizioni favorevoli
sono stati richiesti i crediti formativi ECM per le seguenti professioni:
Medici, NPI, Psichiatri, Psicologi, Educatori professionali, Logopedisti, Terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva.
L’interpretazione in italiano sarà disponibile in tutte le sessioni del Congresso, workshops ed eventi paralleli.
Il programma dettagliato si trova sul sito. 97

2. CIRCOLARE MIUR “Disturbo di deficit di attenzione ed iperattività”
Con grandissima soddisfazione riportiamo qui il testo completa della Circolare prot. N.4089 del 15 giugno 2010 che Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha inviato ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali:
Premessa
In considerazione della sempre maggiore e segnalata presenza nelle scuole di alunni con diagnosi di “Disturbo da Deficit di Attenzione/ Iperattività (ADHD, acronimo per l’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder) si propongono indicazioni e accorgimenti didattici volti ad agevolare il percorso scolastico di detti alunni alla luce del documento sottoscritto da Airipa( Associazione Italiana Ricerca ed Intervento nella psicopatologia dell’apprendimento), Sinpia ( Società Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza), Aidai ( Associazione Italiana per i disturbi di attenzione , iperattività e patologie correlate) , Aifa ( Associazione Italiana Famiglie Adhd Onlus) e pubblicato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità : http://www.iss.it/adhd/docu/cont.php?id=385&lang=1&tipo=3
Si premette che l’ADHD è presente in circa l’1% (fonte Istituto Superiore di Sanità) della popolazione infantile, ha una causa neurobiologica e si caratterizza per la presenza di sintomi di disattenzione, impulsività/iperattività, riconducibili a difficoltà nell’autocontrollo e nelle capacità di pianificazione e non attribuibili ad un deficit dell’intelligenza.
Descrizione degli alunni con ADHD
Molti bambini e ragazzi possono presentare comportamenti di disattenzione e/o irrequietezza motoria, tuttavia gli alunni che presentano tale Disturbo hanno difficoltà pervasive e persistenti nel:
· selezionare le informazioni necessarie per eseguire il compito e mantenere l’attenzione per il tempo utile a completare la consegna
· resistere ad elementi distraenti presenti nell’ambiente o a pensieri divaganti
· seguire le istruzioni e rispettare le regole (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di comprensione)
· utilizzare i processi esecutivi di individuazione, pianificazione e controllo di sequenze di azioni complesse, necessarie all’esecuzione di compiti e problemi
· regolare il comportamento che si caratterizza quindi per una eccessiva irrequietezza motoria e si esprime principalmente in movimenti non finalizzati, nel frequente abbandono della posizione seduta e nel rapido passaggio da un’attività all’altra
· controllare, inibire e differire risposte o comportamenti che in un dato momento risultano inappropriati: aspettare il proprio turno nel gioco o nella conversazione
· applicare in modo efficiente strategie di studio che consentano di memorizzare le informazioni a lungo termine.

Gli stessi alunni possono talvolta presentare difficoltà:
· nel costruire e mantenere relazioni positive con i coetanei
· nell’autoregolare le proprie emozioni
· nell’affrontare adeguatamente situazioni di frustrazione imparando a posticipare la gratificazione
· nel gestire il livello di motivazione interna approdando molto precocemente ad uno stato di “noia”
· nell’evitare stati di eccessiva demoralizzazione e ansia
· nel controllare livelli di aggressività
· nel seguire i ritmi di apprendimento della classe a causa delle difficoltà attentive.

