========= AIFAnewslettern.143 anno V del 02/02/2007 ======================
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.
Fai click sul testo per leggere l’articolo di interesse

In questo numero:
1. INCONTRI AUTO-MUTUO-AIUTO AIFA onlus  a BELLUNO e MALNATE (VA)
2. Corso: “ANALISI E MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO DI PERSONE CON DISABILITA’ INTELLETTIVA
3. Corso: LA METODOLOGIA DI RETE: GESTIONE DI PROGETTI NEL SOCIALE
4. Corso: CURARE CON L’AIUTO DEGLI ANIMALI: LA PET THERAPY – VERONA 15/16 FEBBRAIO
5. MATERIALE EDITORIALE ERICKSON
6. NOVITA’ EDITORIALE: RIVISTA “DISTURBI ATTENZIONE IPERATTIVITA’ ”
7. ERICKSON RIVISTA: “DISTURBI DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ “ Vol. 1, n. 1, dicembre 2005
8. RASSEGNA STAMPA
– Dica 33: “Iperattività malata?”
– Italiasalute.it: “Deficit di attenzione e iperattività”
– Il Sole 24 Ore: “Un futuro con meno pericoli”
– Il Sole 24 Ore: «Antidepressivi ad alto rischio»
– Dica 33: “Poco sonno rende iperattivi”
– Viver Sani e Belli: “Quando l’umore va su e giù” approfondimento sul disturbo bipolare”
– Ansa: “Martini (Agenzia Farmaco), entro Febbrabio registrazione ritalin
– La Repubblica Salute: Pet-therapy Coccole & cura” 
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Riprendono gli incontri mensili di AUTO-MUTUO-AIUTO organizzati dai referenti territoriali AIFA onlus
BELLUNO
referente per Belluno, Reato Anna posta elettronica:    referente@belluno.it
tel. 0437.941259 – 0437.953312
cell. 320.4087314
ORE 16.30 COMITATO D’INTESA
VIA PIAVE 5 BELLUNO
Le date programmate per il 1° semestre 2007 sono:
27 gennaio
24 febbraio
24 marzo
28 aprile
26 maggio
23 giugno

MALNATE (VA)
referente per Varese, Gollner Astrid posta elettronica:   referente.varese@aifa.it 
Saletta gruppi al piano terra del Municipio di Malnate
tel. 0332-425436
Le date programmate per il 1° semestre 2007 sono:
09 febbraio
09 marzo
13 aprile
11 maggio
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Il metodo cognitivo-comportamentale
TRENTO, GENNAIO – MAGGIO 2007 
Oratorio del Duomo, Via Madruzzo, 45 – Trento
Il corso, rivolto a insegnanti, educatori, psicologi, medici, pedagogisti, logopedisti e riabilitatori, è articolato in quattro week-end di base e uno a scelta tra i seminari tecnici di approfondimento (per complessive 55 ore).
Le competenze operative fornite sono quelle che caratterizzano l’approccio cognitivo–comportamentale alla disabilità mentale, sia per quanto riguarda le procedure di analisi, osservazione e valutazione, che gli interventi specifici di tipo educativo, didattico e riabilitativo.
Corso annuale
(4 week-end da gennaio a marzo 2007)

Prima unità 27/28 Gennaio 2007 
Apprendimento mediato dai pari 
Silvia Andrich (Psicologa, Centro Studi Erickson, Trento)
Acquisizione di strategie partecipative e collaborative, efficaci in contesti educativi per migliorare l’apprendimento di competenze, la socializzazione, la sensibilità verso gli altri, l’impegno a discutere e ad argomentare le proprie opinioni, per la crescita emotiva e personale.

La valutazione iniziale: quadro valutativo delle abilità e dei deficit 
Dario Ianes (Università di Bolzano e Centro Studi Erickson, Trento)
Analisi dei Bisogni educativi speciali e definizione della Diagnosi funzionale secondo l’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, OMS). Strumenti per comprendere in modo approfondito la realtà di partenza della persona disabile: definizione dei punti di forza e di debolezza del repertorio di abilità.

