========= AIFAnewsletter n. 168 anno VII del 04/06/2009 ===============
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.

In questo numero:

1
.ADHD IN EUROPA
2.CONVEGNO INTERNAZIONALE RIMINI “
La Qualità dell’integrazione scolastica”
3.L’ANGOLO DELLA POESIA: “IL SOLE NERO”
4.STORIE VERE

5.DISAGIO: SENATO APPROVA DISEGNO DI LEGGE SU DSA

RASSEGNA STAMPA
RS1. 
Bambini iperattivi: nessuna corsa agli psicofarmaci
RS2. DIAMO I NUMERI – Psicofarmaci ai bimbi iperattivi: falso allarme
RS3. Un corso per educatori e genitori alle prese con bambini “iperattivi”
RS4. Esame di terza media rinviata la riforma
RS5. Bambini iperattivi, nervosi e pestiferi? Basta un po’ più di sonno


1
. ADHD IN EUROPA
In un’indagine recentemente pubblicata dal titolo Diagnosis &Treatment of AD/HD in Europe: Differences, Problems and Progress (Diagnosi & Trattamento dell’AD/HD in Europa: Differenze, Problemi e Progressi), ADHD-Europe prende in esame le condizioni relative a trattamento e diagnosi dell’AD/HD in 19 paesi Europei. Da questa indagine risulta che nonostante alcuni miglioramenti, l’indagine dimostra che le condizioni relative a diagnosi e trattamento dell’AD/HD sono critiche. La richiesta per la valutazione diagnostica è in costante crescita, ma i medici della Salute Mentale in Europa hanno tuttora scarsa o nessuna formazione specifica per diagnosi e trattamento dell’AD/HD, inoltre si deve considerare che i servizi diagnostici risultano essere insufficienti, i tempi d’attesa molto lunghi (bambini possono aspettare anche qualche anno), disponibilità di trattamento inadeguate e inappropriate per bambini e ancor peggio per adulti.
Per l’eventuale acquisto rivolgersi a www.adhdeurope.eu

2CONVEGNO INTERNAZIONALE RIMINI
7° convegno internazionale
“La Qualità dell’integrazione scolastica”
Rimini, 13-14-15 novembre 2009-05-20 www.erickson.it/qualitaintegrazionescolastica

3. L’ANGOLO DELLA POESIA
Il sole nero
La mia bambina
ha disegnato
un sole nero nero, di carbone,
appena circondato
di qualche raggio arancione.

Ho mostrato il disegno a un dottore.
Ha scosso la testa. Ha detto:
– La poverina, sospetto,
è tormentata da un triste pensiero,
che le fa vedere tutto nero.

Nel caso migliore
ha un difetto di vista:
la porti da un oculista.

Così il medico disse,
io morivo di paura.
Ma poi guardando meglio in fondo al foglio
vidi che c’era scritto, in piccolo: “l’eclisse”
Gianni Rodari

