========= AIFAnewsletter n.155 anno VI del 18/02/2008 =====================
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.

1. CORSO DI AGGIORNAMENTO PER INSEGNANTI DELL’ASSOCIAZIONE ABCD ONLUS (VERONA)
2. VERONA 20/02/2008 ADHD E VULNERABILITA’ ALLA TOSSICODIPENDENZA
3.LA DISCALCULIA EVOLUTIVA EL´INTELLIGENZA NUMERICA CORSO SEGNALATO DA BROTTO S.N.C. (PALERMO)
4. CASSAZIONE: I PROF DEVONO AVERE PAZIENZA CON GLI ALUNNI DIFFICILI
5. STORIE VERE – POESIA DI SIMONA QUAGLIA

RASSEGNA STAMPA

6.SANITA’: IN TOSCANA RETE DI ASSISTENZA PER BAMBINI CON ADHD INCONTRO A CALAMBRONE (PISA) (:-)
TESTIMONIANZE GENITORI AIFA ONLUS
7.BIMBI IPERATTIVI, C’È IL NEUROFEEDBACK24/01/2008LA REPUBBLICA SALUTE
con COMMENTO del dott. SAMUEL CORTESE, NEUROPSICHIATRA INFANTILE E RICERCATORE
8.COMUNICATO STAMPA I BAMBINI AFFETTI DA ADHD  VITTIME DI EPISODI DI BULLISMO (:-)
9.BULLISMO AGENZIA DIRE 15/02/2008 (:-(
10.BULLISMO E ADHD RELAZIONI FANTASMA GLMDB www.giulemanidaibambini.org (:-(


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1. CORSO DI AGGIORNAMENTO PER INSEGNANTI DELL’ASSOCIAZIONE ABCD ONLUS (VERONA)
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L’Associazione ABCD Onlus sta per avviare – presso un istituto comprensivo della provincia di Verona – un corso di aggiornamento per insegnanti discuolamaterna, elementare  e   media,   sulle  problematiche  di  apprendimento,   nei  loro   aspetti neurofisiologici, psicologici, pedagogici, didattici e sociologici.
In particolare  saranno  affrontati  i   problemi  di  attenzione,   concentrazione, impulsività  e  ipercinesia  rilevabili  in  tanti  bambini e, in modo particolare,  nel bambino cosiddetto  “ADHD”.

Nell’ultima parte del corso saranno  proposti ai docenti momenti  esperienziali nell’utilizzo di strumenti e tecniche utili  per  acquisire  conoscenze,  sviluppare  e ampliare,  ascuola,  le capacità  di bambini e ragazzi. Tali tecniche sono utili, nel contempo, per gestire e far evolvere situazioni di difficoltà.

Il corso si articolerà in 3 incontri di 3 ore ciascuno e, precisamente:
– 1° incontro   BASI  TEORICHE:    – le difficoltà di apprendimento.
Il  bambino ADHD  e i problemi di   attenzione,   concentrazione,   memorizzazione, impulsività e ipercinesia.
– 2° incontro  ASPETTI SOCIOLOGICI     delle  difficoltà  di apprendimento e di relazione ascuola, nella famiglia, nel territorio.
– 3° incontro  USO  DEGLI  STRUMENTI
Significato dei materiali  didattici  proposti e uso di tecniche utili ascuola.

DOCENTI:  dott. Sara Fael, esperta sulle difficoltà di apprendimento e specializzata in psicologia dell’immaginario   –   dott Marialuisa Smacchia, sociologa e presidente di ABCD Onlus
Date degli incontri: 27 marzo – 3 aprile –10 aprile dalle ore 16,30 alle ore19,30
La    presidente Marialuisa  Smacchia
ABCD ONLUS – Via  Bezzecca,  N. 1/a 37128  – Verona      www.abcdonlus.org

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2. VERONA 20/02/2008 ADHD E VULNERABILITA’ ALLA TOSSICODIPENDENZA
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Rugby School Verona invita il giorno Mercoledi’ 20 Febbraio Ore 20.30:

