========= AIFAnewsletter n.139 del 15/12/2006 =====================
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.
In questo numero:
1. DDAI: COME SI MANIFESTA E COME PUO’ AFFRONTARLO LA SCUOLA – GARDA
Corso di formazione per insegnanti
2. CONVEGNO DI STUDIO SUL BIMBO IPERATTIVO VERONA 15 DICEMBRE
3. TROPPI FARMACI AI BAMBINI: ORA SI MUOVE LA POLITICA
4. SCONTRO ON. CARUSO MIN. TURCO: INTERROGAZIONE SUL RITALIN AI BAMBINI
5. QUANDO L’IDEOLOGIA PREVARICA LA SCIENZA
6. LETTERA APERTA AL SEGRETARIATO SOCIALE DELLA RAI
7. INTERVENTI PER LA SINDROME NON VERBALE: DIFFICOLTA’ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
8. RASSEGNA STAMPA
– Gazzetta del Sud: “Meno intelligenti. Inquinamento subdolo killer della mente umana”
– City: “L ‘inquinamento distrugge i cervelli: Un bimbo su 6 rovinato per sempre”
– La Voce di Romagna: “Contro l’inceneritore”.
– Gioia: “Chi ha paura delle piccole pesti?”
– La Nazione: “Per le famiglie dei disabili il nemico è la solitudine”
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1. DDAI: COME I MANIFESTA E COME PUO’ AFFRONTARLO LA SCUOLA – GARDA
Corso di formazione per insegnanti
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CORSO DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI presso l’ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di Scuola Materna Elementare e Media GARDA (VR)
OBIETTIVI del corso
– Potenziare le conoscenze riguardo al Disturbo da deficit di attenzione/iperattività approfondendo il concetto di deficit di autoregolazione in ambito scolastico;
– Approfondire le conoscenze sull’attenzione e su alcune tecniche metacognitive di intervento per favorire un miglioramento delle competenze attentive del bambino;
– Fornire tecniche di osservazione sistematica applicabili nella classe;
– Presentare tecniche di strutturazione del contesto classe e dell’insegnamento funzionali all’ottimizzazione del livello attentivo degli alunni, con particolare riguardo ai bambini con DDAI.
A CHI È RIVOLTO
Insegnanti delle Scuole: dell’Infanzia, Primaria, Secondaria di primo grado
RELATORI
– Dott.ssa Francesca Offredi – Psicologa- Consulente del Servizio Autonomo di Neuropsichiatria infantile del Policlinico Rossi di Verona.
– Dott.ssa Marialuisa Smacchia – sociologa- presidente dell’Associazione A B C D Onlus di VR.
PROGRAMMA
LUNEDÌ, 20 NOVEMBRE 2006 ( Ore 15,30-18,30) – Dott.ssa Francesca Offredi
COSA È IL DDAI.
– caratteristiche del DDAI; disturbi associati
– evoluzione nel tempo
– eziologia e prognosi
LUNEDÌ, 27 NOVEMBRE 2006 ( Ore 15,30-18,30) – Dott.ssa Marialuisa Smacchia
– Presentazione dell’Associazione ABCD ONLUS.
– Presentazione del CONVEGNO “Il disturbo da deficit di attenzione / iperattività (ADHD)”
tenutosi a Verona il 9 e 10 giugno 2006, organizzato da ABCD Onlus e Università di Verona.
– Proiezione di INTERVENTI VIDEOREGISTRATI durante il convegno:
– Diagnosi e diagnosi differenziale” – dott. Dino Maschietto
– Comorbidità psichiatrica” – Dott. Gabriele Masi
– I disturbi del sonno e del comportamento alimentare associati all’ADHD”- Dott. Samuele Cortese
LUNEDÌ, 4 DICEMBRE 2006 ( Ore 15,30-18,30) – Dott.ssa Marialuisa Smacchia
– Proiezione di INTERVENTI VIDEOREGISTRATI durante il convegno:
– Disturbi generalizzati dello sviluppo e ADHD” – Dott. Leonardo Zoccante
– Il proto ADHD : l’ADHD in età pre-scolare” – Dott. Michel Lecendreux
– Il divenire dell’ADHD in età adolescenziale e adulta” – Dott. François Bange
– Aspetti psicopedagogici associati all’ADHD” – dott. Agostino Portera
– Presentazione dell’associazione A.I.F.A – Dott. Massimo Micco
– Le terapie comportamentali e cognitivo-comportamentali” – Dott. Claudio Vio
– Il rapporto genitori, scuola, bambino – Dott.ssa Marialuisa Smacchia
LUNEDÌ, 11 DICEMBRE 2006 ( Ore 15,30-18,30) – Dott.ssa Francesca Offredi
PRESA IN CARICO RIABILITATIVA (bambino, famiglia):
– la proposta cognitivo-comportamentale un percorso metacognitivo sull’attenzione
– training con la famiglia.