4STORIE VERE
Dalla lettera di una ragazza di 23 anni riportiamo alcuni passaggi significativi :
“….Già, purtroppo non è un disturbo conosciuto, e ammetto che la mia più grande paura è essere presa per “svogliata” (anche se ho 23 anni…).
magari fossi svogliata! se non avessi voglia me ne fregherei, invece purtroppo è davvero frustrante non avere risultati per motivi che non dipendono da noi… inutile dire che i problemi più grossi li ho nello studio (perché appunto mi manca la concentrazione e la pianificazione, non certo lo assicuro, la voglia o l’intelligenza… tant’è che quando riesco con immensa fatica o collaborazione di altre persone a prepararmi, prendo sempre voti alti).
ma anche col resto della mia vita non è che scherziamo… mi riconosco molto in quanto ho letto sul vostro sito a proposito degli adulti adhd (e riconosco me stessa bambina per quanto riguarda l’aspetto infantile di questa patologia… purtroppo sono sempre stata etichettata appunto come bambina svogliata, che non si impegna ma che potrebbe. mai a nessuno è passato per la testa che soffrissi anche io per questa condizione).
……..
per quanto riguarda la mia vita fuori dalla scuola in quel periodo (ndr: si riferisce al liceo), beh la “distrazione” (non so come definirla, non tanto distrazione, quanto il farsi catturare da qualsiasi stimolo forse…) mi ha creato qualche problema…
relazionalmente, ho legato in vita mia con pochissime persone, forse quelle poche che riuscivano a starmi dietro e non consideravano “strani” tutti i miei salti da un argomento all’altro o il fatto che a volte mi perdessi pezzi di conversazioni perché il pezzo prima mi colpiva in qualche modo e mi costringeva a pensarci, non so se mi spiego…
……
ora ho perso un anno di università per la mia totale incapacità organizzativa, ci metto mesi a preparare un esame che se riuscissi a concentrarmi mi richiederebbe qualche settimana. la cosa frustrante poi è che quando riesco a concentrarmi, poi ho ottimi risultati, molto superiori a gente che è “normale” e magari studia molto più di me…
le lezioni sono una tortura, perché anche se interessanti (sono davvero rare quelle in cui posso dire di annoiarmi), non riesco a seguirle quasi mai bene.
inizio a fare la tarantolata sulla sedia, oppure a disegnare a bordo del foglio ogni dieci minuti perché devo “staccare” perché faccio tantissima fatica a stare concentrata.
….
come ho detto ovviamente è dalle elementari che mi sento dire che sono quella che non si impegna ma che potrebbe dare molto – e come ho detto, magari non mi impegnassi… la gente non ha idea della fatica che faccio, e di quanto io seriamente vorrei riuscire a concentrarmi per un tempo superiore ai 10 – 15 minuti…
la cosa davvero brutta è che amo quello che studio, che mi interessa tantissimo, che non solo vorrei riuscire a laurearmi, ma vorrei immensamente riuscire a diventare una ricercatrice (magari proprio nel campo dell’adhd, è uno dei miei interessi…)… ma è dura non scoraggiarsi di fronte a certe cose.
ho un’amica che mi aiuta tantissimo, che sopporta i miei pianti di pura disperazione durante i periodi di studio e che cerca di starmi sempre vicina e aiutarmi come può, ma questo purtroppo non risolve…
….
non vorrei peccare di immodestia, ma è come voler scalare una montagna ed aver le capacità non dico di Messner ma quasi… e trovarsi a scalarla immersi nella melassa fino alle ginocchia. è possibile, certo, però costa una fatica immane.
Grazie per l’ascolto…. “
lettere firmata

5. DISAGIO: SENATO APPROVA DISEGNO DI LEGGE SUI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
21 maggio 2009 –
Una novità assoluta nel panorama didattico italiano, una legge necessaria e, per molti versi, attesa. Per chi è affetto da dislessia, discalculia e disgrafia/disortogafia, bisognerà prevedere forme di verifica e valutazione adeguate alle potenzialità degli alunni.
Questa non è che una delle novità contenute nel disegno di legge approvato giorno 19 maggio. Le finalità del disegno di legge sono contenuti nell’articolo 2, e vanno dal “sensibilizzare e preparare gli insegnanti ed i genitori nei confronti delle problematiche legate alle DSA” all'”assicurare adeguate possibilità di diagnosi precoce, a partire dalla scuola dell’infanzia, e di riabilitazione per i soggetti con DSA”. Importante obiettivo sarà anche una maggiore comunicazione e collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante tutto l’arco dell’istruzione scolastica.
Di fondamentale importanza sarà un’adeguata formazione degli insegnanti, prevista dall’articolo 4, che avrà come obiettivo la conoscenza approfondita delle problematiche relative alle DSA.
Vi proponiamo il testo approvato dal Senato Nuove norme in materia di difficoltà specifiche d’apprendimento
(testo del ddl approvato in sede deliberante dalla Commissione Cultura del Senato il 19.05.2009)

Art. 1.

(Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia e discalculia)
1. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia/disortografia e la discalculia, di seguito denominate «DSA», quali difficoltà specifiche di apprendimento, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali.
2. La legge 5 febbraio 1992, n. 104, non trova applicazione nei confronti degli alunni affetti da DSA.
3. Ai fini della presente legge, la dislessia è un disturbo che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità di lettura.
4. Ai fini della presente legge, la disgrafia/disortografia è un disturbo che si manifesta con prestazioni grafiche scadenti e particolarmente scorrette.
5. Ai fini della presente legge, la discalculia è un disturbo che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.
6. La dislessia, la disgrafia/disortografia e la discalculia possono sussistere separatamente o insieme.
7. Le DSA impediscono l’utilizzo in maniera automatica e strumentale delle capacità di lettura, di scrittura e di calcolo e possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana delle persone.

