========= AIFAnewsletter n.95 del 03/11/2004 =============================
In questo numero:
1. IN DIRETTA L’ADHD SU RETE LAZIO
2. CONVEGNO CISF “DOPO DI NOI, INSIEME A NOI”
3. CORSO SU “LA PRECOCE INDIVIDUAZIONE DEI DAS – LO SCREENING PRESCOLARE”
4. PROGETTO ADHD E POLIZIA
5. SALVIAMO LE MADRI (ED I PADRI)
6. RASSEGNA STAMPA
7. CHIUSE LE ISCRIZIONI AL III CONVEGNO AIFA
8. DISLESSIA, DAL MINISTERO INDICAZIONI PER AIUTARE GLI STUDENTI.
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1. IN DIRETTA L’ADHD SU RETE LAZIO
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Si è parlato di ADHD e di AIFA.
Martedì 2 novembre.
“Rete Lazio” – Trasmissione: “Ore Locali” in onda dalle 18,30 alle 19,30 (in
diretta).
Il conduttore Antonio Montesanti ha messo a fuoco l’esperienza del genitore e
la natura/caratteristiche del disturbo.
Presenti in studio: Patrizia Stacconi, Segretario Nazionale dell’AIFSA Onlus
e il Prof. Tonino Cantelmi, Responsabile Area Psichiatria Regione Lazio.
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2. CONVEGNO CISF “DOPO DI NOI, INSIEME A NOI”
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Famiglie e servizi di fronte alla cura delle persone adulte con disabilità
Convegno internazionale
Milano, venerdì 26 novembre 2004
Auditorium Don Alberione, Via Giotto 36
A partire da un’indagine svolta in Lombardia nel 2003 – 2004 dal Cisf per
conto della Fondazione Cariplo, abbiamo organizzato un convegno
internazionale sul “dopo di noi” dedicato alle persone con disabilità
adulte, in cui confrontare lo scenario nazionale e lombardo con esperienze
internazionali.
L’incontro è rivolto agli operatori del settore, all’associazionismo delle
famiglie e delle persone con disabilità, agli enti gestori di servizi
socio-sanitari e di strutture residenziali, ai responsabili delle politiche
sociali a livello nazionale, regionale e locale.
La partecipazione è gratuita. Per le iscrizioni consultare il sito
www.cisf.it
Segreteria organizzativa
CISF
Via Duccio di Boninsegna 10
20145 Milano
Tel.: 02/48012040
Fax: 02/48009938
e.mail: cisf@stpauls.it
sito: www.cisf.it
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3. CORSO SU “LA PRECOCE INDIVIDUAZIONE DEI DAS
– LO SCREENING PRESCOLARE”
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Roma, 4, 5, 6, 26, 27 MARZO 2005
5 incontri (20 ore) in due weekend :
PRIMO INCONTRO
I disturbi di apprendimento
L’importanza e l’utilità dello screening
Il lavoro svolto nella scuola per lo screening
La formazione necessaria.
Il test prescolare (PSS per età 2 ½ anni a 6½ anni))
SECONDO INCONTRO
Capire e punteggiare il questionario
L’atteggiamento del somministratore
L’incontro con i genitori
Video della somministrazione del test
Pratica nella somministrazione del test
TERZO INCONTRO
Pratica nel punteggiare il test
Controllo dei test già somministrati dai partecipanti
Il significato dei punteggi
Collocare i dati per le norme
Introduzione al Test Slingerland di Prelettura( Età da 5 ½ a 6 anni)
QUARTO INCONTRO
Suggerimenti ai genitori per stimolare il bambino nelle aree a rischio
Suggerimenti alle insegnanti per stimolare il bambino nelle aree a rischio
Introduzione al test LAC. Lindamood Auditory Conceptualization Test (Èta 5
anni a 11 anni)
L’informazione necessaria per fare una proposta per lo screening di una
scuola o di una provincia
Organizzare lo screening per la scuola- Formazione del personale della
scuola
Preparare una presentazione per genitori sullo screening
QUINTO INCONTRO
La Verifica: Pratica e prova nei punteggi con il test PSS
Scrivere una relazione sui risultati con suggerimenti per i genitori e per
la scuola
Esercitazione nel presentare il programma dello screening ai genitori
Rivedere ed elaborare i risultati dello screening
Sviluppare una proposta per fare lo screening- aspetti logistici e fiscali
Questo corso è a pagamento e a numero chiuso di massimo 10 persone.
