“Perché un bambino ADHD non deve prendere il Ritalin?”
Siamo genitori che rispettano i propri figli, ne abbiamo tre, li abbiamo voluti e cerchiamo di dare loro il meglio, sia come opportunità educative e morali, sia come attenzione affettiva e psicologica alla loro crescita fisica e mentale. Viviamo in un bellissimo paesino della collina monferrina.
I nostri figli hanno spazi aperti in cui giocare, gridare, correre liberamente, arrampicarsi sugli alberi; hanno opportunità culturali che spaziano dai numerosi libri presenti nella nostra casa, alla fruizione di mostre, viaggi istruttivi effettuati con noi, frequentazioni di gruppi che sono lontani, nel loro essere, dagli stereotipi a cui si riferiscono i mass-media quando ci attaccano, fanno parte cioè del C.A.I. che propone la conoscenza della montagna e la sua frequentazione con escursioni, arrampicate, ecc.
L’utilizzo della televisione nella nostra casa è limitatissima e molto controllata; non ci riconosciamo proprio nella descrizione della famiglia tipica proposta negli articoli comparsi di recente su varie riviste del nostro paese e in particolare su “Metrò”.
Veniamo ora a Michele, il nostro secondogenito, ragazzo di 15 anni con quoziente di intelligenza superiore alla media. Per via della propria incapacità di controllare la propria attenzione, con relativa difficoltà di organizzazione strategica del proprio operato, Michele ha subito continue frustrazioni soprattutto dall’ambiente scolastico, perché considerato svogliato, disattento, incapace di applicarsi, non per motivi indipendenti dalla sua volontà – come è invece nel caso di ragazzi che come lui sono affetti dall’ ADHD – ma per il suo continuo rifiuto delle regole. La “pasticca” alla quale si riferisce la signora Cesarano sull’articolo comparso su “Metrò” è il Ritalin, un farmaco utilizzato, da anni negli Stati Uniti e in Europa per la cura di questo disturbo, un farmaco che NON È UNA DROGA, almeno non lo è per questi bambini. Nostra nipote che vive in America dall’età di 2 anni (ora ne ha 25), è stata curata con questo farmaco dall’ingresso nella scuola elementare, senza presentare sintomi di assuefazione o dipendenza; è una bellissima ragazza, si è laureata a pieni voti e ora lavora all’ONU, serena e lontanissima dall’idea di drogarsi!!!
Questi nostri bambini iperattivi e con la testa tra le nuvole, che dimenticano spesso le loro incombenze, irresponsabili, che passano ore e ore a fantasticare per fuggire dalle difficoltà che incontrano nel concentrarsi, nati con un deficit a livello della chimica neuronale che impedisce il controllo degli impulsi nervosi che regolano l’attenzione, non devono essere curati? Un miope non deve portare gli occhiali? O un diabetico non deve prendere l’insulina? O un epilettico non deve prendere gli anticonvulsivanti? PERCHE’ UN BAMBINO ADHD NON DEVE PRENDERE IL RITALIN? Noi non siamo diabetici e non prendiamo l’insulina perché sarebbe dannosa, non siamo epilettici e non prendiamo gli anticonvulsivanti perché sarebbero dannosi; non siamo ADHD e non prendiamo il Ritalin perché sarebbe dannoso. Tutto sta nell’uso che si fa di un determinato farmaco e a questi bambini serve!
Informatevi meglio, giornalisti, per favore, e non offendete più la nostra dignità e la nostra intelligenza!
Lettera firmata, Alessandria 4/2/2002.