In alcuni soggetti prevale la disattenzione, in altri l’iperattività/impulsività, ma nella maggior parte dei casi i due problemi coesistono.
Il protocollo operativo indicato nel suddetto documento ,utile a migliorare l’apprendimento ed il comportamento degli alunni con ADHD in classe, prevede i seguenti punti.
Viene preliminarmente ritenuto opportuno che il Dirigente Scolastico venga contattato dalla famiglia che presenta l’evidenza della problematica del proprio figlio/a. Tutta la documentazione dovrebbe essere inserita nel protocollo riservato.
Sarebbe utile che il Dirigente Scolastico allerti i docenti prevalenti o i coordinatori di classe in merito all’evidenza del caso.
Tutti i docenti della classe in cui è presente un alunno con ADHD dovrebbero prendere visione della documentazione clinica dell’alunno rilasciata da un servizio specialistico
(caratteristiche del Disturbo, diagnosi e indicazioni di trattamento, suggerimenti psico-educativi).
Gli insegnanti sono invitati a tenere contatti con i genitori del bambino e con gli specialisti che lo seguono, per un opportuno scambio di informazioni e per una gestione condivisa di progetti educativi appositamente studiati .
I docenti, di concerto con gli operatori clinici che gestiscono la diagnosi e cura dell’alunno, dovrebbero a questo punto definire le strategie metodologico-didattiche per favorire un migliore adattamento scolastico e sviluppo emotivo e comportamentale.
Si raccomanda che ciascun insegnante che opera con il bambino abbia cura di attenersi all’utilizzo di tecniche educative e didattiche di documentata efficacia nell’ambito dei disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività ( vedi link allegati)
Nel caso sia stata prevista, da parte del servizio specialistico, la presenza dell’insegnante di sostegno, si ribadisce l’opportunità di lavorare costantemente con l’obiettivo di potenziare le condizioni educative e didattiche del gruppo, al fine di integrare l’alunno nel contesto della classe.
In sintesi, si ritiene opportuno che tutti i docenti:
· predispongano l’ambiente nel quale viene inserito lo studente con ADHD in modo tale da ridurre al minimo le fonti di distrazione
· prevedano l’utilizzo di tecniche educative di documentata efficacia (es. aiuti visivi, introduzione di routine, tempi di lavoro brevi o con piccole pause, gratificazioni immediate, procedure di controllo degli antecedenti e conseguenti).
I docenti inoltre dovrebbero avvalersi dei seguenti suggerimenti:
1. Definire con tutti gli studenti poche e chiare regole di comportamento da mantenere all’interno della classe.
2. Concordare con l’alunno piccoli e realistici obiettivi comportamentali e didattici da raggiungere nel giro di qualche settimana.
3. Allenare il bambino ad organizzare il proprio banco in modo da avere solo il materiale necessario per la lezione del momento.
4. Occuparsi stabilmente della corretta scrittura dei compiti sul diario.
5. Incoraggiare l’uso di diagrammi di flusso, tracce, tabelle , parole chiave per favorire l’apprendimento e sviluppare la comunicazione e l’attenzione.
6. Favorire l’uso del computer e di enciclopedie multimediali, vocabolari su CD, ecc.
7. Assicurarsi che, durante l’interrogazione, l’alunno abbia ascoltato e riflettuto sulla domanda e incoraggiare una seconda risposta qualora tenda a rispondere frettolosamente.
8. Organizzare prove scritte suddivise in più parti e invitare lo studente ad effettuare un accurato controllo del proprio compito prima di consegnarlo.
9. Comunicare chiaramente i tempi necessari per l’esecuzione del compito (tenendo conto che l’alunno con ADHD può necessitare di tempi maggiori rispetto alla classe o viceversa può avere l’attitudine di affrettare eccessivamente la conclusione).
10. Valutare gli elaborati scritti in base al contenuto, senza considerare esclusivamente gli errori di distrazione, valorizzando il prodotto e l’impegno piuttosto che la forma.
11. Le prove scritte dovrebbero essere suddivise in più quesiti.
12. Evitare di comminare punizioni mediante: un aumento dei compiti per casa, una riduzione dei tempi di ricreazione e gioco, l’eliminazione dell’attività motoria, la negazione di ricoprire incarichi collettivi nella scuola, l’esclusione dalla partecipazione alle gite.
13. Le gratificazioni devono essere ravvicinate e frequenti.