Art. 2.(Finalità)
1. La presente legge persegue le seguenti finalità:
a) garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni con DSA;
b) favorire il successo scolastico e prevenire blocchi nell’apprendimento degli alunni con DSA, agevolandone la piena integrazione sociale e culturale;
c) ridurre i disagi formativi ed emozionali per i soggetti con DSA;
d) assicurare una formazione adeguata e lo sviluppo delle potenzialità degli alunni con DSA;
e) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità degli alunni con DSA;
f) sensibilizzare e preparare gli insegnanti ed i genitori nei confronti delle problematiche legate alle DSA;
g) assicurare adeguate possibilità di diagnosi precoce, a partire dalla scuola dell’infanzia, e di riabilitazione per i soggetti con DSA;
h) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante tutto l’arco dell’istruzione scolastica.

Art. 3.(Diagnosi e riabilitazione)
1. È compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli alunni.
2. Per gli alunni che, nonostante adeguate attività di recupero e di riabilitazione delle capacità fonologiche, presentano persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia.
3. La diagnosi di DSA è effettuata nell’ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dell’alunno.
4. Il Ministero della pubblica istruzione può promuovere, anche mediante iniziative da realizzare in collaborazione con il Servizio sanitario nazionale, attività di identificazione precoce da realizzare dopo i primi mesi di frequenza dei corsi scolastici, per individuare gli alunni a rischio di DSA. L’esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi effettiva di DSA.

Art. 4.(Formazione nella scuola e nelle strutture sanitarie)
1. Al personale docente e dirigenziale delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, èassicurata una adeguata formazione riguardo alle problematiche relative alle DSA, nell’ambito dei programmi annuali di formazione attivati a valere sulle disponibilità già previste per la formazione del personale del comparto scuola e dei dirigenti scolastici, anche con ricorso a strumenti di e-learning per la formazione on line.
2. La formazione degli insegnanti deve garantire una conoscenza approfondita delle problematiche relative alle DSA, una sensibilizzazione per l’individuazione precoce e la capacità di applicare strategie didattiche adeguate.

Art. 5.(Misure educative e didattiche di supporto)
1. Gli alunni con segnalazione diagnostica di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione.
2. Agli alunni con DSA le istituzioni scolastiche garantiscono, nell’ambito della loro autonomia didattica e organizzativa, ai sensi delle disposizioni vigenti, tutte le misure utili a:
a) favorire l’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate;
b) coltivare negli alunni una struttura positiva di apprendimento, aiutandoli a vivere l’apprendimento in condizioni di benessere;
c) favorire il successo scolastico;
d) prevedere tecniche compensative, che possono comprendere anche l’uso delle tecnologie informatiche e degli strumenti di apprendimento alternativi, già attivabili a valere sulle risorse specifiche disponibili a legislazione vigente nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere, oppure la possibilità di fruire di tempi più lunghi di esecuzione di quelli ordinari;
e) prevedere, nei casi di alunni bilingui con DSA, strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che, in particolare per l’insegnamento della lingua straniera, assicurino ritmi graduali e adeguati di apprendimento, prevedendo anche l’esonero dall’insegnamento della seconda lingua straniera, qualora prevista dal programma di studi.
3. Le misure di cui al comma 2 devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi.
4. Al fine di evitare che gli alunni con DSA siano posti in condizioni di svantaggio rispetto agli altri alunni, a causa della loro lentezza o incapacità di decodifica e di produzione di testi, le misure di cui al comma 2 devono comunque garantire adeguate forme di verifica e di valutazione, anche tramite la possibilità di utilizzare strumenti in funzione di ausilio, ovvero l’assegnazione di tempi più lunghi di esecuzione.
5. Le misure di cui al presente articolo sono da attuare senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della finanza pubblica.