Seconda unità  10/11 Febbraio 2007 
Analisi del compito, definizione degli obiettivi e tecniche per lo sviluppo delle abilità
Enrico Micheli  (Dirigente Psicologo, AUSL Agordo, Belluno)
Elementi base della dinamica di insegnamento-apprendimento; programmazione degli stimoli e uso di stimoli facilitanti; emissione delle risposte e analisi del compito; conseguenza della risposta, rinforzo positivo e motivazione; uso degli aiuti e apprendimento senza errori: guida graduata, modeling e generalizzazione delle abilità acquisite.

Terza unità  3/4 Marzo 2007 
Gli interventi psicoeducativi nei comportamenti problema e nei disturbi emotivo-motivazionali 
Dario Ianes  (Università di Bolzano e Centro Studi Erickson, Trento)
Mario Di Pietro  (Psicologo e Psicoterapeuta, ASL Conselve)
L’intervento psicoeducativo nei comportamenti problema (aggressività, autolesionismo, stereotipie); le alleanze psicoeducative; vissuti emotivi all’origine dei comportamenti problema e funzione comunicativa. Analisi dei disturbi emozionali e interventi metacognitivi. Ruolo delle variabili psicologiche sottostanti: locus of control, stile attributivo, senso di autoefficacia, autostima e motivazione; interventi in casi di ansia, depressione e collera.

Quarta unità 17/18 Marzo 2007 
Interventi educativi sulle competenze sociali e sulle abilità della vita quotidiana
Cristina Menazza  (Psicologa e Psicoterapeuta, Università di Venezia – NPI ASL S. Donà di Piave)
Presentazione di strategie e tecniche pratiche per l’insegnamento delle abilità sociali: competenze interpersonali e comunicative. Problem solving interpersonale: tramite la metodologia dei lavori di gruppo esercitarsi all’analisi funzionale del comportamento e individuare strategie di gestione dei comportamenti comunicativi e interpersonali disfunzionali.

Per informazioni 
Michela Mosca
Centro Studi Erickson
Loc. Spini 154, settore E – Gardolo (TN)
tel. 0461 950747 fax 0461 956733
posta elettronica:   formazione@erickson.it
>> Scheda di iscrizione
Ulteriori informazioni

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TRENTO, GENNAIO-MAGGIO 2007
Prima unità 25, 26 e 27 gennaio 2007
Introduzione: Politiche sociali e paradigma di rete nel welfare locale
Progettazione di rete: metodi e strumenti
Basi teoriche del modello di rete.
Dal counseling alla facilitazione di gruppo.
Modelli di osservazione e guida relazionale.
Network analisys e rilevazione delle reti sociali.
Fronteggiamento naturale.

Seconda unità 22, 23 e 24 marzo 2007 

Progettazione di rete e costruzione di piani individualizzati
Assessment dei bisogni e case management.
Tecniche di guida relazionale.
Reti di supporto e monitoraggio delle relazioni.
Lavoro di rete e lavoro di équipe.

Terza unità 17, 18 e 19 maggio 2007
Progettazione di rete, lavoro di comunità e welfare locale
Costruzione di progetti relazionali di prevenzione sociale.
Attivazione e facilitazione di gruppi di auto/mutuo aiuto.
Empowerment degli utenti e dei familiari.
Sviluppo di risorse informali comunitarie.
Gestione dei tavoli di lavoro ed elaborazione dei Piani di zona.