In merito alla norma sancita dal Decreto Ministeriale 16 gennaio 2009 n° 5 che riguarda “Criteri e modalità applicative della valutazione del comportamento” è auspicabile che i docenti considerino i fattori presenti nella diagnosi ADHD prima di procedere alla valutazione dell’alunno/a.
Si sottolinea l’importanza e delicatezza della valutazione periodica del comportamento dell’alunno (voto di condotta). Occorre infatti tenere conto del fatto che il comportamento di un alunno con ADHD è condizionato fortemente dalla presenza dei sintomi del disturbo. Sarebbe pertanto auspicabile che la valutazione delle sue azioni fosse fatta evitando di attribuire valutazioni negative per comportamenti che sono attribuibili a fattori di tipo neurobiologico.
Sull’intera tematica degli alunni affetti da disturbo ADHD si richiamano le precedenti circolari ministeriali sull’argomento allegate alla presente nota.
Si pregano le SS.LL di voler diffondere le informazioni contenute nella presente circolare presso le istituzioni scolastiche di competenza
Si ringrazia per la collaborazione
F.to Il Dirigente Antonio Cutolo
Testi utili e scaricabili gratuitamente:
Opuscolo AIDAI con indicazioni per insegnanti http://www.aidaiassociazione.com/documents/Training_per_Insegnanti.pdf
Strategie per insegnanti AIFA Onlus http://www.aifa.it/strategiescolastiche.htmhttp://www.aifa.it/linkstrumenti.htm http://www.aifa.it/scuolaeadhd.htm Linee guida cognitivo-comportamentali http://www.aidaiassociazione.com/documents/Linee_guida_ADHD.pdf
Elenco Centri Regionali di Riferimento per la Diagnosi e Cura dell’ADHD http://www.iss.it/adhd/regi/cont.php?id=222&lang=1&tipo=2
Decreto 24/04/2007 http:///www.iss.it/adhd/docu/cont.php?id=250&lang=1&tipo=3
sito della SINPIA www.sinpia.eu
sito dell’Airipa www.airipa.it

3. NASCE ADHDnet – www.ADHDnet.it
COSA É?
É un portale al quale afferiscono i Centri Regionali di Riferimento per l’ADHD, per mettere in rete i neuropsichiatri (NPI) attraverso un professional network. Il progetto è coordinato da un Comitato Scientifico Nazionale rappresentato da alcuni centri di eccellenza.
A CHI É DESTINATO?
Ai neuropsichiatri appartenenti ai Centri di riferimento per l’ADHD nazionali, che vi potranno accedere tramite una username e una password identificative riservate.
OBIETTIVI?
Offrire agli specialisti dei centri la possibilità reale di avere un dialogo costante, in modo semplice e diretto con gli specialisti referenti del progetto, mediante la community del professional network. La community ha come scopo diventare un supporto per la condivisione dinamica dei problemi professionali esposti dai NPI e per l’ aggiornamento clinico-scientifico che saranno una risorsa di apprendimento per l’intero gruppo.

4. CAMPUS WWF-CEDAP, Cefalù 6-12 settembre
Il CEDAP , Centro per i Disturbi di Apprendimento, organizza anche quest’anno un campus estivo per i ragazzi con difficoltà di apprendimento.
Per informazioni ed iscrizioni telefonare a:
PALMA NANA via Archimede 56, 90139, Palermo Tel. 0917434726 Fax 0913809837
E-mail info [at] educazioneambientale.com Dal lunedì al venerdì dalle ore 10,00 alle ore 18,00
Oppure contattare i referenti CEDAP per il campus, la Dr Rosalia Rinaldi al n° 3661904230 o Dr Ivana Marcianò al n°3381949884

5. RASSEGNA STAMPA
articoli positivi:
Sedegliano, alle primarie “Educare e apprendere”
SEDEGLIANO. “Educare… ad apprendere”, è il progetto volto alla creazione di uno sportello con focus sui  disturbi specifici dell’apprendimento e sulle difficoltà scolastiche rivolto a genitori e insegnanti, sviluppato nell’anno scolastico nelle scuole primarie della direzione didattica di Sedegliano, guidata dal dirigente Maurizio Driol. Sono coinvolte quindi le scuole primarie di Cisterna, Coseano, Sedegliano ed è svolto da Anna Di Stefano, psicologa con una preparazione specifica in queste tematiche. L’obiettivo del progetto è di acuire la sensibilizzazione verso i Dsa, migliorare l’approccio di tali deficit in ambiente scolastico e familiare, supportare docenti e genitori alle prese con queste problematiche. Ciò è avvenuto in questi mesi tramite consulenze rispetto a strategie d’apprendimento da mettere in atto, eventuali materiali con cui esercitarsi a casa, uso di strumenti compensativi e dispensativi, consigli a livello psicoeducativo. Per informazioni si può visitare il sito www.itcsedegliano.it e per saperne di più su dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia e Adhd il sito www.aiditalia.org.
05/06/2010 Messaggero Veneto – Udine Pag. 10