Art. 6.(Misure per l’attività lavorativa e sociale)
1. Alle persone con DSA sono assicurate uguali opportunità di sviluppo delle proprie capacità in ambito sociale e professionale.
2. I familiari fino al primo grado di alunni con DSA impegnati nell’assistenza alle attività scolastiche a casa possono usufruire di orari di lavoro flessibili.
3. Le modalità di esercizio del diritto di cui al comma 2 sono demandate ai contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti interessati e non devono comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Art. 7.(Disposizioni di attuazione)1. Con decreto del Ministro della pubblica istruzione e del Ministro della salute si provvede, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ad emanare linee guida per la predisposizione di appositi protocolli regionali, da stipulare entro i successivi sei mesi, per le attività di identificazione precoce di cui all’articolo 3, comma 4.
2. Il Ministro della pubblica istruzione, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con proprio decreto, individua le modalità di formazione dei docenti di cui all’articolo 4.
3. Il Ministro della pubblica istruzione, con il medesimo decreto di cui al comma 2 del presente articolo, individua altresì forme di verifica e di valutazione finalizzate ad evitare condizioni di svantaggio degli alunni con DSA, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 5, comma 4.

Art. 8.(Competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome)
1. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, in conformità ai rispettivi statuti e alle relative norme di attuazione nonché alle disposizioni del titolo V della parte seconda della Costituzione.
2. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono a dare attuazione alle disposizioni della legge stessa.

Art. 9.(Clausola di salvaguardia)
1. Dall’attuazione della presente legge non devono comunque derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/article22903.html

RASSEGNA STAMPA
ARTICOLI SI:

Psichiatria infantile Bilancio a 2 anni dall’ istituzione del Registro Adhd
RS1
. Bambini iperattivi: nessuna corsa agli psicofarmaci
Ancora carenti però gli aiuti educativi e formativi La diagnosi L’ Adhd ha più sfumature e spesso è accompagnata da altri disturbi: difficile diagnosticarla
Natali Daniela
Pagina 53 (31 maggio 2009) – Corriere della Sera

La temuta corsa agli psicofarmaci non c’ è stata. A due anni dal rientro in commercio, in Italia, del Ritalin, psicostimolante utilizzato per l’ Adhd, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, i minori in cura con questo farmaco (o con l’ altro farmaco d’ elezione: l’ amoxetina) sono 1090.
In Italia l’ utilizzo di questi farmaci è legato ai vincoli previsti dal Registro nazionale per l’ Adhd, istituito nel giugno 2007, che raccoglie tutti i dati relativi ai bambini trattati, alle cure che ricevono (non solo farmacologiche) e agli effetti collaterali. Un sistema che l’ Emea, l’ Agenzia europea per i medicinali, ha proposto come modello a tutti i Paesi dell’ Unione. Ma 1000 bambini in trattamento sono pochi rispetto ai dati internazionali sulla diffusione della patologia, in Italia il problema è meno grave che altrove? O è una questione di sottodiagnosi? «I minori approdati ai Centri regionali sono stati circa il doppio di quelli poi inclusi nel protocollo, ma ci attendevamo cifre ben maggiori, circa 70 mila domande, calcolando che l’ Adhd si presenterebbe nell’ 1% dei minori – risponde Maurizio Bonati del Laboratorio per la salute materno infantile del Mario Negri di Milano -. Certo la sindrome da Adhd è difficile da diagnosticare, ha varie sfumature e, nell’ 80% dei casi, si presenta accompagnata da altri disturbi come ansia e depressione. Va anche detto che la grande maggioranza delle segnalazioni non è giunta da medici, o dalla scuola, ma dai genitori». Un ruolo, quello dei genitori, confermato da una recente indagine svolta in Germania, Spagna, Gran Bretagna e Italia dalle associazione di genitori. In Italia, si è visto che la ricerca di consulenze specialistiche nasce direttamente dai genitori nel 52% dei casi e che l’ arrivo a scuola è il momento “critico” che fa scattare la richiesta di aiuto. Dai dati del Registro emerge però che gli interventi psicologici non sono stati completi e che l’ “offerta” (dal counselling per i genitori alla terapia cognitivo-comportamentale per i bambini) varia molto da Centro a Centro. «Le risorse sono poche e le ore necessarie tante, solo per fare diagnosi di Adhd ne servono dieci – commenta Bonati -. Eppure siamo tutti convinti che il farmaco non debba essere la prima risposta, ma sia da prescrivere dopo aver verificato che l’ approccio psicologico non basta». E secondo stime riportate dall’ Iss la terapia psico-educativa funziona nel 34% dei bambini e solo nel restante 66% va dunque aggiunta una cura farmacologica (a sua volta efficace nel 34% dei casi). Cura che negli Usa e in alcuni Paesi europei si avvale anche di preparati che consentono un rilascio lento dei farmaci in modo da modularne l’ effetto e da aver il massimo della resa nelle ore più critiche, quelle scolastiche, evitando però al bambino di assumere pastiglie in aula. «Va chiarito che le cure farmacologiche non tarpano le ali alla creatività dei bambini iperattivi ma, al contrario, li possono aiutare ad esprimere al meglio tutte le loro potenzialità senza essere sempre distratti e travolti da mille stimoli. E aiutare i bambini significa aiutare tutta la famiglia che è pesantemente coinvolta dall’ Adhd – puntualizza Renato Donfrancesco, del Centro di riferimento regionale per l’ Adhd “La Scarpetta” di Roma -. Se altrove, e penso all’ America, si tende a diagnosticare l’ Adhd anche a chi non ce l’ ha, arrivando a una prevalenza dell’ 8%, qui da noi il problema è opposto: c’ è da parte di pediatri e psicologi una sottovalutazione o una non conoscenza del problema». In un recente convegno a Vienna si è sottolineato che l’ Adhd può non risolversi con l’ età. Cure a vita, dunque? «Nell’ 80% dei casi, l’ iperattività scompare dopo i 14-16 anni – risponde Donfrancesco – ma è importante che venga trattata per tempo per evitare che si instaurino depressione, forme ansiose o comportamenti a rischio per sé e per gli altri». Daniela Natali I sintomi Questi i segnali che possono far sospettare l’ Adhd Iperattività, disattenzione, impulsività Debbono essere significative, presenti in più momenti della giornata e in più ambiti: deve cioè esserci una disattenzione visiva, ma anche uditiva; un’ iperattività che coinvolge il movimento, ma anche la parola e così via. In luoghi diversi.
Queste caratteristiche debbono manifestarsi in più contesti, per esempio, sia a scuola sia a casa. [ Precocità I “sintomi”compaiono prima dell’ età scolare. Pervasività I “disturbi” sono così pervasivi da turbare la vita quotidiana e da rendere difficili i rapporti con gli altri, compagni compresi.
http://archiviostorico.corriere.it/2009/maggio/31/Bambini_iperattivi_nessuna_corsa_agli_co_9_090531106.shtml