Gli Insegnanti Delle Scuole Primarie E Secondarie,I Professori Della Facolta’ Di Scienze Motorie E Sportive,Gli Studenti Delle Facolta’ Di Verona, I Genitori e Le Associazioni  Interessate ad assistere all’ incontro:
“ VULNERABILITA’ ALLA TOSSICODIPENDENZA:LA  DIAGNOSI  PRECOCEDEIDISTURBI DELL’ ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (DEFICIT ATTENTIVO ADHD)”
Relatore: Dott. Francesco Bricolo Psichiatra Del Dipartimento Delle Dipendenze Di Verona

L’incontrò si terrà nell’aula Gavagnin del Palazzetto Gavagnin di Via Montelungo in Borgo Venezia ed è stato organizzato in collaborazione dell’associazione ABCD ONLUS
Cordiali saluti
Loris Renica

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3.LA DISCALCULIA EVOLUTIVA EL´INTELLIGENZA NUMERICA CORSO SEGNALATO DA BROTTO S.N.C.
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BROTTO S.N.C. ci  segnala che si terrá a Palermo (la sede é in fase di definizione) il 3 e 4 aprile c.a.  un breve corso di aggiornamento con crediti ECM tenuto dalla dr.ssa Daniela Lucangeli dell´Universitá di Padova dal titolo:
LA DISCALCULIA EVOLUTIVA EL´INTELLIGENZA NUMERICA
Rivolto a 20 logopedisti, 10 neuropsicomotricisti dell´etá evolutiva , 10 psicologi, 10 educatori professionali,10 n.p.i.,la partecipazione è estesa a 20 figure escluse dai crediti. Il costo è di € 290,00 per le figure richiedenti crediti Di € 200,00 per le figure escluse dai crediti, Inoltre gli insegnanti hanno diritto all´esonero dall´insegnamento per questa giornata .

LE ISCRIZIONI SONO CRONOLOGICHE.
LA DR.SSA LUCANGELI Svolgeattività didattica presso le Facoltà di Scienze della Formazione, Psicologia e Medicina di Padova (in corsi di laurea, dottorati di ricerca, corsi di specializzazione). Ha tenuto corsi presso Università nazionali e internazionali sui temi della Psicologia dello Sviluppo e della Psicopatologia dell’apprendimento. E’ membro di diverse Associazioni di ricerca nazionali e internazionali.
Svolge attività di refereè per riviste nazionali ed internazionali . Principali aree di ricerca: psicologia dello sviluppo, dell’apprendimento e dell’educazione, con particolare riferimento all’apprendimento matematico. E’ autore di numerosi contributi scientifici su riviste nazionali ed internazionali oltre che di saggi scientifici e didattici.

AL TERMINE DEL CORSO VERRÁ RILASCIATO ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE E TUTTO IL MATERIALE FORNITO DALLA DOCENTE
BROTTO S.N.C.
PER CONTATTI:
BROTTO SNC
via Botticelli, 21 – 90144 Palermo
tel.e fax 091/220432 – 0916935293
email:” href=”mailto: brottosnc@tiscali.it“> brottosnc.@.tiscali.it