Approvato il Piano di zona a Trapani
Comune capofila. Interventi per famiglie, anziani, povertà e disabili
È stato approvato dalla Regione il Piano di Zona 2010/2013, elaborato dal Distretto Socio Sanitario D50 di cui il Comune di Trapani è ente capofila e fanno parte i Comuni di Buseto Palizzolo, Custonaci, Erice, Favignana, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice, oltre all’Asp.
Povertà, anziani, famiglia e disabili sono i quattro obiettivi del Piano.
Per ciò che riguarda la povertà sono previsti i seguenti interventi: Borse Formazione Lavoro, occupazione per un anno di soggetti in stato di disagio economico e disoccupati che si occuperanno di cura e manutenzione di spazi e luoghi pubblici. Il progetto riguarderà 180 soggetti in tutto il distretto. Voucher sociali per la famiglia, per l’acquisto di beni di prima necessità. Voucher assegno abitatativo.
Per ciò che riguarda gli Anziani, sono previste le seguenti azioni: telesoccorso, assistenza domiciliare anziani. Progetto «Non più soli», attraverso il volontariato e l’associazionismo.
Per quanto riguarda la famiglia, le azioni previste sono le seguenti: mediazione familiare, comunità alloggio Minori Oikia, progetto «Ricominciamo da noi», l’avvio di quattordici centri di aggregazione giovanile e di una ludoteca itinerante. Progetto «SOS Tata», progetto «Operazione Click 2», con la costituzione di un’equipe psico – pedagogica, per una serie di iniziative rivolte ai bambini e ragazzi. Per quanto riguarda la Disabilità, progetto «Sorrisi in movimento», per il trasporto ed accompagnamento dei cittadini disabili sul luogo di lavoro, a scuola, nei luoghi di svago e socializzazione, assistenza domiciliare disabili, progetto «Gian Burrasca», è un’azione rivolta ai bambini affetti da ADHD ed alle loro famiglie.
Nell’ambito del Piano sono previsti il mantenimento del Centro Polifunzionale Dipendenze e un paio di azioni trasversali, tra cui l’apertura di uno sportello unico integrato socio – sanitario presso l’Azienda Sanitaria Locale n. 9. Il Piano di Zona, i cui interventi riguarderanno tutti i Comuni del distretto, vedrà impegnate risorse per oltre cinque milioni e mezzo di euro, con fondi regionali per poco più di tre milioni e mezzo e fondi dei Comuni per poco più di un milione e duecentomila euro.
01/06/2010 La Sicilia – Ed. nazionale Pag. 34

Consigli sull’organizzazione scolastica per studenti con ADHD o difficoltà d’apprendimento.
Aiuta il tuo bambino con ADHD o difficoltà di apprendimento a sviluppare le competenze riguardanti l’organizzazione scolastica.
di 
Donna Goldberg – Traduzione di Iolanda Micco (pedagogista – collaboratrice AIFA onlus)

Sia se si ha l’ADHD che se non lo si ha, l’organizzazione non è un’abilità innata. I bambini devono imparare a gestire e mantenere sistemi organizzativi. I genitori devono considerarsi consulenti di proprio figlio, essere coinvolti nel processo di organizzazione del materiale, in modo da guidare il ragazzo in ogni passo e permettergli di compiere delle scelte e delle decisioni. È importante aiutare il bambino ad allenare le proprie capacità di base e seguirlo grazie ad uno schema che avrete costruito insieme.
Iniziamo con nove consigli per organizzare meglio il tempo del ragazzo ADHD

1. Organizzare i tempo: la comprensione delle sequenze
Fate una distinzione chiara delle sequenze con vostro figlio dandogli specifici segnali verbali – in primo luogo, poi, allora, prima, dopo che – in modo da comprendere come sviluppare una routine. Fate domande: Che cosa viene dopo? Ti ricordi quello che hai fatto prima?
Rafforzate così la comprensione delle sequenze:
– Date al vostro bambino una serie di indicazioni verbali, giocando. “In primo luogo fai dieci saltelli, poi scrivi il tuo nome all’indietro”.
– Fatevi dare delle indicazioni verbali da vostro figlio e voi genitori svolgete l’azione.
– Chiedergli di ricordare quali sono le parole legate al tempo.
-Parlate di vacanze future o ricordategli il suo ultimo compleanno.