Docente: PAMELA KVILEKVAL, SPECIAL EDUCATION SERVICES,
via Padre Semeria 29, 00154 Roma
Tel. 06 5160 4620 Tel/fax. 06 3036 7868 E mail pamelak@mclink.it
IL PROSSIMO CORSO INIZIERÀ IL 4 MARZO 2005 per i giorni il 4,5,6 , e
26,27 di MARZO 2005
Download programma: www.aifa.it/documenti/corsoDAS3-2005.zip
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4. PROGETTO ADHD E POLIZIA
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A seguito del Global Meeting Internazionational che si è svolto recentemente
a Nashville, Massimo Micco, delegato per l’AIFA, ho conosciuto l’ispettore
Anderton ed il sergente Brown che si occupano di ADHD nell’ambito di un
progetto di prevenzione del crimine e di sicurezza sociale.
Essi hanno relazionato al convegno del CHADD e saranno presenti al III
convegno AIFA (20/11/2004 Roma) per seguire Barkley.
Il nostro referente per la Campania, Massimo Micco, trovando molto
interessante l’argomento da loro trattato è andato a spulciare un pò nel
loro sito da cui ha tradotto l’interessante pagina che troverete sotto,
un esempio più unico che raro in cui la Polizia nel Regno Unito si
interessa di ADHD.
Il progetto in lingua inglese è presente sul sito e scaricabile.
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Sin dal 1992 l’Associazione del Lancashire Contro il Crimine LANPAC
(Lancashire Partnership Against Crime – http://www.lanpac.co.uk/about.html)
ha sostenuto vari programmi di prevenzione al crimine e di sicurezza sociale
in tutto il Lancashire. Uno di questi programmi riguarda la problematica
dell’ADHD. Ecco la descrizione data dall’ispettore Philip Anderton
(http://www.lanpac.co.uk/adhd.html):
Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD)
Da: Inspector Phillip Anderton
Community Safety Department
Lancashire Constabulary HQ
Il Dipartimento della Sicurezza Sociale del Lancashire Constabulary
HeadQuarter (Quartier Generale del Corpo di Polizia del Lancshire) lavora
strettamente con i propri partner in relazione alla gioventù a rischio. Come
parte di tale attività sono stati esaminati i fattori per cui gli
adolescenti possano essere indotti al crimine.
Elementi quali singolo genitore, gravidanza precoce ed altri fattori sociali
ed ambientali sono stati esaminati con l’intento di identificare i fattori
di rischio che potrebbero essere preventivamente ridotti per evitare a
persone giovani di entrare nel sistema di giustizia criminale.
Si è dimostrato che quasi tutti gli interventi di riduzione del crimine
vengono avviati nella vita delle giovani persone solo dopo il loro arresto.
A seguito della istituzione del fondo “Travelling Fellowship” offerto da
LANPAC, il corpo di Polizia è stato in grado di sviluppare un progetto
dimostrativo a Burnley e a Pendle che ha portato gli uffici locali a
lavorare insieme sul Deficit di Attenzione e Disturbo di iperattività
(ADHD).
Questo è l’unico progetto nato con l’intento di essere un tentativo
preventivo di riduzione del crimine.
Senza il fondo “Travelling Fellowship”, costituito tramite le sottoscrizioni
LANPAC, questo progetto non avrebbe avuto avvio. Io ed il sergente Steve
Brown siamo pertanto orgogliosi di mostrare il logo LANPAC sui nostri
biglietti da visita del progetto, un biglietto che noi usiamo per aprire le
nostre presentazioni che sono state fatte nella Contea e attraverso tutto il
Regno Unito.