LUNEDÌ, 18 DICEMBRE 2006 ( Ore 15,30-18,30) – Dott.ssa Francesca Offredi
INTERVENTO IN AMBITO SCOLASTICO
– strutturazione del tempo e dello spazio scolastici
– tecniche didattiche
– organizzazione del materiale scolastico
– il coinvolgimento della classe
– intervento sul comportamento
– i contratti comportamentali
– la comunicazione con la famiglia.
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2. CONVEGNO DI STUDIO SUL BIMBO IPERATTIVO VERONA 15 DICEMBRE
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Convegno di studio sul bimbo iperattivo
Sarà aperta dall’assessore regionale alla Sanità Flavio Tosi la giornata di studio sul bambino iperattivo organizzata per il 15 dicembre nella sede dell’istituto Stimate, in via Montanari 1, da Ciserpp e cattedra di neuropsichiatria infantile dell’università di Verona, con la collaborazione dell’Aifp (Associazione italiana formatori in psicomotricità) e dell’Appi (Associazione professionale psicomotricisti italiani.
L’appuntamento si fregia del patrocinio di Regione, Comune di Verona, Ulss 20, Fisspp (Federazione italiana scuole superiori professionali di psicomotricità) e Oipr (Organisation internationale de psychomotricité et relaxation).
La giornata di studio giunta alla decima edizione, si propone quale momento di riflessione, aggiornamento e approfondimento su temi strettamente connessi all’area pedagogico-scolastica, alla preventiva, alla clinica e alla presa in carico psicomotoria. «La presenza di bambini affetti da deficit di attenzione e iperattività è sempre più frequente», spiega il direttore del Cisrepp (Centro italiano studi e ricerche in psicologia e psicomotricità) Franco Boscaini. «Oltre a richiedere una presa in carico medica e psicologica dell’intero nucleo famigliare, l’affezione determina ripercussioni sul piano scolastico e sociale fino a richiedere specifici supporti socio pedagogici». (p.t.)
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3. TROPPI FARMACI AI BAMBINI: ORA SI MUOVE LA POLITICA
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Vita N. 47 _ 1 DICEMBRE 2006 24/11/2006
Le prescrizioni di psicofarmaci in età pediatrica sono aumentate in cinque anni del 280%, e presto potrebbero esserci in Italia 700mila bambini trattati con questi medicinali. Sono i dati, riferiti al quinquennio 1997-2002, diffusi dalla campagna di farmacovigilanza Giù le mani dai bambini, sostenuta da una centinaio di associazioni e 200mila addetti ai lavori. Secondo i promotori della campagna, oggi nel nostro Paese sono 30mila i giovanissimi in trattai mento farmacologico per disturbi di comportamento e di apprendimento, mentre a breve apriranno 82 nuovi centri per la somministrazione di medicinali psichiatrici dopo il via libera dato dall’Emea, l’Agenzia europea dei medicinali, alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini già dagli 8 anni solo dopo 4-6 sedute di psicoterapia senza risultati. Un quadro che ha suscitato reazio- ni anche nel mondo politico: la senatrice Paola Binetti, psicoterapeuta, ha annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare sul tema. «Esistono indubbiamente casi in cui le patologie psichiatriche infantili necessitano di farmaci », dice la Binetti a Vita, «ma sono poche e ben definite. A me sembra che l’abuso di farmaci sia figlio della fretta, che impedisce di dedicare ai bambini gli interventi psicoeducazionali più adeguati. Di fronte a un bambino irritabile, o che disturba in classe, la pillola sembra la soluzione più facile». Con l’interrogazione, che presenterà a giorni, la senatrice chiederà al ministro Turco «di effettuare una ricognizione delle cause che determinano il disagio di tanti bambini», e al ministro Fioroni «una valutazione di come vengono gestite a livello scolastico le situazioni problematiche di tipo psichiatrico». (G M.)