2. Il calendario
E’ consigliabile utilizzare un calendario settimanale per aiutare i bambini ad apprendere i giorni della settimana, così come i concetti di ieri, domani, e così via. È molto utile lavorare sul formato settimanale perché i bambini tendono a vivere nel presente. Un calendario mensile rischia di dare un sovraccarico informativo, perciò il concetto di una sola settimana è più facile da comprendere inizialmente. Successivamente, è possibile, insegnare per gradi anche le altre sequenze.

Compilate le date sul calendario all’inizio di ogni settimana.
Ogni persona dovrebbe scrivere sul calendario gli impegni della settimana – gli appuntamenti, le cene, gli impegni sportivi, e così via. Alla fine di ogni giornata, è importante cancellare le attività fatte con il bambino: “Oggi è finita.” Poi discutere delle attività del giorno dopo magari sottolineandole: “Questo è quello che faremo domani, Venerdì”.

Quando il bambino cresce, il calendario lo aiuterà a sviluppare altre competenze, come le sue responsabilità. Egli può vedere quando sarà o meno disponibile e in grado di progettare e di conseguenza assumersi la responsabilità per se stesso.

3. L’orologio
Gli orologi analogici, al contrario di quelli digitali, mostrano che il tempo si muove e permettono al bambino di sapere dove si trova in quel momento o nel resto della giornata. Ecco una pratica da fare con il proprio bambino a casa. Chiedergli di esprimere in maniera diversa le 6:45 (un quarto alle sette). Sottolinea al bambino che i numeri da 12 a 6 si riferiscono a dopo l’ora, mentre quelli dal 6 al 12 si riferiscono a prima dell’ora. Rafforza le idee come questa, più e più volte in modo che il bambino possa fare sua la proprietà del tempo dell’orologio.

4. L’agenda
Proprio come per gli adulti, i bambini hanno bisogno di un posto dove appuntare le scadenze, gli appuntamenti e altre informazioni. Un’agendina aiuterà il vostro bambino a gestire tutto quello che deve ricordare e organizzare, – i compiti a casa, gli appuntamenti con gli amici,  le feste di compleanno – si può anche appuntare il numero di un compagno di classe per chiedere delucidazioni sui compiti a casa.

Aiuta il tuo bambino ad andare oltre i suoi progetti. Con la guida, si può imparare a scrivere tutte le scadenze dei compiti a casa ed evitare di fare le cose all’ultimo momento ottenendo poi spiacevoli sorprese.

5. Le prorità
Aiuta i tuo bambino a capire come svolgere i compiti a casa. È importante fargli comprendere quelli che sono per il giorno successivo, e quale di questi è il più impegnativo. È fondamentale, in primo luogo, incoraggiare il bambino ad iniziare a studiare svolgendo il compito più difficile in modo da essere ancora fresco ed energico. In questo modo si aiuterà il bambino ad imparare a gestire le priorità e le assegnazioni.

6. Organizzare i fogli sparsi
Gli studenti hanno bisogno di un sistema per l’organizzazione dei compiti da svolgere relativamente alla scuola. Aiutate il bambino a capire cosa è meglio per lui. Ci vorrà del tempo e della sperimentazione, ma continuate a provare, e ascoltare il vostro bambino. I bambini spesso hanno buone idee.

7. Tre raccoglitori perfetti
Per gli studenti più giovani, il contenitore di fogli sparsi è utile per inserire carte sciolte come le circolari scolastiche, gli appunti ed i semplici compiti per casa. Ho trovato che tre raccoglitori di plastica (o buste di plastica) per ordinare il lavoro, sono perfetti per l’organizzazione del ragazzo. Ogni raccoglitore avrà un’etichetta con su scritto “compiti da fare a casa”, “compiti svolti” e “avvisi”. Il bambino deve tornare a casa con tutte le assegnazioni inserite nella busta “compiti da fare a casa” e le note ai genitori in quella con su scritto “avvisi”.

