========= AIFAnewsletter n.103 del 13/12/2004 ==========================
In questo numero:
SPECIALE DOPO CONVEGNO
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Foto conclusiva del 3° Convegno Nazionale AIFA del Prof. Barkley con alcuni referenti dell’AIFA e i loro bambini iperattivi alla consegna di una targa ricordo. Figure significative da sinistra: Giulia D’Errico (Aifa Napoli, seconda a sinistra parzialmente coperta), Giovanni Benzi (Aifa Asti), Patrizia Stacconi (Segretario Nazionale, giacca bianca), Ilona Benzi (Aifa Asti, dietro Stacconi), Giuseppe e Annamaria Idone (Aifa Reggio Calabria), Enzo Aiello (vicepresidente), Raffaele D’Errico (presidente), Russell Barkley, Mauro Filippi (collaboratore Aifa Roma), Mariagrazia Aiello (Aifa Roma), Evelina Maffey (Aifa Agrigento), Daniela Micco (Aifa Benevento), Giovanni Brachitta (Aifa Ragusa), Massimo Micco (Aifa Benevento), Rossella Carratù (Aifa Salerno), Giulio Lenardon (Aifa Trieste), Lautita Ricci (Aifa Massa). Foto Filippi copyright.

PREANNUNCIATO DA…
SALUTE EUROPA – QUOTIDIANO DI INFORMAZIONI SCIENTIFICHE (17/11/2004)
http://www.saluteeuropa.it/news/2004/11/1117012.htm
Per la prima volta in Italia Russell Barkley, massimo esperto mondiale di ADHD.
L’ADHD è uno dei disturbi neuropsichiatrici più comuni dell’età evolutiva caratterizzato da deficit delle capacità attentive, iperattività e impulsività estreme che compromettono la vita di relazione, familiare e scolastica. Colpisce circa il 4% della popolazione in età scolare e risulta la prima causa di richiesta di un programma di salute mentale per i minori negli Stati Uniti. Negli ultimi anni, è sensibilmente aumentata la consapevolezza clinica dell’ADHD e la percezione che il disturbo non regredisce nel corso dello sviluppo. In più dell’80% dei casi infatti persiste nell’adolescenza e in oltre il 50% dei casi è presente nell’età adulta. E’ allora fondamentale che i professionisti della salute mentale, i medici e gli insegnanti abbiano una conoscenza quanto più possibile aggiornata e approfondita di questo disturbo, dei sintomi, le cause, il suo trattamento. Il prossimo Convegno Nazionale AIFA, previsto a Roma il 20 novembre, vedrà la presenza di uno tra i principali studiosi e clinici di ADHD a livello mondiale. Il Professor Russell A. Barkley, docente di Psichiatria presso l’Università del South Carolina e autore dell’International Consuensus Statement on ADHD, sarà per la prima volta in Italia e svolgerà un workshop sull’argomento di sei ore. Un avvenimento destinato a rappresentare una pietra miliare nella promozione delle conoscenze scientifiche dell’ADHD in Italia.
Il workshop fornirà un’informazione aggiornata e dettagliata sulla natura del disturbo nei bambini e sarà presentata una nuova teoria dell’ADHD quale disturbo evolutivo dell’autoregolazione. Una visione più ampia rispetto all’attuale concettualizzazione clinica. Barkley discuterà inoltre le importanti conseguenze di questa nuova prospettiva e le strategie più efficaci nella gestione della relazione con un fanciullo ADHD a casa e a scuola.
Sede del Convegno: Auditorium “Divino Amore”
Via del Santuario 10 (Via Ardeatina km 12) – Roma
 