RS2. 
DIAMO I NUMERI
Psicofarmaci ai bimbi iperattivi: falso allarme
Nessun boom di prescrizioni di psicofarmaci ai bambini. Un primo bilancio arriva a oltre 2 anni dal via libera a due medicinali (Ritalin e Strattera) contro la sindrome da deficit d’attenzione e iperattività, autorizzati in Italia 8 marzo 2007, e dall’istituzione del “Registro nazionale dell’Adhd in età evolutiva”. A stilarlo è il dipartimento del farmaco dell’lss e il capo di dipartimento di salute pubblica dell’Istituto Mario Negri di Milano. In 20 mesi di attività sono stati iscritti nel registro solo 1090 piccoli malati, che hanno ricevuto una prescrizione di atomoxetina (639, pari al 57%) o metilfenidato 451, cioè il 43%). Insomma, la temuta corsa alla prescrizione di psicofarmaci ai piccoli, tanto paventata da alcuni, non c’è stata.
08/05/2009 Viver Sani e Belli Pag. 54
N.20 – 15 MAGGIO 2009

RS3Un corso per educatori e genitori alle prese con bambini “iperattivi”
Stefania Parrone
ROCCELLA
Per andare incontro alle esigenze di quanti quotidianamente si confrontano con figli o alunni con disturbi legati alla “Sindrome da deficit di attenzione e iperattività” (Adhd) si è svolto, al Convento dei Minimi, un incontro-corso di formazione aperto a docenti e genitori su iniziativa del circolo didattico “Pasquale Coluccio”, guidato dal prof. Nicola Barbaro, su impulso della famiglia Errigo e di Caterina Coluccio, con la neuropsichiatra Giovanna Campolo, responsabile dell’unità operativa di Npi dell’Asp di Reggio. Dopo i saluti del dirigente Barbaro, i lavori sono stati introdotti da Caterina Coluccio, neuropsichiatra infantile e consulente del Comune: «L’iperattività – ha detto – nella nostra zona è stato per lungo tempo accantonato essendo scambiato per un problema educativo». Le cose oggi sono cambiate. La dott. Campolo, che si è battuta perché ci fossero dei centri specifici nella nostra regione (lei è referente regionale dell’Aifa) e si capisse l’importanza della diagnosi, «per la quale – ha detto – bisogna mettere insieme tutte le figure e i contesti in cui il bambino vive». Ha quindi spiegato che «l’ Adhd è una patologia disfunzionale neurobiologica i cui sintomi compaiono prima dei 7 anni: disattenzione, iperattività e impulsività. Gli iperattivi sono bambini che hanno bisogno di un controllore, avendo un deficit cognitivo per cui non riescono ad assorbire per bene le regole, quindi necessitano di qualcuno che li aiuti a ricordare. Il miglior ricordo che si può dare è il premio, vale a dire una grande gratificazione. E inoltre tenere il bambino all’interno della sua società e dargli la possibilità di esprimere quello che sa fare».
24/05/2009 Gazzetta del Sud Pag. 45
REGGIO CALABRIA
ndr: correggiamo: i referenti AIFA sono solo genitori, la dottoressa Campolo è un importante punto di riferimento per le famiglie e per la nostra Associazione. Ringraziamo lei ed i suoi collaboratori per il suo grande impegno che dura ormai da diversi anni.


ARTICOLI DI INTERESSE VARIO: SCUOLA
Scuola La Gelmini: il piano per le superiori tra 15 giorni
RS4
. Esame di terza media rinviata la riforma
I «quiz» non incideranno sul voto finale Il ministro «Ci si sarebbe esposti a un forte rischio giuridico innovando la prova nel secondo quadrimestre»
ROMA – Esame di terza media, qualcosa cambia, ma poco, a partire da quest’ anno. Il debutto della prova targata Gelmini, con tutte le novità, è