Un documento che mostra il lavoro svolto, in dettagli approfonditi sul
progetto può essere scaricato al seguente link
http://www.lanpac.co.uk/adhd.pdf
Massimo Micco
Webmaster www.aifa.it
Moderatore AIFA NewsLetter – newsaifa@aifa.it
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5. SALVIAMO LE MADRI (ED I PADRI)
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Tratto da Educare.it – Rivista on line
Registrazione n. 1418 Tribunale di Verona del 21.11.2000 – Dir. Resp.:
Amedeo Tosi
Editoriale di Maggio 2004
di Luciano Pasqualotto
Su alcune questioni vi è una sorta di “pensiero unico”, un’unica visione,
senza alternative.
Un tempo spettava ai filosofi il ruolo dei contraddittori, capaci per
mestiere di “pensare in libertà” e perciò di superare le barriere, spesso
piccole ed invisibili, del senso comune e dei monoteismi culturali. Voci
sempre più rare oggi, in tempi votati prevalentemente alla produttività ed
al consumo, condizionati dalla televisione e dalla tracotanza
informazionale.
Ma il problema è reale, soprattutto quando si adottano in modo acritico
concetti che hanno pretesa di scientificità, che diventando così “verità” su
cui fioriscono teorie, metodi ed approcci pericolosamente assiomatici.
Qui vogliamo riflettere sulla convinzione indiscussa che mamme e papà
abbiano un peso determinante nel destino dei loro figli.
Da questa prospettiva proclamano consigli e giudizi i vari profeti
mass-mediatici della buona educazione. Si fondano su tale presupposto, ad
esempio, le ricerche più in voga sull’eziologia delle devianze e delle
dipendenze dalle droghe.
Finisce così che ogni genitore si senta profondamente responsabile delle
piccole e grandi difficoltà che la crescita pone continuamente di fronte ai
suoi bambini.
Colpevole perché, secondo gli insegnanti, il figlio è aggressivo nella
scuola dell’infanzia, o iperattivo o distratto o indomito alle regole alle
elementari, leader negativo o menefreghista nella scuola secondaria.
Per la stessa “superstizione parentale”, come direbbe James Hillman, i
giovani adulti continuano a cercare, da soli o con lo psicoanalista, i
motivi della propria infelicità nei rapporti con i loro genitori.
E’ tempo di sollevare le mamme ed i papà da questo fardello di
responsabilità, dall’incipiente senso di colpa – e non raramente di dolore –
che accompagna il loro ruolo genitoriale.
Innanzitutto perché è una convinzione falsa e fors’anche costruita ad arte.
Lo sostiene, ad es., Diane Eyer, che descrive come una “fantasia
scientifica” l’enfasi assoluta che da Freud in poi viene riferita al legame
madre-bambino.
E’ tempo di recuperare altri pensieri sui figli che generiamo: fin dalla
prima infanzia possiamo avere percezione che non sono un nostro “prodotto”,
ma sono “identità altre” chiamate a seguire un proprio destino. Lo possiamo
cogliere nelle particolari inclinazioni del carattere, prima che
intervengano i processi omologanti della socializzazione.
Ciò non significa di certo negare l’influenza che mamme e papà hanno sui
propri bambini: equivarrebbe, tra l’altro, a rinnegare la stessa educazione.
Ma perché non ammettere contemporaneamente tutti gli altri (e fors’anche più
potenti) condizionamenti?
Il paradigma eziologico andrebbe quantomeno sostituito con quello che
Brofenbrenner ha definito come “ecologico”: se c’è una causalità che guida
lo sviluppo, essa va cercata sia in tutti gli “spazi di vita” in cui i
minori crescono, sia nella percezione ed interpretazione delle persone che
in quei contesti vivono il proprio quotidiano. Ed in ogni caso non si tratta
mai di una causalità semplice ma complessa.
In altre parole, i nostri bambini sono egualmente figli del loro tempo:
della cultura veicolata dalla televisione, della scuola che la società ha
preparato per loro, dei valori (o dis-valori) che regolano le relazioni, da
quelle di vicinato a quelle internazionali.
Tali affermazioni sollevano le madri (ed i padri) dal peso di una
responsabilità assoluta, sfumandola in una corresponsabilità che chiama in
causa tutti i livelli del nostro “sistema di vita”.