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4. SCONTRO ON. CARUSO MIN. TURCO: INTERROGAZIONE SUL RITALIN AI BAMBINI
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Scritto da Cybermed: venerdì 08 dicembre 2006
Scontro Caruso – Turco in Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati: “Al Ministro Turco dico basta con l’ipocrisia, si grida allo scandalo per l’hashish e poi si obbligano le famiglie con bambini difficili ad assumere gli psicofarmaci.Il Ministro apra un tavolo subito”.
L’On. Caruso, del Gruppo di Rifondazione Comunista commenta così la risposta del Governo alla sua interrogazione sull’uso disinvolto di Ritalin sui bambini: “Se consideriamo che negli 82 centri dove verrà distribuito Ritalin ai bambini non mi risulta verranno messe a disposizione risorse aggiuntive rispetto a quelle esistenti, le famiglie verranno poste davanti a una scelta obbligata: o somministrare lo psicofarmaco ai propri figli, seppure in modalità controllata, oppure aggiustarsi da se, pagandosi le terapie alternative allo psicofarmaco, che pure potrebero ottenere ottimi risultati senza esporre i bambini a rischi. Ci si scandalizza per minime quantità di hashish, e poi si vogliono soministrare ai minori pastiglie che hanno lo stesso profilo di rischio di eroina e cocaina e che il governo inglese ha recentemente classificato tra le 20 droghe più pericolose al mondo”.
Luca Poma, Portavoce Nazionale di GiùleManidaiBambini, prima e più visibile campagna di farmacovigilanza in Italia (www.giulemanidaibambini.org), ha dichiarato: “La risposta fornita dal Ministero alla giusta interrogazione dell’On. Caruso, è una delle solite repliche prestampate che gli organismi tecnici forniscono da almeno due anni a Sottosegretari e Ministri quando si discute della indiscriminata somministrazione di psicofarmaci ai bimbi, come già successo nel recente passato per le interrogazioni di Tiziana Valpiana, Alfonso Pecoraro Scanio, Leoluca Orlando, Maurizio Eufemi, ed altri. Il Ministero Tenta di rassicurarci parlando di utilizzo controllato di queste molecole, ma l’Onorevole Caruso ha ragione: viene violato sistematicamente il diritto alla libera scelta terapeutica delle famiglie, le soluzioni alternative allo psicofarmaco ci sono eccome, peccato che non vengano minimamente valorizzate”.
L’On. Caruso ha dichiarato la disponibilità propria e dell’intero Gruppo di Rifondazione Comunista a collaborare al tavolo che Giù le Mani dai Bambini ha chiesto al Ministro Turco di attivare immediatamente per discutere di queste allarmanti problematiche.
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5. QUANDO L’IDEOLOGIA PREVARICA LA SCIENZA
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Farmacia.it – “Campagna no al Ritalin: quando un’ideologia prevarica la scienza” (pag 13) 29/04/2005 10:05 Laura de Laurentiis
Salvatore Di Salvo, psichiatra e presidente dell’Associazione per la Ricerca sulla depressione di Torino, interviene per rispondere nei confronti della campagna “No al Ritalin” promossa da varie associazioni. Di Salvo dichiara:”Fare un’ideologia sull’uso del Ritalin è crudele..“.
Inoltre Di Salvo parla di esperienza devastante quando si ha un figlio con ADHD e ribadisce la necessità di trattare farmacologicamente i casi gravi.
“CAMPAGNA NO AL RITALIN”: QUANDO UN’IDEOLOGIA PREVARICA LA SCIENZA
“Credo che i promotori della campagna “No al Ritalin”, così come le Associazioni che la supportano, non abbiano neppure un’idea vaga di che cosa significhi avere un bambino – e poi un adolescente – colpito da ADHD (sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività). Solo così trova una spiegazione plausibile il desiderio di negare a chi ne ha bisogno un farmaco che realmente può salvare la vita, perché l’ADHD condanna in prima battuta alla morte sociale e più avanti, per le sue importanti implicazioni sulla psiche, può anche portare alla morte fisica, in quanto suggerisce comportamenti altamente rischiosi (droga, alcol, alta velocità).