rinviato al giugno 2010. Il regolamento, che le scuole conoscono nei dettagli, non è stato ancora approvato e questo sta provocando un po’ di
incertezza. E’ rinviato, per esempio, il computo della prova nazionale Invalsi, a base di quiz, nella media che costituirà il voto finale.
Lotta contro il tempo, invece, per il varo della riforma degli istituti superiori nell’ anno scolastico 2010-2011. Il testo, ha annunciato il ministro dell’Istruzione, dovrebbe andare al Consiglio dei ministri tra quindici giorni.
Si riducono le ore, i licei saranno in tutto 6, gli istituti 11, spariranno centinaia di sperimentazioni. E’ il più grosso intervento dai tempi della
riforma Gentile. Andrà a regime in cinque anni. Ma l’ iter della riforma dovrà essere chiuso entro l’ autunno, per dar modo alle scuole di avviare l’
orientamento.
L’ esame di terza media che a metà giugno impegnerà circa 600.000 studenti si svolgerà secondo il regolamento dello scorso anno con
alcune novità. Per cominciare la condotta. Con il 5 non si verrà ammessi alla prova. Il voto in decimi sostituirà il giudizio: alla fine della prova
il verdetto dei professori non sarà espresso con un ottimo, distinto, buono o sufficiente. I ragazzi troveranno un voto compreso tra il 6 e il 10,
che tiene conto anche della prova nazionale. I criteri di determinazione del voto, però, saranno decisi dalle commissioni. Non è obbligatoria la media matematica prevista dal regolamento slittato di un anno. In caso di bocciatura al posto di «non licenziato» comparirà un brutto voto.
A partire dal giugno 2010, invece, le prove eccellenti saranno premiate con un «10 e lode». Inoltre la prova nazionale Invalsi sarà valutata
anch’essa in decimi e farà media con i risultati degli orali e degli scritti. Infine il giudizio di ammissione sarà accompagnato da un voto.
«Il Consiglio di Stato – ha spiegato il ministro – ci ha messo un po’ più del tempo che avevamo previsto per poter dare l’ ok al regolamento.
D’ altra parte – ha proseguito – ci si sarebbe esposti a un forte rischio giuridico innovando l’ esame nel secondo
quadrimestre». Luce verde, invece, per la riforma della scuola secondaria superiore. L’ obiettivo, ha spiegato il ministro, è quello di rilanciare
l’ educazione tecnica e la formazione professionale, «ma ci saranno – ha aggiunto – novità anche per la formazione nei licei, con una forte
attenzione alle lingue straniere e agli strumenti tecnologici per la didattica». E’ una riforma bipartisan (le indicazioni della Moratti per i licei e di Fioroni per i tecnici) che parte all’inizio della legislatura.
Ma le difficoltà non mancano. Sono stati ridotti gli orari, è previsto il taglio delle sperimentazioni che ammontano a diverse centinaia. Sindacati
e associazioni disciplinari sono sul piede di guerra. Delle oltre 510 sperimentazioni sopravvivranno solo 6 tipologie di liceo (classico,
scientifico, artistico, linguistico, scienze umane e musicale e coreutico).
Gli oltre 200 indirizzi di istituto tecnico si ridurranno a 11 (due economici e 9 tecnologici). Per la riuscita dell’ impresa è necessario che
dopo l’ approvazione da parte del governo i regolamenti della riforma concludano il loro iter (Conferenza unificata, Consiglio di Stato, ritorno
al Consiglio dei ministri e promulgazione del decreto da parte del Presidente della Repubblica) non oltre l’ autunno per consentire alle scuole
di organizzare gli incontri di orientamento con le famiglie.
Benedetti Giulio Pagina 20 (17 maggio 2009) – Corriere della Sera