Gli insegnanti si sopportano a malapena, i politici si insultano, i potenti
guerreggiano, i militari delle democrazie “esemplari” torturano .: perché
mai allora dovrei essere l’unico imputato delle difficoltà comportamentali
del mio bambino?
Se guardiamo la questione dalla prospettiva dei figli, è mai possibile che
essi debbano pagare per tutta la vita gli errori, reali o presunti, che
avrebbero commesso i genitori durante la loro infanzia?
Abbiamo più volte sostenuto la necessità di assumere a fondamento dell’
educazione un’antropologia che riconosca ad ogni persona la libertà
progressiva di autodeterminarsi, di affrancarsi dai condizionamenti piccoli
e grandi, sulla spinta del proprio carattere e delle sue inclinazioni,
seguendo la voce della vocazione individuale o del destino.
Confutiamo dunque le credenze che ci affossano nelle preoccupazioni e nei
sensi di colpa: un altro mondo è possibile.
copyright © Educare.it – Anno IV, Numero 6, Maggio 2004.
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6. RASSEGNA STAMPA
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Il Gazzettino – “Bimbi e adolescenti, uno su 25 soffre di problemi dell’
attenzione”
Si è concluso venerdì 22 ottobre il ciclo di due incontri sui problemi
legati alla crescita dei bambini e degli adolescenti che si è tenuto preso l
‘Istituto comprensivo di San Pietro (PD). In precedenza si era tenuto un
incontro informativo con il coordinamento dell’insegnante Alfonsina Casanova
Fuga e mediato da Edoardo Dal Borgo, psicopedagogista e pedagogista clinico
con specializzazione per l’handicap e la disabilità, sul tema: “deficit
attentivo con o senza iperattività”. Anche in Italia il numero di bambini
che soffrono di ADHD tende a crescere, in particolare 1 su 25.
Bimbi e adolescenti, uno su 25 soffre di problemi dell’attenzione
Il Gazzettino 23/10/2004
SAN PIETRO
San Pietro
(Y.T.) Si è concluso ieri pomeriggio, nell’aula magna dell’Istituto
comprensivo di San Pietro, il ciclo di
due incontri sui problemi legati alla crescita dei bambini e degli
adolescenti. L’iniziativa, rivolta a
genitori ed insegnanti, ha voluto affrontare, con il supporto di due esperte
(Maria Marconi,
psicopedagogista presso l’Istituto comprensivo di Silea, in provincia di
Treviso, che si occupa di
handicap e di orientamento, e Cinzia Mion, dirigente scolastico e
formatrice), le dinamiche della
crescita. In precedenza, si era tenuto un incontro informativo, con il
coordinamento dell’insegnante
Alfonsina Casanova Fuga e mediato da Edoardo Dal Borgo, psicopedagogista e
pedagogista clinico
con specializzazione per l’handicap e la disabilità, sul tema: Deficit
attentivo con o senza iperattività.
La questione, che qualche mese fa aveva acceso il dibattito anche in Italia,
sulla scia di quanto da
tempo sta avvenendo in America, è stata così approfondita nella sede
centrale dell’Istituto
comprensivo, anche in considerazione del fatto che, a livello nazionale, il
numero di bambini che
presentano queste difficoltà tende a crescere. La stima è sufficientemente
chiara: i sintomi del
disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività sarebbero presenti in un
alunno ogni venticinque.
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8. DISLESSIA, DAL MINISTERO INDICAZIONI PER AIUTARE GLI STUDENTI.
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In una circolare, indirizzata ai dirigenti scolastici, c’è l’invito a utilizzare gli
strumenti più efficaci per facilitare l’apprendimento dei ragazzi con questo disturbo che
coinvolge il 4% della popolazione italiana e un elenco di provvedimenti da adottare in base
alla gravità di ogni singolo caso.
Il ministero dell’istruzione, direzione generale per lo studente, accogliendo pressanti
richieste dell’associazione italiana dislessia, ha diramato un’importante nota ,
che si pubblica, con la quale si forniscono indicazioni circa il comportamento da
adottare da parte dei docenti nelle modalità di valutazione degli apprendimenti di
studenti con questo disturbo. Spesso, infatti, questi studenti o vengono considerati in
situazione di disabilità o vengono considerati senza disabilità e ritenuti disattenti o
svogliati con gravi conseguenze circa la valutazione dei loro apprendimenti e conseguente
perdita di autostima. La nota ministeriale opportunamente richiama l’attenzione degli
uffici scolastici regionali affinché vogliano far presente questo problema alle scuole ed
esse possano tenerne conto.