COMMENTO DEL PRESIDENTE AI REFERENTI AL TERMINE DEL CONVEGNO…
Carissimi amici referenti tutti.
Eccoci di ritorno da un grande evento! Sono profondamente soddisfatto per tutto!
Russell Barkley: un grande uomo di scienza, un grande uomo, un grande amico…
I Referenti grandi uomini e donne che hanno saputo dimostrare:
> che anche dalla sofferenza si può trarre la forza per amare e per sperare…
> che la più grande forza è l’amicizia nell’amore…
> che ciò che più conta nella vita è amare…
> che ciò che deve continuare a spingere la nostra associazione è l’amore profondo della nostra famiglia, del nostro coniuge, dei nostri figli e l’amore vero e disinteressato tra noi…
Ricordo come stampate nella mente le ultime parole, quelle di Michele, lo sposo di Patrizia, che domenica al termine dell’incontro ha detto: “Non dimentichiamoci che il primo mutuo-aiuto dobbiamo realizzarlo tra noi!”
Sì, è vero! Dobbiamo imparare sempre di più ad ascoltarci, a comprenderci, a sostenerci prima ancora di farlo con gli altri, con coloro che domani ci chiameranno al telefono. Solo così, se riusciremo a continuare ad essere quella “comunità di amore” che sembra riusciamo ad essere (e le lacrime, gli abbracci, i salti, gli occhi luccicanti, le parole dette e non dette li hanno testimoniato!), ebbene solo con questa forza che ci contraddistingue riusciremo a penetrare nel cuore della gente ed aiutare concretamente i nostri figli e quelli che come loro, con l’ADHD nel cervello, verranno…
Vi voglio profondamente bene
e con Giulia non ci stancheremo mai di pregare per voi,
per ognuno di voi e per le vostre amate famiglie.
Un abbraccio a tutti!
raffaele e giulia
 
RASSEGNA STAMPA
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Farmacia.it “Medicina: bimbi iperattivi, aumenta certezza cause ereditarie”
Nel terzo appuntamento annuale dell’Aifa a Roma, Berkley ha argomentato le possibili cause che affliggono i cosiddetti “bambini che non si fermano mai”, ricongiungendole a fattori ereditari, a fattori precedenti o appena successivi alla nascita o a cause traumatiche: dalla neuroimmagine i vede come in questi bambini siano presenti delle alterazioni di una parte del cervello.

MEDICINA: BIMBI IPERATTIVI, AUMENTA CERTEZZA CAUSE EREDITARIE
Farmacia.it 20/11/2004 16:55
(ANSA) – ROMA, 20 NOV – Aumentano le certezze sulle cause della Adhf il disturbo da Deficit e Iperattivita’ che colpisce in Italia 600.000 bambini. Oggi a Roma si e’ aperto il terzo appuntamento annuale dell’Aifa, l’associazione di famiglie dedicata alla promozione e all’informazione scientifica di questa malattia, anche per creare una rete di solidarieta’ e mutua assistenza tra i genitori. L’iperattivita’ e l’impulsivita’ estreme che caratterizzano questa malattia compromettono la vita di relazione, di famiglia e scolastica. I “bambini che non si fermano mai” ha spiegato il presidente dell’associazione Raffaele D’Errico, sono infatti emarginati nella scuola ma spesso anche in famiglia. E portano dentro di loro per tutta la vita le ferite psicologiche delle piccole e grandi esclusioni dalla passeggiata con i nonni o dalla festa con gli amichetti di classe. Il convegno e’ stata l’occasione per tirare le somme sulle ultime scoperte scientifiche. Presente Russel Barkley, massimo esperto mondiale del disturbo che ha sciolto ogni dubbio sul fatto che la malattia e’ fortemente ereditaria, nella stessa identica misura di come e’ ereditaria l’altezza. A queste cause genetiche, ha pero’ anche riferito l’esperto, se ne aggiungono altre come dei fattori precedenti o appena successivi alla nascita, o anche cause traumatiche. Le tecniche piu’ avanzate di neuroimmagine hanno infatti evidenziato che in questi bambini sono presenti
delle alterazioni di una parte del cervello: il volume e’ nel complesso piu’ piccolo della norma ed in particolare la corteccia frontale ed alcuni nuclei della base. Ma gli esperti hanno anche voluto porre fine alle leggende sulla malattia: le allergie alimentari non hanno nessun ruolo. E le diete senza zucchero, senza additivi o vitaminizzate si sono dimostrate infatti inutili. Speranze invece arrivano dalle terapie integrate e da nuovi trattamenti farmacologici: psico-stimolanti non ancora presenti in Italia. (ANSA).