Per informazioni 
Michela Mosca
Centro Studi Erickson
Loc. Spini 154, settore E – 38014 Gardolo (TN)
Tel. 0461 950747 – Fax 0461 956733
posta elettronica:   formazione@erickson.it
>>Scheda di iscrizione 
Ulteriori informazioni 
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Aspetti metodologici e benefici insorti nell’applicazione delle attività e terapie assistite con animali
Il corso è rivolto agli operatori del settore socio-sanitario che desiderano conoscere o approfondire la gli aspetti della Pet -Therapy e i suoi settori di intervento.
Docente: Dott.ssa Renata Fossati
Laureata in pedagogia ad indirizzo psicologico. Consulente, formatore e progettista nel campo delle Attività e Terapie Assistite con Animali

16 CREDITI ECM per:
medico, veterinario, psicologo, assistente sanitario, fisioterapista, educatore prof,infermiere,infermiere pediatrico, logopedista,ostetrica, tecnico della riabilitazione psichiatrica, tecnico ortopedico, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, terapista occupazionale
Iscrizioni e Informazioni
Le richieste di iscrizione e informazioni possono essere trasmesse tramite posta elettronica a:   annamaran@management-cons.it
oppure inviando un fax al numero 045/8402981.
Management Consulting
Viale Venezia, 123 – Verona
Tel.045/8402994 fax 045/8402981
Sito internet: www.management-cons.it – Referente: Anna Maran
Brochure

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Erickson news n. 05/2007
Mario Di Pietro e Monica Dacomo 
Giochi e attività sulle emozioni 
Nuovi materiali per l’educazione razionale-emotiva
Tony Attwood 
Guida alla sindrome di Asperger

Diagnosi e caratteristiche evolutive 
Giornate di aggiornamento
Uso dei test in psicologia clinica dello sviluppo
Bologna, 09 e 10 marzo 2007
Quarta edizione delle giornate di aggiornamento sull’uso dei test in psicologia clinica dello sviluppo, promosse dall’AIRIPA – Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento in Psicopatologia dell’Apprendimento e dalla rivista “Psicologia Clinica dello Sviluppo”.
Obiettivo è aggiornare operatori, psicologi e studenti in formazione su alcuni test significativi per l’attività clinica in ambito evolutivo.
Ogni giornata prevede che esperti presentino gli strumenti in sessione plenaria e quindi, con l’eventuale aiuto di collaboratori, conducano un workshop che illustri le modalità di somministrazione e utilizzazione degli strumenti.


Erickson news n. 03/2007
Il labirinto dei dettagli 
Iperselettività cognitiva nell’autismo 
6° Convegno internazionale
La Qualità dell’integrazione scolastica
Rimini, 16, 17, 18 novembre 2007

Erickson news n. 50/2006
Dario Ianes in collaborazione con Beatrice Pontalti 
Leggere l’orologio e gestire il tempo (CD-ROM) 

Rappresentazione del tempo, lettura dell’orologio e giochi per imparare a gestire e organizzare le proprie attività

Erickson news n. 49/2006
KIT libro + cd-rom + sintesi vocale “Silvia”
Enrico Savelli e Svano Pulga
Dislessia evolutiva
Attività di recupero su analisi fonologica, sintesi fonemica e accesso lessicale
Scopo principale di questo software è quello di sviluppare alcune specifiche componenti dei processi di lettura e scrittura come l’analisi fonologica, la sintesi fonemica e l’accesso lessicale, con finalità dichiaratamente rivolte alla pratica riabilitativa