Fare ideologia sull’uso del ritalin è crudele esattamente come lo sarebbe farlo sull’impiego della chemioterapia. Il paragone è identico ed è frutto di una riflessione del dottor Salvatore Di Salvo, psichiatra, presidente dell’Associazione per la Ricerca sulla depressione di Torino: “I farmaci chemioterapici possono creare danni irreparabili su un bambino malato di cancro, ma allo stesso tempo possono salvargli la vita. Lo stesso vale per il ritalin: può avere effetti negativi, ma nello stesso tempo è l’unica possibilità per curare una malattia destinata ad avere sempre e comunque esiti drammatici”. Spetta al neuropsichiatria infantile e a lui solo stabilire quando è il caso di usarlo, esattamente come spetta all’oncologo pediatra decidere per la chemioterapia. Gridare “Non drogate i bambini” serve forse a colpire l’immaginario collettivo, ma non aiuta certo le mamme a cui il neuropsichiatria infantile prescrive per il figlio il ritalin. Sono mamme angosciate, esattamente come quelle che si trovano a firmare il consenso per la chemioterapia: sono mamme che non hanno altra scelta, ma che in più si sentono anche condannare da gente che urla su un argomento che in realtà non conosce.
Avere un figlio ADHD è un’esperienza devastante: la sofferenza di questi ragazzini, dovuta a uno squilibrio biologico influenzato dalla genetica, si esprime con una rabbia sorda e comportamenti volti a danneggiare se stessi e gli altri. In adolescenza, la sindrome non curata si complica aprendo la strada al disturbo provocatorio oppositivo o, nei casi peggiori, al disturbo della condotta, da cui derivano azioni irresponsabili e reati di varia natura. Tutto nasce da un’indicibile sofferenza dello spirito, che scaturisce dal cervello e che nulla può lenire: per le madri questa sorte toccata al figlio è fonte di un dolore che sta subito sotto a quello che si può provare se un figlio muore.
Vietare l’ingresso in Italia del ritalin significa solo impedire a chi non ha possibilità economiche di curare un figlio colpito dalla sindrome. Chi ha i soldi infatti può procurarsi il farmaco (costosissimo) in Svizzera, come finora ha fatto. Ancora una volta a essere penalizzate sarebbero dunque le classi meno abbienti, come del resto lo sono ora. Sono convinta che la campagna non sarebbe mai nata se chi l’ha decisa si fosse informato sulla malattia e soprattutto sapesse che il ritalin viene prescritto solo in casi selezionatissimi, quando non c’è altra via da percorrere.
La disinformazione è ancora una volta la nostra tragedia quotidiana. Eppure basterebbe molto poco: per esempio, chiamare il numero verde del Ministero della Salute, dove sono pronti a rispondere sull’efficacia e i rischi di qualsiasi farmaco, compreso appunto il ritalin (Agenzia Italiana del Farmaco: 800571661). Basterebbe chiamare l’Istituto Farmacologico Mario Negri (02-39014511) per sapere cosa dice la comunità scientifica internazionale a proposito del ritalin. Basterebbe consultare il Goodman di farmacologia, adottato anche dalle facolta di medicina delle università italiane, per avere un’idea della differenza tra il drogare un bambino e curarlo con un farmaco appropriato, per una malattia psichiatrica ben definita e ben descritta nel DSM IV (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders), l’autorevole manuale statunitense che costituisce il più accreditato riferimento per tutti gli psichiatri. Informandosi si saprebbe, per esempio, che dal punto di vista strettamente scientifico chiamare il ritalin il “farmaco della calma” è uno sproposito: il ritalin è un eccitante che ripristina l’equilibrio della dopamina, che nei bimbi ADHD è compromesso. Il ritalin salva la vita, nei casi selezionati e accertati di ADHD: negarlo su una spinta emotiva, che assomiglia pericolosamente al fanatismo, è solo ideologia che non può portare nulla di buono per nessuno.“
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6. LETTERA APERTA AL SEGRETARIATO SOCIALE DELLA RAI
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Siamo indignati! Il segretariato sociale della RAI, un ente così importante, aderisce ad una campagna del tutto fuorviante e che diffonde informazioni false e senza alcuna base scientifica! Si capisce chiaramente che enti e persone che aderiscono a tale iniziativa sono stati male informati, non conoscono il disturbo in questione, l’ADHD, non conoscono nemmeno un bambino con tale disturbo e ancora meno conoscono le sofferenze che questo disturbo causa all’interno della famiglia. Questa campagna diffonde unicamente il messaggio: l’ADHD non esiste, è stato inventato dalle industrie farmaceutiche per poter vendere un farmaco. Invece scienziati di fama mondiale, (tra cui anche italiani) , il Consiglio D’Europa, organizzazioni mondiali come WHO, ecc. affermano per nostra fortuna che l’ADHD esiste, che è un disturbo reale e che le persone affette da ADHD hanno il diritto di ricevere tutte le migliori diagnosi e cure esistenti. Vi invitiamo vivamente, prima di dare il vostro nome che dovrebbe essere una garanzia per correttezza nei riguardi delle persone con o senza problemi di salute, di informarvi. Informatevi sul disturbo e cercate di farvi un opinione vostra, ma informatevi anche su chi e quali organi chiamano in vita una campagna come “Perché non accada anche in Italia” e “giù le mani dai bambini” ! E siamo indignati anche per il fatto che Voi, ente pubblico, utilizzate soldi pubblici, cioè anche i nostri, per aderire a campagne di parte, che oltretutto danneggiano una parte dei vostri contribuenti!