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4. CASSAZIONE: I PROF DEVONO AVERE PAZIENZA CON GLI ALUNNI DIFFICILI
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Quando i docenti hanno a che fare con alunni indisciplinati debbono mantenere un atteggiamento di pazienza e di tolleranza. E’ quanto affermala Cortedi Cassazione in una sentenza con la quale ha respinto le richieste di un professore che dopo essersi dimesso per non riuscire più a trattare con un alunno indisciplinato aveva chiesto un indennizzo. Secondola Suprema Corte, uno dei compiti dell’istituzione scolastica e del suo corpo docente è “quello di assicurare, nella prima fase di approccio degli alunni alla nuova realtà” in cui sono inseriti, oltre agli aspetti prettamente didattici, anche un graduale inserimento e un crescente conformarsi dei comportamenti agli standard minimi necessari per un proficuo lavoro di apprendimento”. Il caso esaminato dalla corte riguardava il difficile inserimento di un ragazzo brasiliano che per diversi anni aveva vissuto in una favelas. Nellascuolasi era reso protagonista “di episodi gravi quali avere chiuso a chiave la classe e gettato dalla finestra la chiave, l’avere colpito con un calcio un altro professore rivolgendogli espressioni triviali, l’avere scagliato un barattolo di vernice contro la cassettiera dell’aula, l’avere agitato un ombrello contro un prof preso di mira”. L’insegnante di lettere, esasperato, aveva quindi rassegnato le dimissioni e il Tribunale di Firenze gli aveva riconosciuto l’indennità sostitutiva del preavviso pari circa a 3 mila euro. In appello la sentenza era stata ribaltata sulla base del rilievo che il ragazzo, aiutato anche da una psicologa, era riuscito a portare a termine l’anno scolastico. Il docente ricorrendo in Cassazione aveva sostenuto che le sue dimissioni era volte ”a tutelare la sua persona e quella dei colleghi da atteggiamenti potenzialmente lesivi ed autolesivi dell’alunno”. I giudici di Piazza Cavour nel respingere il ricorso hanno così ricordato che di fronte a casi di alunni difficili i docenti debbono avere ”doti di pazienza e tolleranza, oltre a specifiche conoscenze psicopedagogiche dell’eta’ evolutiva”.
http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_5227.asp

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5. STORIE VERE – POESIA DI SIMONA QUAGLIA
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Sono una mamma di un adolescente …
Sono una mamma di un adolescente che soffre di ADHD ovvero Disturbo da Deficit di Attenzione-

Iperattività. Questo disturbo è oggi il disturbo dell’infanzia e dell’adolescenza più studiato in assoluto e che sta destando un crescente interesse anche nel nostro Paese. Sulle cause purtroppo non ci sono ancora delle risposte definitive, così come la diagnosi non è semplice da ottenere, questo tipo di disturbo così devastante per chi ne è affetto, non si rileva da un esame del sangue, nè tramite valutazioni neurologiche elettroencefalogrammi o simili, ma solo mediante l’osservazione diretta del comportamento del ragazzo, il quale viene sottoposto a una serie di test, la così detta “batteria diagnostica” per confermare o meno la diagnosi, che il neuropsichiatria già azzarda subito dopo il primo colloquio. La nostra storia è uguale a mille altre che ho avuto la fortuna di sentir raccontare in questi anni; dico fortuna perchè prima di incontrare madri disperate, era radicata in me la convinzione di essere una madre inadeguata, a seconda degli esperti, troppo permissiva o troppo severa, di un figlio maleducato, senza regole e troppo vivace. Mio figlio ora tredicenne, è stato visto dal primo psicologo a 6 anni con l’inizio dellascuolaprimaria; Marco (nome non reale) nel veder ristretti i campi di movimento dall’ampio salone dellascuolamaterna al banco dellascuolaprimaria ha messo subito in evidenza la difficoltà di rispettare tali limiti di spazio oltre ad una marcata necessità di muoversi. I compiti erano il nostro dramma quotidiano; Marco non riusciva mai a terminare in autonomia anche la ben più semplice consegna e ricercava con ogni scusa la possibilità di movimento anche più minima. Sembrava mosso da un motore senza freni che travolge ogni cosa e che, purtroppo, non riesce a far tesoro degli incidenti che continuamente minano la sua strada. La psicologia ci insegna un fatto apparentemente paradossale: quando i bambini cominciano a credere di essere “cattivi”, se non si riesce a mostrar loro che non è così, faranno di tutto per diventarlo davvero. E nel nostro caso è andata proprio così. La diagnosi di ADHD con importante disturbo oppositivo-provocatorio e quindi di un comportamento di negazione, disobbediente e ostile nei confronti delle persone di autorità (genitori, insegnanti, psicologi) connotato da nervosismo, irritabilità e alta litigiosità, è arrivata nel gennaio del 2005, con l’arrivo del fratello di Marco. Abbiamo accettato l’assunzione di un farmaco sperimentale che ha coinvolto anche la famiglia proponendo una storia di terapia combinata; parent training per i genitori, intervento farmacologico al ragazzo e adeguata informazione presso lascuola.