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Il Messaggero- “Bimbi iperattivi da curare: sono il 5%”
Russel Barkley, neuropsichiatra americano, ha presentato al convegno organizzato dall’Aifa un workshop in difesa dei soggetti con marcato livello di disattenzione e comportamenti di iperattività e impulsività: 1 alunno su 20 è un bambino ADHD.

«Bimbi iperattivi da curare: sono il 5%»
Il Messaggero 21/11/2004
A Roma un convegno organizzato dalle famiglie dei piccoli con deficit dell’attenzione. Presto sul mercato un medicinale Per lo psichiatra Barkley è un disturbo neurologico, da trattare con i farmaci

di DONATA MARRAZZO
ROMA Troppo vivaci, impulsivi, disattenti, esibizionisti, maleducati. Così viene erroneamente classificato circa il 5 per cento della popolazione pediatrica italiana in età scolare. Ma per una parte della scienza medica sono bambini e adolescenti con un vero e proprio problema neurologico: il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd), una disfunzione dannosa che sarebbe riconducibile a diverse alterazioni del sistema nervoso centrale. Per la prima volta in Italia, Russel Barkley, neuropsichiatra americano che ha dedicato la sua carriera allo studio dell’età evolutiva, ha presentato ieri a Roma, nell’ auditorium del Divino Amore, un workshop, organizzato dall’associazione delle famiglie Adhd (Aifa), in difesa dei soggetti con marcato livello di disattenzione e comportamenti di iperattività e impulsività, destinato ai genitori ma soprattutto agli operatori del settore: psichiatri, psicologi, logopedisti, pediatri. Nelle scuole italiane un alunno su 20 è un bambino Adhd: quella del deficit dell’attenzione e dell’iperattività è la diagnosi psichiatrica infantile più frequente nelle strutture La sindrome (nelle tre forme di classificazione: quella combinata dell’ iperattività, impulsività e del disturbo dell’attenzione; quella più insidiosa del solo deficit di attenzione; quella con prevalenza di iperattività e impulsività ) è altamente invalidante e se associata ad altri disturbi, come ad esempio lo sviluppo di tratti oppositivi e provocatori rischia di esporre i giovanissimi a comportamenti devianti e all’uso di droga e alcol. Un’eventualità che in molti paesi occidentali ha indotto medici, servizi di sicurezza, scuole e famiglie ad approfondire la patologia e a porvi rimedio. Philip Anderton,
ispettore della polizia del Lancashire, presente ieri al convegno insieme al sergente Steve Brown, lavora da due anni sulle “baby gang” del Regno Unito e sulla formazione delle famiglie e degli insegnanti: secondo i suoi studi, nella contea inglese, il 25 per cento dei giovanissimi è affetto dalla sindrome psichiatrica. Il rimedio, secondo Barkley e quelli che si ispirano al modello medico-biologico della psichiatria, almeno nei casi più gravi, si chiama Ritalin: metilfenidato in compresse (un derivato dell’anfetamina) che verrà presto reintrodotto sul mercato italiano e che, come ha spiegato il pediatra Pietro Panei, dell’Istituto superiore di sanità, «verrà posto in regime di sorveglianza attiva, all’interno di uno speciale registro nazionale, per evitare il suo uso improprio».

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Il Messaggero- “Mio figlio era senza controllo. Lo hanno salvato le medicine”
Testimonianza di una famiglia Aifa, che racconta il progressivo miglioramento del figlio affetto da deficit dell’attenzione grazie alla somministrazione di Ritalin.