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5. NOVITA’ EDITORIALE: RIVISTA “DISTURBI ATTENZIONE IPERATTIVITA”
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diagnosi, interventi e ruolo della scuola
E’ al secondo anno di vita la rivista semestrale sui “Disturbi di Attenzione ed Iperattività” nei bambini ed adolescenti, edita dalla casa editrice Erickson.
La rivista supplemento a “I disturbi di apprendimento” è l’organo ufficiale dell’AIDAI (Associazione Italiana Disturbi Attenzione e Iperattività”.
Riportiamo di seguito parte dell’editoriale al primo numero
Con questo numero si inaugura una nuova rivista che vuole ampliare e approfondire la riflessione e le conoscenze sui Disturbi di Attenzione e Iperattività (DDAI). Al giorno d’oggi la preparazione degli operatori clinici e educativi è molto più approfondita rispetto a una decina d’anni fa. Attualmente tutti i Servizi, pubblici e privati, che si occupano di diagnosi e cura dei disturbi dell’infanzia sono in grado di affrontare i casi segnalati per DDAI, sebbene le problematiche siano molto numerose e le modalità con cui gestirle non sempre efficaci.
Lo scopo di questa rivista è proprio continuare il percorso di formazione per gli operatori clinici e educativi per approfondire le tematiche più importanti relative al DDAI: l’analisi del profilo cognitivo, le difficoltà comportamentali, emotive e relazionali. Ci occuperemo soprattutto di bambini, ma vogliamo anche interessarci di adolescenti.
Analizzeremo esperienze, strumenti e ricerche che riteniamo utili per offrire agli operatori un costante aggiornamento su come affrontare le diverse sfaccettature del DDAI. La rivista conterrà la traduzione di articoli internazionali, ricerche originali nazionali, contributi relativi a esperienze e riflessioni in ambito clinico e educativo. «Disturbi di Attenzione e Iperattività» è l’organo ufficiale dell’Associazione Italiana Disturbi di Attenzione Iperattività (AIDAI), che avrà uno spazio regolare all’interno della rivista. In questa sezione verranno riportate le esperienze e le informazioni sulle attività associative e sulle iniziative inerenti il DDAI.
….
Ci auguriamo, con l’intero comitato scientifico e di redazione, che questa rivista possa diventare un utile strumento di lavoro per tutti coloro che vogliono approfondire e aggiornare le loro conoscenze sul DDAI, con l’auspicio di incrementare ulteriormente la ricerca nazionale e un proficuo dibattito su questo delicato tema. Buona lettura.”
Gian Marco Marzocchi
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7. RIVISTA: “DISTURBI DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ “ Vol. 1, n. 1, dicembre 2005
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– Costruzione di uno strumento rivolto alla famiglia per l’identificazione precoce del DDAI
M. Riello, A. Re, C. Cornoldi
Nell’ambito del sempre più crescente interesse per i Disturbi da Deficit di Attenzione con Iperattività (DDAI), una delle nuove frontiere sembra essere quella della diagnosi e dell’intervento precoci. Data la grande variabilità del comportamento dei bambini in età prescolare è molto difficile fare una diagnosi preoce. Per questo motivo la maggior parte delle ricerche nell’ambito del DDAI ha coinvolto i bambini dai 7 anni in su, mentre sono rimasti scarsi le conoscenze e gli strumenti per la valutazione dei bambini della scuola dell’infanzia. Scopo di questo lavoro è presentare un questionario, rivolto ai genitori, per l’identificazione precoce di comportamenti che possono rientrare nel profilo del DDAI.
– 
Autocontrollo e autoregolazione in bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività: una ricerca sperimentale a soggetto singolo.
S. Merati, V. Valenti, F. Celi