Lettera firmata
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7. INTERVENTI PER LA SINDROME NON VERBALE: DIFFICOLTA’ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
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Pamela B. Tanguay
Difficoltà visuospaziali e psicomotorie: Interventi per la sindrome non verbale
Presentazione di Cesare Cornoldi
Le difficoltà visuospaziali e psicomotorie, spesso definite “sindrome non verbale” (SNV), sono poco conosciute, ma non per questo meno influenti, in senso negativo, sullo sviluppo del bambino. Generalmente, si manifestano attraverso una goffaggine accentuata, deficit nelle abilità sociali, problemi con l’orientamento spaziale, accanto ai quali sono spesso presenti un’intelligenza brillante e un linguaggio ec- cezionalmente ricco e articolato. L’obiettivo principale di questo libro è descrivere le difficoltà che i bambini con tale sindrome incontrano quotidianamente (dall’età prescolare fino all’adolescenza), in modo da suggerire strategie per aiutarli a gestire le varie situazioni e a sviluppare al massimo le loro potenzialità…
Sfoglia alcune pagine del libro*
http://www.erickson.it/erickson/repository/pdf/PRODUCT_1148_PDF.pdf
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8. RASSEGNA STAMPA
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Per la vastità del sito, non tutti conoscono a fondo le innumerevoli pagine di www.aifa.it dedicate a varie tematiche sull’ADHD e della stessa
Associazione. Una di queste è quella dedicata alla “Rassegna Stampa”. Nasce con l’intendo di raccogliere tutti gli articoli (buoni) pubblicati sull’ADHD e usciti sui più comuni rotocalchi italiani, al fine di favorire un aggiornamento sul tema visto dalla parte dei media. Si tratta di un servizio, molto visitato soprattutto dai giornalisti e che lascerà nel tempo anche una traccia sulla storia dell’ ADHD in Italia. La pagina è stata rivista e organizzata in sottolivelli partendo dalla principale (www.aifa.it\rassegna_stampa.htm) in modo da accedere poi alle pagine singole organizzate per anni. Gli articoli sono disposti per ordine di data e per ciascuno è possibile leggerne il titolo, l’autore e il quotidiano o periodico che lo ha pubblicato con la relativa data di emissione. La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
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08/11/2006 City: L ‘inquinamento distrugge i cervelli: Un bimbo su 6 rovinato per sempre
BOSTON – Nel mondo è in corso una pandemia silenziosa dovuta ai composti chimici inquinanti che causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini. Problemi che si possono poi trasformare in disturbi anche gravi come l’autismo, l’iperattività o il ritardo mentale. È l’allarme lanciato dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston che hanno fatto la lista nera delle sostanze potenzialmente tossiche: circa 202. Per ora. Si stima per esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra 1960 e 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest’esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un’intelligenza notevole). Al contrario è invece aumentato il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo lavoro. I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo di pochi si hanno dati certi sugli effetti nocivi per la salute. Tra l’altro è stata sempre trascurata la questione dell’esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli. Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. Questo accade perché, dallo sviluppo fetale fino a tutta l’adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo. Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d’attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l’autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell’intelligenza del bambino. I ricercatori americani hanno stilato una lista di 202 sostanze potenzialmente pericolose ma, avvertono gli esperti, studi su animali dimostrano che questa lista potrebbe diventare molto più lunga. Come se non bastasse anche laddove la tossicità sia ben documentata – come per i primi cinque composti nella lista (metilmercurio, PBC, piombo, arsenico) – “non si interviene con una regolamentazione adeguata che protegga i bimbi”, osserva Grandjean. E pensare che “Il cervello dei nostri piccoli è la risorsa economica più preziosa che abbiamo”.