ARTICOLI DI INTERESSE MEDICO
RS5
. Bambini iperattivi, nervosi e pestiferi? Basta un po’ più di sonno
Dormire poco rende i bambini più irrequieti e iperattivi
I ricercatori finlandesi dell’Università di Helsinki e del National Institute of Health and Welfare finlandese hanno analizzato 280 bambini sani di età compresa tra i 7 e gli 8 anni per valutare gli effetti del sonno su problemi come l’iperattività (o Adhd) e i comportamenti capricciosi o “cattivi”.
Dai dati ottenuti è emerso che i bambini che dormono meno di otto ore a notte sono più soggetti ad avere comportamenti strani e a mostrare evidenti sintomi di irrequietezza anziché semplice stanchezza. La mancanza di un sonno adeguato è stata collegata a diversi problemi di salute psico-fisica negli adulti. Nei bambini, che si ritiene siano ancora più sensibili, questi fattori potrebbero essere ancora più influenti e scatenare reazioni apparentemente inspiegabili come un “cattivo” comportamento. In tutto il mondo, in particolare nei paesi industrializzati, i bambini sembrano soffrire del fatto che non dormono abbastanza ore di notte. Questo, anche se il meccanismo non è ancora chiaro, si tradurrebbe in diversi problemi di salute, che vanno dall’Adhd o sindrome da iperattività, fino ai più “semplici” comportamenti irosi.
Con questo studio «siamo stati in grado di dimostrare che un sonno di breve durata e i disturbi del sonno sono legati ai sintomi comportamentali da Adhd. I risultati suggeriscono che il mantenimento di adeguati programmi di sonno tra i bambini è importante per la prevenzione dei sintomi comportamentali» ha dichiarato la dr.ssa Juulia Paavonen, coordinatrice dello studio.
Dallo studio si è anche scoperto che aumentare anche solo di mezz’ora per notte il tempo di sonno dei bambini aiuta a diminuire i sintomi da stanchezza che si traducono in questi comportamenti, e migliora anche l’attenzione. Prima di ricorrere ai farmaci, suggeriscono i ricercatori, forse sarebbe bene che i genitori provassero a far dormire meglio e per più tempo i propri figli mettendoli a letto prima alla sera.
( lm&sdp )27/04/2009
La Stampa Web Sito Web
Commento del Dott. Samuele Cortese – neuropsichiatra infantile:
Penso che la frase: “poco sonno crea l’ ADHD” sia scorretta e imprecisa; e’ probabile che l’ ADHD sia una entità sindromica eterogenea dal punto di vista della eziologia e fisiopatologia (in parole piu’ semplici, le cause e i meccanismi che portano all’ ADHD sono probabilmente molteplici) e infatti la tendenza verso cui si sta andando a livello della comunità scientifica e’ quella di “frammentare” l’ADHD in molteplici disturbi piu’ eterogenei dal punto di vista della fisiopatologia….e’ possibile che in ALCUNI bambini i disturbi del sonno CONTRIBUISCANO ai sintomi di ADHD, ma esistono bambini con ADHD che dormono bene…..
Samuele Cortese, M.D., Ph.D.
Child Neuropsychiatrist
Post Doc Researcher
Child Neuropsychiatry Unit
Mother and Child, Biology and Genetics Department
Verona University