Scopo della ricerca è stato valutare sperimentalmente l’efficacia di metodi cognitivo-comportamentali per sviluppare l’autocontrollo e l’autoregolazione in 3 soggetti con DDAI. Sono state utilizzate sia strategie di token economy per aumentare le capacità di attenzione e diminuire i comportamenti iperattivi sia autoistruzioni verbali per sviluppare abilità metacogniive. La durata del trattamento è stata di un anno. Il disegno sperimentale utilizzato è a linea di base multipla. I risultati mostrano cambiamenti significativi nel comportamento tutti i soggetti. La generalizzazione in ambito familiare ha prodotto buoni risultati. Il follow-up a sei mesi mostra un buon mantenimento delle abiltà acquisite.
– Linee guida per la diagnosi e la terapia farmacologica del DDAI: sitesi, commenti e implicazioni cliniche nella pratica quotidiana.
P. Cavolina, G. Sanna, B. Ancilletta, A Zuddas
Le linee guida per la diagnosi e la terapia farmacologica del DDAI, pubblicate dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), hanno fornito un aggiornamento delle conoscenze sul disturbo, dalle possibili cause alle diverse manifestazioni comportamentali, nonché le raccomandazioni, basate su linee di evidenza, per la diagnosi, la gestione e il trattamento. Lo scopo del presente articolo è analizzare criticamente il contenuto delle linee guida e i motivi della loro stesura. Appare altresì evidente l’opportunità di migliorarne ulteriormente i contenuti e le indicazioni, alla luce delle nuove conoscenze sul disturbo e delle implicazioni cliniche riscontrate nella pratica clinica quotidiana.
– Comorbilità e diagnosi differenziale del disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività: implicazioni cliniche e terapeutiche.
G. Masi, S Millepiedi, S. Pezzica, S. Bertini, S. Berloffa
Almeno i 2/3 dei bambini con DDAI presentano un disturbo psicopatologico associato e tale comorbilità può condizionare la fenomenologia, la gravità, la prognosi e il trattamento. Le associazioni più frequenti sono quelle con i disturbi delle condotte esternalizzate (oppositvo-provocatorio e della condatta) e internalizzate (ansia, disturbo bipolare e depressione), ma di recente sono state studiate anche quelle con il disturbo ossessivo-compulsivo, la sindrome di Tourette, i disturbi pervasivi dello sviluppo e il ritardo mentale. Un’accurata valutazione dei soggetti con DDAI, che non consenta al disturbo di mascherare altre affezioni in associazione, potrà consentire la definizione dei fattori di rischio, dei mediatori prognostici, e l’adozione di interventi più precoci e mirati.