Dopo aver completato i compiti si dovrebbero trasferire i fogli nel contenitore “compiti svolti” così da essere pronti per il nuovo giorno di scuola.

8. Sistema di organizzazione del materiale per gli studenti piu’ grandi
Come gli studenti diventano più grandi, essi hanno maggiore materiale da gestire – ciò può tremendamente confondere un bambino ADHD. La miglior maniera per organizzare il materiale è l’utilizzo di un raccoglitore, in modo che il bambino abbia la possibilità di tornare a casa con tutto ciò di cui ha bisogno, ritrovandolo facilmente sia a casa che il giorno successivo a scuola. Un raccoglitore ad anelli può ad esempio avere: delle schede di colore differenziato in base alla materia. Chiedete al vostro bambino quale colore preferisce associare ad una determinata materia. Per esempio, si potrebbe collegare il colore rosso del sangue o verde della natura con la materia delle scienze. L’assegnazione dei colori grazie ad associazioni mentali offre un suggerimento visivo per un rapido accesso ai materiali.

Le buste di plastica, raccomandate per i bambini più piccoli, possono essere altrettanto funzionali per gli studenti più grandi, che potrebbero avere bisogno di comprendere al volo di quale materia si tratta e quale siano i compiti da svolgere. Se il vostro ragazzo ha problemi con i fogli colorati, provate invece con un raccoglitore a fisarmonica (una sorta di portadocumenti).

9. La busta “compiti svolti”
Una volta che un’unità di studio è finita, i materiali devono essere spostati dalla busta “compiti da svolgere”. Istituite una busta di plastica che abbia i documenti divisi per argomento riguardanti i “compiti svolti”, e incoraggiate il bambino a spostare i progetti da finire qui. Con questo sistema, se ha bisogno di cercare qualcosa o trovare un documento in seguito, tutto sarà a portata di mano e ben organizzato per argomento.

Lodate
Lodate le realizzazioni ed i successi del vostro bambino, continuate a lavorare con lui su nuove competenze. Il supporto dei genitori e la perseveranza nell’organizzare un’esperienza positiva ed efficace per un bambino, si rivelerà un bene per la vita.


articoli di interesse vario:
NASCERE UNA SETTIMANA PRIMA AUMENTA I RISCHI
Salute
(AGI) – Londra, 9 giu. – Basta nascere con una sola settimana di anticipo per avere un rischio aumentato di problemi fisici, dalla sordita’ all’autismo. Lo afferma una ricerca scozzese pubblicata dalla rivista Plos Medicine, condotta su oltre 400 mila bambini. I ricercatori hanno analizzato la storia scolastica di bambini nati ra la settimana 37 e la 39, confrontandola con quella di bambini nati al termine naturale della gravidanza di 40 settimane. Nel primo gruppo il 5,1 per cento dei bambini ha avuto bisogno di assistenza specifica durante gli anni scolastici per problemi che vanno dal deficit di attenzione all’autismo a vista e udito insufficienti, mentre nel secondo la percentuale e’ stata del 4 per cento. Nel mondo, fanno notare gli autori, un terzo dei bambini nasce nell’intervallo tra le 37 e le 39 settimane, spesso perche’ e’ stato programmato un parto cesareo, che normalmente avviene alla 39sima settimana. “Ormai e’ normale programmare un cesareo una settimana prima della scadenza naturale – ha spiegato Jill Pell, dell’universita’ di Glasgow – ma se non ci sono motivi medici per farlo bisognerebbe valutare meglio costi e benefici”. –
09/06/2010 12:11 AGI Sito Web