«Mio figlio era senza controllo Lo hanno salvato le medicine»
Il Messaggero 21/11/2004
LE STORIE
ROMA Dal 2002 l’Aifa (associazione onlus, www.aifa.it) riunisce, rappresenta e sostiene circa un migliaio di famiglie Adhd. “I primi mesi ci scambiavamo informazioni via Internet – racconta Patrizia Stacconi, segretario nazionale dell’associazione presieduta da un giovane pediatra napoletano, Raffaele D’Errico – Poi il cerchio si è allargato: arrivavano domande, richieste d’aiuto. Abbiamo scoperto di essere in tanti e avevamo bisogno di informazioni e sostegno per non restare segregati nella più completa solitudine”. Astrid è un’iscritta: ha un figlio di 15 anni al quale è stato diagnosticato l’Adhd tre anni fa. Il suo è un deficit dell’attenzione: da piccolo era dislessico e disgrafico, vittima, in classe, di bullismo e altre forme di derisione e umiliazione. «Era una condizione disperante – ricorda la madre – Poi è arrivato il pediatra giusto e una giusta diagnosi. Era necessaria una terapia farmacologica oltre a quella psicologica. In poco tempo mio figlio ha raggiunto una buona qualità della vita: è collaborativo, attento. Gli insegnanti dicono che ha
sviluppato addirittura una buona dose di autoironia». «Nostro figlio era un bambino difficile. Ce ne accorgemmo quasi subito – racconta una coppia partita da Napoli per seguire il workshop del professor Barkley – Gli mancava completamente l’ autocontrollo, era disinibito in modo preoccupante, distratto. Eravamo esausti. Finché ci siamo rivolti a un centro segnalatoci dall’Aifa. Tre giorni intensi di accertamenti, poi la diagnosi e la cura: gli è stato somministrato il Ritalin. Dopo quarantotto ore abbiamo gridato al miracolo di fronte a nostro figlio più sereno, riflessivo, simpatico e amorevole. Non è un bambino drogato, come alcuni vorrebbero far credere. E’ un bambino curato. Amato».
Do.Ma.

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Il Messaggero-” E’ una vera malattia, non c’entrano i genitori”
Spesso i genitori si sentono responsabili dei disturbi psicologici dei bambini, ma Barkley ribalta il problema spiegando che l’ADHD è una reale patologia neuropsichiatrica e va curata: un trattamento appropriato porta benefici in 8 casi su 10.

«E’ una vera malattia, non c’entrano i genitori»
Il Messaggero 21/11/2004
L’INTERVISTA
L’esperto statunitense: un trattamento appropriato porta benefici in 8 casi su dieci
ROMA – «Se la vita fosse un videogame, una sequenza rapida di eventi, risposte ed esiti, i bambini Adhd non avrebbero alcuna difficoltà. Non avrebbero il problema di trasformare le proprie conoscenze in azione e, quindi, sviluppare l’autocontrollo. L’Adhd è un disturbo della prestazione, dell’esecuzione e non dell’abilità: i bambini affetti da questa sindrome hanno una memoria spaziale insufficiente, intuiscono il tempo ma non lo utilizzano per guidarvi il proprio comportamento». Il neuropsichiatra americano Russel Burkley è nel mondo l’esperto dell’Adhd. Fra i suoi avversari ci sono psicologi e psichiatri (ma anche associazioni e movimenti culturali) che riconducono i problemi psicologici o comportamentali a disfunzioni sociali od ambientali e non solo fisiologiche. Barkley ribalta il problema, sollevando, tanto per cominciare, i genitori da tutti quei sensi di colpa tipici di «quelle vecchie correnti psichiatriche che da settant’anni ritengono sempre responsabili dei disturbi dei bambini l’ambiente familiare e l’educazione». «L’Adhd – continua lo studioso – è una patologia reale che prescinde dalle colpe delle madri e dei padri, che procura un deterioramento delle principali attività vitali e che deve, quindi, essere curata. Temo che alcuni dei miei oppositori siano sostenuti anche da motivazioni economiche, soprattutto coloro i quali hanno imperniato la propria attività sulle terapie familiari». «Dopo una diagnosi esatta di Adhd è necessario valutare un trattamento combinato in cui genitori e insegnanti imparino a gestire il bambino e il farmaco, opportunamente dosato, faccia la sua parte, visto che la sua assunzione determina il miglioramento dell’80 per cento dei
casi clinici e ne normalizza di più della metà».
Do. Ma.