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08/11/2006 Gazzetta del Sud: Meno intelligenti. Inquinamento subdolo killer della mente umana.
Per l’esposizione alle sostanze tossiche bambini sempre più ritardati
Allarme: L’analisi pubblicata sulla britannica “The Lancet”
Silvano Innocenti
È l’allarme lanciato sulla rivista britannica «The Lancet», dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston che hanno stilato la lista nera delle sostanze potenzialmente tossiche, finora composta da 202 voci ma non esaustiva.
Si stima per esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra 1960 e 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest’esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un’intelligenza notevole) e aumentato invece il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo enorme lavoro in cui è stata passata in rassegna tutta la letteratura scientifica mondiale sull’argomento.
I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo di pochi si hanno dati certi sui loro effetti nocivi per la salute e comunque è stata sempre trascurata la questione dell’esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli. Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. La preponderanza di disturbi del sistema nervoso non è casuale, si deve al fatto che, sin dallo sviluppo fetale fino a tutta l’adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo. Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d’attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l’autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell’intelligenza del bambino. I ricercatori americani hanno esaminato in maniera sistematica tutti i dati disponibili sulla tossicità chimica per identificare i composti chimici di uso comune nelle industrie che sono più a rischio di causare disturbi dello sviluppo del cervello. Ne è uscita una lista di 202 sostanze ma, avvertono gli esperti, studi su animali dimostrano che questa lista potrebbe raggiungere le tre cifre, col risultato che milioni di bambini nel mondo sono oggi «vittime» ignare di un’epidemia silenziosa. Purtroppo è ancora molto il lavoro da fare per salvaguardare la salute dei bambini: bisogna adottare il principio di precauzione per cui ogni sostanza chimica va rigidamente regolamentata e, solo se in seguito se ne dimostri l’innocuità, la regolamentazione può farsi meno stringente. Quest’approccio si comincia ad usare in Europa ma è ancora sottovalutato in Usa. E come se non bastasse – osserva Grandjean – anche laddove la tossicità sia estesamente documentata come per i primi cinque composti nella lista (metil-mercurio, PBC, piombo, arsenico) non si interviene poi con una regolamentazione adeguata che protegga i bimbi. Solo su piombo e mercurio ci sono delle regole volte a proteggere i più piccoli, denuncia Grandjean, per gli altri 200 nella lista, noti agenti tossici per il cervello, non esiste alcun regolamento a misura di bambino. I contaminanti industriali quindi sono causa di un’epidemia silenziosa, concludono gli esperti, già responsabile di problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini nel mondo. Un’epidemia silenziosa perchè si tratta di problemi subclinici, ma il suo impatto è enorme: deficit di sviluppo cerebrale significano ridotte capacità (e quindi produttività) per gli adulti di domani. «Il cervello dei nostri bimbi è la risorsa economica più preziosa che abbiamo – conclude Grandjean – dobbiamo adottare iniziative di salute pubblica che lo proteggano». Un monito che vuole essere anche un invito.
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27/11/2006 La Voce di Romagna: “Contro l’inceneritore”.
Lettera di Patrizia Gentilini di Medici per l’Ambiente contro l’inceneritore di Forlì i cui inquinanti concorrerebbero a causare disturbi a livello intellettivo-cognitivo sui bambini, tra cui ADHD e autismo.