Purtroppo questo primo tentativo non ha dato su Marco gli effetti sperati e a distanza di circa un semestre siamo usciti dal protocollo sperimentale. Neanche lascuolaprivata scelta per lui si è dimostrata una scelta felice, purtroppo malgrado le rette costose, il ragazzo era costretto a trascorrere gran parte nel tempo fuori dalla porta o a casa a scrivere, 600/1000 volte “non devo disturbare in classe”. Non sono serviti a niente le dispense sul ADHD che stampavo e consegnavo agli insegnanti tratti dai siti qualificati comportamento da tenere con ragazzi affetti da questo disturbo. Gli ultimi due anni presso un istituto discuolasecondaria pubblica mi hanno fatto ricredere sulla qualità degli educatori, forse non sugli educatori medesimi, ma sulle persone. Esistono ancora insegnanti che credono nel loro ruolo di educatori, anche quando l’interlocutore in questione non è un ragazzo rispettoso e interessato, ma al contrario un “bullo” maleducato che continuamente attira l’attenzione, disturba, offende, forse nel disperato tentativo di chiedere aiuto in un linguaggio che però non avvicina le persone ma al contrario le allontana. Con l’aggravarsi della situazione e delle pesanti conseguenze sull’ambiente familiare (ora non siamo più una famiglia ma due genitori separati che hanno ridotto le forze e raddoppiato le difficoltà) la terapia farmacologia è divenuta un miraggio; dagli anni della sperimentazione abbiamo provato altre 3 terapie. Sperando di trovare in una di queste, quel freno “inibitore” che possa fermare se non rallentare il motore che muove mio figlio, la rabbia che tutti i giorni lo porta a essere “blindato” nei confronti del mondo che lo circonda e delle emozioni positive che faticano ad uscire. L’oppositività si è trasformata in gesti violenti, pugni, urla, offese di un bambino dall’aspetto di un uomo (73 kgdistribuiti per1,73 cmdi altezza) quando il controllo di quel motore diventa incontrollabile. Marco è seguito presso un centro di riferimento a livello nazionale per questo disturbo, il neuropsichiatra mi aveva detto più volte che in momenti simili avrei dovuto aver il coraggio di chiamare le Forze dell’ordine, la Polizia, i Carabinieri, “una madre non  deve mai dimostrare di temere il proprio figlio” se vuole essere il suo faro. Giovedì 17 gennaio attorno alle ore 20.30, dopo l’ennesima litigata, il motore che muove le azioni di Marco lo ha portato a tirarmi con forza una scarpa del fratello in testa, oltre a spaccare la serratura della porta del bagno nel tentativo di raggiungermi. Ho chiamato subito i carabinieri del comando di San Donà di Piave, mi hanno chiesto cosa volessi da loro, perché li avessi contattati. Hanno voluto parlare con Marco invitandolo a comportarsi bene, perché loro avevano “ben altro da fare”.Ma come, a me avevano detto di fare così! Marco avrebbe avuto la possibilità di verificare sulla sua pelle che certi limiti non si possono superare, che c’è una giustizia anche oltre alla parole di mamma. Ma non è così.
R.G.