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“Salute” di Repubblica di Maria Paola Salmi
Bimbi iperattivi, cause ereditarie?
La Repubblica Salute 02/12/2004 Mariapaola Salmi
Psicologia – pag. 38 – Per alcuni esperti alla base del disturbo c’è l’incapacità del cervello di filtrare stimoli
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) colpisce i bambini di ogni parte del mondo ed estrazione sociale. In Italia sarebbero almeno seicentomila i piccoli in età scolare ai quali è stato diagnosticato il disturbo ma l’incidenza negli Stati Uniti come in Europa, in India, Brasile, Giappone, si attesta attorno al 4 per cento. Russel Barkley, psichiatra all’Università del South Carolina, intervenuto a Roma al Terzo Convegno Nazionale dell’Aifa, l’associazione italiana famiglie Adhd, spiega che “la causa non è da ricercarsi nel disagio familiare, nella carenza affettiva né in deficit alimentari. Sappiamo con certezza che si tratta di una sindrome a forte componente ereditaria e quindi genetica, fratelli e sorelle di bambini con Adhd hanno una probabilità di ammalarsi da 5 a 7 volte superiore rispetto a bambini di famiglie non colpite dalla sindrome. E i figli con un genitore affetto hanno fino al 50 per cento di probabilità in più di sperimentare le stesse difficoltà”, conclude. L’Adhd dipenderebbe da un difetto evolutivo di circuiti e meccanismi cerebrali che stanno alla base dell’inibizione e dell’autocontrollo. Le indagini di neuroimaging effettuate con Tac, Risonanza magnetica nucleare e Pet hanno dimostrato che il cervello dei bambini colpiti da Adhd è di dimensioni ridotte rispetto a quello di coetanei sani; le aree frontali e alcune zone cerebrali profonde (nuclei caudato e globo pallido) sono meno estese del normale aree quest’ultime coinvolte nella programmazione del comportamento, nell’autocontrollo, nella consapevolezza di sé e del tempo e nella concentrazione. “I disturbi presentati dai bambini con Adhd sono la conseguenza di una incapacità del cervello a filtrare gli stimoli sensoriali”, spiega il pediatra Raffaele D’Errico, presidente Aifa, “da ciò deriva la mancanza di concentrazione, l’iperattività e l’impulsività. Bisognerebbe intervenire precocemente con un supporto psicologico e training familiare”. Ma la diagnosi – effettuata da un’équipe medica escludendo altre patologie – è spesso tardiva e avviene tra gli otto e i dieci anni.
Spesso non serve
La Repubblica Salute 02/12/2004
Psicologia – pag. 38 – Le avvertenze
Il professor Zuddas ricorda i paletti fissati dall’Istituto di sanità (dosaggio giusto, sospensione periodica, verifica) nell’uso del Ritalin. E avverte: “Un bambino vivace che scoccia non è malato di Adhd. Facciamo una corretta diagnosi, proviamo prima con le terapie del comportamento, perché non sempre l’Adhd ha bisogno di farmaci”.
Ritalin, il ritorno
La Repubblica Salute 02/12/2004
Psicologia – pag. 38 – Il farmaco
A gennaio dovrebbe rientrare in commercio il metilfenidato, il tanto discusso Ritalin, psicostimolante derivato delle anfetamine: negli Usa è la molecola d’elezione del disturbo Adhd. “E’ un farmaco sicuramente efficace ma delicato e va quindi usato con giudizio”, spiega il professor Alessandro Zuddas, neuropsichiatra infantile all’Università di Cagliari.