Cari Cittadini di Forlì, certo ricorderete che il 24 Novembre 2005 si tenne presso il Comune di Forlì una Audizione Pubblica circa i rischi connessi all’incenerimento di rifiuti, alla presenza del prof. Lorenzo Tomatis e del prof. Gianni Tamino. In quell’occasione il Prof.Tomatis esordì dicendo: « La futura generazione non ci perdonerà i danni che noi le stiamo arrecando», identificando proprio nei bambini la popolazione più fragile e più a rischio per gli agenti chimici inquinanti. A questo proposito e sulla scia di una letteratura scientifica imponente, che ha ormai ampiamente dimostrato come il cervello infantile e il sistema nervoso in via di sviluppo rappresentino veri e propri tessuti-bersaglio per centinaia di molecole tossiche, assume grande rilievo l’allarme lanciato lo scorso 7 novembre dalla prestigiosa rivista “Lancet” che – preannunciando l’imminente pubblicazione di un importante studio condotto dai ricercatori della Harvard School of Public Health – titolava on line: «La Pandemia silenziosa». Per denunciare l’incombente minaccia di un dramma socio-sanitario «globale», che si diffonde in modo subdolo e incontrollabile, perché gli effetti di un’esposizione cronica e collettiva sfuggono alle abituali modalità di indagine e di ricerca: « Un bambino su sei presenterebbe danni documentabili al sistema nervoso e problemi funzionali e comportamentali che vanno dal deficit intellettivo, alla sindrome da iperattività, all’autismo». E’ una ben amara soddisfazione vedere che oggi alcune Università e Riviste scientifiche tra le più prestigiose al mondo denunciano in modo chiaro e perentorio ciò che per anni, noi Medici per l’ Ambiente, ci siamo sforzati di documentare, affermando con forza che troppo spesso la medicina occidentale ha privilegiato obiettivi e strategie di «lotta» contro malattie e sofferenze che sono il prodotto (assolutamente evitabile) di modelli di vita stressanti, consumistici, inquinanti. A questo punto nessuno ha il diritto di definirci «allarmisti»: non possiamo più tacere mentre la stessa atmosfera del pianeta ha la febbre, gli squilibri climatici alterano gli ecosistemi e persino il mondo dei microbi e dei virus è in subbuglio. Basta con le indecisioni e i tentennamenti: non possiamo rischiare di essere complici, anche solo col nostro «torpore», di quella che potrebbe rivelarsi una catastrofe biologica di grandi dimensioni. Questo appello si rivolge a tutti gli adulti, che hanno fatto – almeno fino ad ora – assai poco per riconoscere le proprie responsabilità e per contrastare la pericolosa deriva di una civiltà e di una scienza che potrebbero garantire benessere e sicurezza a tutti e che rischiano invece di minare la nostra esistenza. Patrizia Gentilini (Medici per l’Ambiente)
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Gioa: Chi ha paura delle piccole pesti?
di Monica Ceci
Disobbediscono, eccedono, non stanno mai fermi. Un tempo si chiamavano “bambini terribili”. Oggi vengono etichettati come “affetti da Adhd”. E vengono curati come malati. Ma qualcuno non ci sta sono disattenti, rumorosi, impulsivi, distratti. E disobbediscono, non rispettano le regole, si muovono sempre. Si chiama “disturbo da deficit di attenzione e iperattività” (in sigla, dall’inglese, Adhd) ed è la malattia dei bambini insopportabili. O forse, sospetta più d’uno, non è una malattia. La discussione sull’Adhd si riapre grazie a una campagna di quattro onlus (Asvi, Ccdu, Cesvic e Wda-Europe) che hanno diffuso nelle scuole un milione di copie dell’opuscolo Perché non accada (info: www.perchenonaccada. org). Quel che non deve accadere, spiega Roberto Cestari, medico e presidente del Ccdu (Comitato cittadini per i diritti umani), è l’affermarsi di una cultura che «in assenza di prove scientifiche, identifica l’iperattività come malattia». Su quali sintomi si basa la diagnosi? Sulla valutazione di una serie di comportamenti stabiliti dagli esperti. In pratica, bisogna rispondere “sì” o “no” alle domande di un questionario. Oltre un certo numero di “sì”, si considera che il bambino sia malato. Quali sono le domande? “Il bambino muove spesso mani e piedi?”, “E’ facilmente distratto da stimoli esterni?”, “Ha difficoltà a giocare quietamente?”. Sono tutte così. Quindi l’Adhd non esiste? Alcuni studi parlano di un due per mille di bambini molto agitati. Dietro a queste situazioni ci sono sempre dei problemi: di apprendimento, di relazione, di famiglia. Se io, invece di valutare questi problemi, dico che il bambino ha l’Adhd, modifico la percezione della realtà da parte degli adulti. Il bambino viene etichettato e avviato verso una serie di procedure poco controllabili. Senza contare che sotto l’etichetta finiscono anche bambini irrequieti perché sono più intelligenti della media. Come vengono curati? Ritalin o psicoterapia, o entrambe le cose. Il Ritalin è un’anfetamina che ha sui bambini un effetto calmante: non disturbano e assumono atteggiamenti di fissità. Che cosa devono fare i genitori quando un bambino è “troppo agitato”? Primo: considerare che per i bambini è normale essere scatenati o distratti. Nei casi seri, un controllo dal medico: ci sono mille possibili cause fisiologiche di irrequietezza, come allergie, malassorbimento intestinale, diabete. E anche cause non mediche, come le liti in famiglia o il bullismo a scuola.