Ritengo che, ove necessario, possano essere organizzati brevi corsi di aggiornamento per i
docenti, avvalendosi degli esperti dell’associazione o di altri esperti , dal momento che
ormai questo disturbo è sufficientemente studiato e conosciuto ed i mezzi per risolverlo,
indicati anche nella nota ministeriale, sono stati abbondantemente vagliati con esiti
positivi.
Si plaude all’iniziativa ministeriale ed all’associazione che ha condotto una lunga e
vittoriosa battaglia culturale a vantaggio della scuola tutta.
di Salvatore Nocera
http://www.superabile.it/Superabile/Societa/Dislessia_ministero.htm
Ecco il testo della circolare ministeriale:
Ai Direttori degli
Uffici Scolastici Regionali
Loro Sedi
Oggetto: Iniziative relative alla Dislessia
Pervengono a questa Direzione esposti con i quali alcuni genitori lamentano che non sempre
le difficoltà di apprendimento di soggetti dislessici sono tenute nella dovuta considerazione,
con la conseguenza che i soggetti in questione hanno lo stesso percorso formativo nonché la
medesima valutazione degli altri alunni.
Come è noto alle SS.LL. la dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che riguarda
il leggere e lo scrivere e che può verificarsi in persone per altri aspetti normali. Tali
soggetti non presentano, quindi, handicaps di carattere neurologico o sensoriale o comunque
derivanti da condizioni di svantaggio sociale. Gli studi scientifici sull’argomento hanno
evidenziato che queste difficoltà, che colpiscono circa il 4% della popolazione, nascono da
particolarità di funzionamento delle aree cerebrali deputate al processo di riconoscimento dei
fonemi, ed alla traduzione di questi in grafemi nella forma scritta e, infine, alla lettura della
parola scritta.
Le persone affette da dislessia presentano, quindi, una difficoltà specifica nella lettura,
nella scrittura e, talvolta, nel processo di calcolo, la cui entità può essere valutata con tests
appositi, secondo il protocollo diagnostico messo a punto dall’Associazione Italiana Dislessia (AID),
nonché dalla Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile (SINPIA).
Dato che tali difficoltà si manifestano in persone dotate di quoziente intellettivo nella norma,
spesso vengono attribuite ad altri fattori: negligenza, scarso impegno o interesse. Questo può
comportare ricadute a livello personale, quali abbassamento dell’autostima, depressione o comportamenti
oppositivi, che possono determinare un abbandono scolastico o una scelta di basso profilo rispetto a
lle potenzialità.
Per ovviare a queste conseguenze, esistono strumenti compensativi e dispensativi che si ritiene opportuno possano essere utilizzati dalle scuole in questi casi.
Tra gli strumenti compensativi essenziali vengono indicati:
– Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto, e dei vari caratteri.
– Tavola pitagorica.
– Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche.
– Calcolatrice.
– Registratore.
– Computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale.
Per gli strumenti dispensativi, valutando l’entità e il profilo della difficoltà, in ogni
singolo caso, si ritiene essenziale tener conto dei seguenti punti:
– Dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario,
studio mnemonico delle tabelline.
– Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta.
– Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa.
– Organizzazione di interrogazioni programmate.
– Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non
della forma.
Ulteriori strumenti possono essere utilizzati durante il percorso scolastico, in base alle fasi di
sviluppo dello studente ed ai risultati acquisiti.
Sulla base di quanto precede si ritiene auspicabile che le SS.LL. pongano in essere iniziative di
formazione al fine di offrire risposte positive al diritto allo studio e all’apprendimento dei dislessici,
nel rispetto dell’autonomia scolastica.
Si ringraziano le SS.LL. per la consueta collaborazione.
Il Direttore Generale
M. Moioli
(27 ottobre 2004)