articoli Esperienze vissute:
2 articoli – 2 opinioni
Aumenta l’interesse verso i disturbi dell’attenzione, l’esperto conferma: «Un tempo il fenomeno veniva sottovalutato»
Bambini “super-attivi”, 50 casi in cura
In crescita nel territorio i minori affetti dalla sindrome Adhd
Suo figlio si chiama Davide, ha 11 anni e la sindrome di Adhd: disturbo dell’attenzione e dell’iperattività.
A scuola, il ragazzo non riesce a stare fermo, concentrarsi, rispettare le regole. E gli insegnanti lo puniscono in continuazione. Lui pensa di essere cattivo e invece di migliorare, peggiora. Sua madre è disperata. Alle elementari, a Sant’Angelo, erano in classe in 28, ma andava tutto bene, alle medie di Graffignana, invece, le cose non sono andate per il verso giusto. Adesso i genitori stanno cercando un’altra soluzione. Sperano di trovare una nuova scuola con degli insegnanti disposti a capire che dietro il comportamento del figlio si nasconde un disturbo neurologico. Nel Lodigiano, ci sono oltre 50 ragazzi con lo stesso problema di Davide (il nome è di fantasia).
A seguirli c’è il centro regionale, che ha sede presso l’Unità operativa di neuropsichiatria dell’Azienda ospedaliera, e che è guidato dalla neuropsichiatra Paola Morosini. «L’Adhd, Attention-deficit/hyperactivity disorder – spiega la specialista – è un grave problema neurologico che spesso viene scambiato per maleducazione. Attualmente, nel Lodigiano, abbiamo in carico oltre 50 casi, solo 32 sono nel capoluogo. Si tratta di una patologia in aumento, spesso associata alla dislessia e ai disturbi dell’apprendimento. L’aumento credo sia legato alla raffinatezza delle diagnosi. Un tempo i problemi venivano sottovalutati. Ci sono diverse teorie sulla fenomenologia della malattia che vanno dall’alimentazione all’inquinamento. I videogiochi e la Tv questa volta non rientrano tra le cause, trattandosi di un disturbo neurologico. Dai giochi tradizionali però i bambini imparano a rispettare i turni e le regole. Per loro potrebbero essere un’importante banco di apprendimento». I bambini con la sindrome dell’iperattività, dell’attenzione e dell’impulsività hanno diritto, a seconda dei casi, all’insegnante di sostegno e all’assistente ad personam.
«Nel nostro centro – dice Morosini – facciamo tutto un lavoro di Parent Training con i genitori, cioè dei gruppi di incontro, nei quali insegniamo alle famiglie quali comportamenti tenere con i figli. Diciamo loro di non arrabbiarsi nella vita quotidiana e gli spieghiamo quali sono le condotte di anticipazione da adottare: non si può chiedere ai ragazzi di stare seduti mezz’ora a fare i compiti se la loro capacità di attenzione dura 10 minuti».
Al centro di via Giovanni XXIII di Lodi, ai ragazzi si applica la terapia occupazionale. «Cerchiamo di insegnare loro, attraverso attività pratiche – spiega Morosini – come si fa a progettare, tenere l’attenzione, costruire i passaggi per arrivare all’obiettivo, senza disperdersi. Facciamo interventi individuali o di gruppo, a seconda dei casi». La terapia psicofarmacologica, invece, a Lodi è seguita solo da 5 pazienti, interviene per bloccare i luoghi cerebrali alterati dal punto di vista neurologico. «L’Adhd – precisa Morosini – è un’alterazione di alcuni circuiti di neurotrasmettitori che impediscono ad alcune famiglie neuronali di avere la loro funzione di controllo. Le prospettive di cura sono buone. Sono in arrivo anche degli stanziamenti regionali che riguardano la terapia alternativa ai farmaci. L’obiettivo è fare in modo che i bambini non si sentano cattivi e indesiderati.
Solo così possono migliorare». Cristina Vercellone
15/06/2010 Il Cittadino di Lodi Pag. 11