CHE COS’È L’ADHD
Secondo l’Istituto superiore di sanità, l’Adhd è “uno dei più comuni disordini dello sviluppo neuropsichico”. I bambini segnalati dai pediatri o dalle scuole vengono inviati ai centri regionali autorizzati, i soli che possono ufficializzare la diagnosi. Se questa è positiva, il bambino viene curato con psicoterapia e/o con farmaci, in particolare con il metilfenidato cloridrato, venduto con il nome di Ritalin, il cui uso è stato autorizzato nel 2005 (era stato ritirato dal commercio nel 1989). Presso l’Istituto esiste un Registro nazionale dell’Adhd che dovrebbe monitorare la casistica e l’attività dei centri. Info: (www.iss.it).
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13/12/2006 La Nazione “Per le famiglie dei disabili il nemico è la solitudine”
FUCECCHIO A colloquio con Marino Lupi
di Giulio Panzani
FUCECCHIO – Solitudine e disabilità. E la grazia concessa dal Presidente della Repubblica a Sergio Piscitello, quel medico che dopo aver assistito il figlio handicappato per decenni lo ha ucciso in un momento di disperazione. Sulle problematiche dell’abbandono sociale in cui si trovano le famiglie che assistono chi è gravemente disabile e non ha capacità intellettive apre ora un dibattito il padre d’un ragazzo autistico fucecchiese, anche lui medico, da tempo impegnato, come presidente dell’Associazione Autismo, nel progetto di un Centro Diurno per il sostegno ai portatori di questa particolare forma di handicap, che avrà sede in Ventignano, ma anche in un piu’ ampio programma perché si effettuino tempestivamente le diagnosi di autismo in ogni Asl toscana cosi’ da consentire almeno quelle pur modeste forme di terapia che possono far migliorare le condizioni di quei ragazzi sfortunati offrendo ai loro familiari una solidarietà efficace e non soltanto formale.
Marino Lupi, che è anche consigliere comunale di maggioranza, gioca «a tutto campo» senza riguardi: «L’autismo è un problema non governato, nel nostro territorio, non esistendo strategie comuni né un protocollo condiviso fra le Asl toscane. Una situazione che porta a risultati piu’ disparati, e quindi scarsamente valutabili e controllabili». Sull’autismo c’è infatti una grande mistificazione – scrive il dottor Lupi – e mentre un grosso quotidiano scriveva tempo fa: «C’è del genio in questi ragazzi», seguendo lo stereotipo di «Rain Man», di solito questi presentano un bassissimo quoziente intellettivo, sono molto difficili da seguire e divengono talvolta anche violenti. «E le famiglie si trovano quindi a gestire quasi sempre da sole questo problema piu’grande di loro. Come responsabile dell’associazione conosco bene il grave stato d’abbandono di queste famiglie e di questi disabili – continua Lupi – e cio’ che ha fatto Piscitelli è o dovrebbe essere spunto per iniziare a porre dei rimedi». La disperazione, soprattutto, e poi la stanchezza per un’assistenza snervante, senza pause e senza speranze, anche se piena d’amore. Un amore così grande da rifiutare, per un figlio, un’ulteriore sofferenza. Ecco perché il Centro Diurno a Ventignano va essere portato avanti – dice ancora Lupi – perché pur non essendo risolutivo sarà una risposta in questa nostra zona a un dramma i cui numeri aumentano, purtroppo, considerevolmente.