Cucù
ti ho incubato mon amour
ti ho scodellato in un paniere
e in cambio ricevetti

battibecchi sul sedere
gracidasti poi il tuo volere di volare
e ora sono io a fare pio pio
e piagnis_tei
simona quaglia

RASSEGNA STAMPA

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* ARTICOLI DI CUI CONDIVIDIAMO IL CONTENUTO*
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6. SANITA’: IN TOSCANA RETE DI ASSISTENZA PER BAMBINI CON ADHD INCONTRO A CALAMBRONE (PISA) – TESTIMONIANZE GENITORI AIFA ONLUS
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(AGI) – Calambrone (Pisa), 15 feb. – “In occasione di questo importante momento di aggiornamento organizzato dalla Fondazione Stella Maris, uno dei massimi centri di eccellenza per la neuropsichiatria infantile del nostro Paese, e a 10 mesi dall’approvazione del Registro nazionale ADHD, vogliamo fare una riflessione sullo stato di implementazione in Toscana della rete assistenziale disegnata dal Registro stesso, primo fondamentale passo per il diritto alla cura di questo disturbo” – afferma Patrizia Stacconi, presidente Associazione Italiana Famiglie ADHD onlus. E prosegue: “L’ADHD e’ un disturbo che impatta negativamente su ogni aspetto della vita del bambino e della sua famiglia, sviluppa disadattamento scolastico, impoverimento dei rapporti sociali, bassa autostima; significa emarginazione e sofferenza; oggi però abbiamo qualche arma in più per combattere, grazie ai continui progressi della ricerca, alla rete assistenziale del Registro nazionale e alla possibilità di accedere alle strategie terapeutiche necessarie”. Con queste parole Patrizia Stacconi apre la sua testimonianza nell’ambito della Tavola Rotonda su “Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività in Toscana” promosso dall’IRCCS Fondazione Stella Maris, con la partecipazione di Enrico Rossi, Assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana, Pietro Pfanner e Gabriele Masi, rispettivamente Direttore Scientifico e Neuropsichiatra Infantile Responsabile della Attività di Ricerca in Psicopatologia della Fondazione, Claudio Galanti, responsabile del Comitato “Psicofarmacologia” della Commissione Regionale di Bioetica, Galileo Guidi, coordinatore della Commissione regionale per il governo clinico della salute mentale e numerosi operatori del settore, responsabili dei centri di riferimento regionali, specialisti di neuropsichiatria infantile e pediatri. Modera i lavori Margherita de Bac, giornalista esperta di medicina del Corriere della Sera. “L’ADHD e’ definito dall’OMS come disturbo ad esordio nei primi anni di vita caratterizzato da incapacità di controllo della motricità, dell’impulsività e dell’attenzione” – afferma Gabriele Masi. “E’ importante però differenziare l’ADHD dalla normale vivacità, che e’ tipica dei bambini nella fascia di età prescolare e nei primi anni discuolaelementare; i bambini realmente affetti da ADHD sono solo una parte minoritaria dei cosiddetti bambini iperattivi – ricorda il dott. Masi. “La soglia corretta – continua – dipende dal livello d’interferenza che i sintomi dell’ADHD esercitano nella vita quotidiana del bambino, e soprattutto dalla loro presenza in pressoché ogni contesto di vita, dalla famiglia, allascuolaalla squadra di calcio, ostacolando massicciamente i rapporti sociali con gli altri coetanei, favorendo una cronica esperienza di fallimento scolastico, e causando sistematici conflitti all’interno della famiglia”.

“Queste esperienze, se non adeguatamente gestite, possono indurre il bambino a pensare di essere diverso dagli altri e di avere un futuro peggiore. Un intervento psicoeducativo tempestivo sul bambino, la sua famiglia ed il suo contesto di vita può impedire tale evoluzione” – afferma il neuropsichiatra. La diagnosi e’ molto complessa e deve rispondere ai criteri previsti da sistemi classificativi condivisi dalla comunità scientifica internazionale, quale l’ICD10 e il DSM IV; si basa prevalentemente sull’osservazione clinica del bambino, della sua famiglia e del contesto di vita, sull’integrazione di informazioni raccolte e sull’esecuzione di esami necessari per la diagnosi differenziale, che esplorano le caratteristiche emotive, cognitive, neuropsicologiche (attenzione, memoria, ecc) e le modalità di apprendimento scolastico. Una volta completata la diagnosi, il primo intervento terapeutico consiste nella comunicazione e nella spiegazione del disturbo al bambino e alla famiglia: cosa significa avere l’ADHD.