Una storia da Graffignana: per la preside «è colpa della famiglia che non ha collaborato»
«Mio figlio non vuole più studiare»
«Sono disperata. Invece di aiutare mio figlio l’hanno portato verso l’emarginazione». La mamma di Davide, affetto da Adhd (sindrome dell’iperattività, concentrazione e impulsività) che ha frequentato la prima media, a Graffignana, è disperata. «L’anno scorso – spiega – mio figlio era alle elementari Morzenti di Sant’Angelo. Erano in classe in 28, senza insegnante di sostegno e non ha mai avuto problemi: i docenti là l’hanno capito.
Quest’anno, per le medie, ho deciso di mandarlo a Graffignana: in classe erano solo in 11 e poi facevano molti laboratori. Invece è stato un disastro, è diventato più ribelle anche a casa. A dicembre è arrivato il tracollo. Hanno incominciato a piombare le note». La signora Augusta è convinta che sia giusto, che un segnale alle famiglie vada dato, ma ritiene che i genitori e gli insegnanti debbano collaborare.
La vicepreside Graziella Codecà la pensa all’opposto, ma lei è convinta. «La scuola – dice – non si è messa dalla parte di un bambino ammalato come Davide. La scuola di Graffignana è un’isola felice solo per i bambini che vanno bene. I bambini che hanno delle difficoltà vengono emarginati. Lo sanno, gliel’ha detto anche il neuropsichiatra, che i bambini con questa sindrome hanno bisogno di essere incentivati. Invece sono arrivati a dargli anche 4 note in un solo giorno, non l’hanno voluto alla gita e l’hanno sospeso tre volte per una settimana. Non hanno fatto altro che peggiorare la situazione, tanto che mio figlio non vuole più andare a scuola. Le sospensioni a cosa hanno giovato? Adesso hanno chiesto l’insegnante di sostegno per il prossimo anno, ma a 11 anni è difficile farglielo accettare». La mamma di Davide è disperata. «Con il suo atteggiamento – dice – la scuola ha testimoniato che il suo unico obiettivo era quello di liberarsi di mio figlio.
Le uniche persone che mi sento di ringraziare, della scuola, sono i bidelli, straordinari, le famiglie e i compagni, in particolare la sua vicina di banco, una ragazza speciale. Oltre a loro mi stanno dando una grossa mano la neuropsichiatra Paola Morosini, la psicologa Francesca Ercoli, Erica, la docente di ippoterapia dell’Ortica e Carla Torri del provveditorato: lei mi sta aiutando tantissimo. Davide è arrivato a mordersi un dito e farselo sanguinare per farsi mandare fuori dalla classe. Mio figlio è come uno che va in volata in bici senza i freni. Se gli insegnanti urlano, lui urla più di loro. E non si finisce più. Il preside Pietro Marazzina mi ha sempre saputo ascoltare, ma adesso lui era in malattia. Spero l’anno prossimo di trovare una scuola che sappia aiutarlo. Ho già bussato ad alcune porte, a Lodi, ma mi hanno detto che hanno altri casi come il suo e non c’è più posto». Per la vicepreside Codecà la situazione è esattamente opposta. Per lei è la famiglia che non ha collaborato con la scuola. «La mamma – commenta – non conosceva neanche tutti gli insegnanti perché non veniva ai colloqui. Ci sarebbe stato bisogno di avere almeno un colloquio settimanale con lei. Abbiamo avuto molti problemi a gestire il rapporto con la famiglia. L’avevamo persino fatto entrare a scuola ad aspettare il suono della campanella perché fuori si metteva in situazioni di pericolo. Nonostante ciò non siamo riusciti a proteggerlo. Abbiamo cercato di spiegare alla famiglia che i comportamenti del figlio non erano solo dettati dalla sindrome. Se avessimo usato con lui lo stesso metro che usavamo con gli altri l’avremmo espulso dalla scuola. Le note sì sono state date, ma perché si cercano tutti i modi per dare un’educazione agli alunni.
Quando ci siamo rivolti alla neuropsichiatria di Lodi non ci sono state date indicazioni specifiche. Per lui avevamo anche adottato un percorso scolastico differenziato, ma la mamma ha sempre assecondato l’alunno nella sua convinzione che la scuola ce l’avesse con lui. Questo atteggiamento non è stato di aiuto al ragazzo e non lo sarà in futuro. Qui l’alunno non ha subito ingiustizie. Siamo una scuola che accoglie tutti, avevamo 25 ragazzi provenienti da fuori, vedevo l’assistente sociale una volta alla settimana. Se la famiglia ci avesse dato un po’ di fiducia saremmo riusciti a fare qualcosa di buono anche con lui».
15/06/2010 Il Cittadino di Lodi Pag. 11
Ndr: sarà perché noi siamo genitori, ma ci sentiamo molto vicini alla famiglia di Davide. Ci sembra giusto ringraziare la UONPIA di Lodi, nella persona della D.ssa Morosini e dei suoi collaboratori, per quello che stanno facendo. E ci auguriamo che questa barriera nel rapporto di cooperazione tra famiglia-scuola-medico possa presto cadere.