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8. RASSEGNA STAMPA
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26/01/2007 Dica 33: “Iperattività malata?”
Iperattività malata? 
Il disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD) è un disturbo neuropsichico che riguarda circa il 2 per cento dei bambini italiani. Se ne è discusso mercoledì 24 gennaio, a Roma, all’Istituto superiore di sanità (ISS) nell’ambito del convegno “Bambini e psicofarmaci: tra incertezza scientifica e diritto alla salute”. L’incontro è stato organizzato dell’Istituto Superiore di Sanità, dall’Istituto “Mario Negri” e dall’Università di Cagliari. I lavori sono stati aperti da Enrico Garaci presidente dell’Iss e introdotti dagli interventi di Pietro Panei del dipartimento di Ricerca e Valutazione dei Farmaci dell’ISS, di Maurizio Bonati del Laboratorio per la salute materno infantile dell’Istituto Mario Negri e di Alessandro Zuddas della clinica di neuropsichiatria infantile dell’Università di Cagliari.
In arrivo il metilfenidato
Il farmaco che è finito sotto la lente del convegno è il metilfenidato conosciuto con il nome commerciale di Ritalin. Entro febbraio, infatti, l’Aifa si pronuncerà sulla possibile introduzione del farmaco sul mercato italiano. Lo ha annunciato, durante il convegno, il direttore generale dell’Aifa Nello Martini che ha comunicato anche l’apertura di un registro sull’uso del metilfenidato. Questo strumento vincolerà la prescrizione del farmaco alla predisposizione di un piano terapeutico semestrale da parte del centro di riferimento. La decisione di intraprendere una terapia a base di Ritalin sarà di esclusiva competenza del neuropsichiatra infantile. Lo specialista sarà tenuto dopo una e dopo quattro settimane a una verifica dell’efficacia e della tollerabilità della terapia. Qualora venga deciso di proseguire il trattamento saranno programmati controlli clinici dopo i primi cinque mesi e, successivamente, almeno ogni sei mesi. Almeno una volta l’anno il trattamento verrà interrotto per valutare l’opportunità di proseguire con la sola terapia psico-comportamentale.
Favorevoli e… 
L’uso degli psicofarmaci su pazienti in età evolutiva ha sempre creato divergenze di opinione: le caratteristiche assolutamente specifiche della popolazione pediatrica impongono particolari premure nell’uso di farmaci che spesso non sono nemmeno indicati nella terapia pediatrica dell’Adhd. “Guardiamo con grande fiducia l’attuazione del programma del Registro Nazionale per fine febbraio promessa da Martini, perché è uno strumento di tutela fondamentale sia da possibili rischi di errata diagnosi sia dal rischio di un eventuale abuso” – afferma Patrizia Stacconi, presidente dell’Associazione Italiana Famiglie Adhd. Numerosi genitori di bambini con Adhd sono concordi nell’affermare di aver avuto un rifiuto istintivo iniziale verso l’approccio farmacologico; dopo anni di terapie rivelatesi inefficaci, in alcuni casi hanno visto invece “rinascere” i propri figli grazie a questa risorsa, che spesso si è rivelata decisiva, e in alcuni casi fondamentale per la loro vita.
contrari
Preoccupazione è stata espressa dall’associazione “Giù le mani dai bambini” che intervenendo al convegno con Luca Poma ha lamentato l’assenza di adeguate garanzie da parte del Ministero della Salute riguardo i pericoli della “medicalizzazione” delle scuole. “Siamo preoccupati – ha dichiarato Poma – soprattutto dagli screening psichiatrici che vengono effettuati nelle scuole senza l’autorizzazione dei genitori. In questo senso siamo stati rassicurati dal Ministro della Pubblica Istruzione Gentiloni che ha promesso un intervento personale per verificare la situazione. Per Luigi Cancrini membro della commissione parlamentare per l’infanzia prima della prescrizione di uno psicofarmaco a un bambino va analizzata la sua situazione complessiva. “Si deve – ha ricordato Cancrini – rimuovere anche il più piccolo sospetto che il disagio del piccolo paziente non derivi in realtà da cause esterne, magari da genitori instabili, che hanno nel bambino solo un riflesso. Ho la netta sensazione – ha concluso Cancrini – che non ci renda pienamente conto di cosa significa somministrare psicofarmaci stimolanti a un bambino di cinque o 10 anni, del tipo di impatto sul suo sistema ormonale, sul suo sistema nervoso in via di sviluppo”.
Gianluca Casponi
Fonte Convegno “Bambini e psicofarmaci: tra incertezza scientifica e diritto alla salute”, Roma 24 gennaio 2007


Il sito web riprende integralmente il comunicatro stampa dell’AIFA, approfondendo l’ADHD e riportando l’opinione di Patrizia Stacconi in merito al Registro ADHD e all’immissione in commercio di Ritalin: “La parola iperattività evoca l’immagine di bambini vivaci, contenti, pieni di vita e ricorda un periodo della vita, quello dell’infanzia, generalmente bello e spensierato. In realtà questo disturbo provoca una grande sofferenza nel bambino a causa dell’emarginazione a cui viene sottoposto fin da piccolo, sensi di colpa, bassa autostima, poche relazioni sociali e amicali, abbandono scolastico” – afferma Patrizia Stacconi, presidente di AIFA onlus. “Questo disturbo ha un effetto pervasivo su tutte le principali attività e impatta negativamente su ogni aspetto della vita, provocando sofferenza anche nella famiglia, che assiste impotente a questo fenomeno.”  I genitori temono una diagnosi parziale o totalmente errata e conseguentemente l’utilizzo di uno psicofarmaco non idoneo o i suoi effetti collaterali; per questo viene fortemente auspicata la messa in atto del programma del Registro …(Continua) leggi la 2° pagina…


Gli esperti. Le associazioni pediatriche promuovono la normativa messa a punto a Bruxelles
Un futuro con meno pericoli

Il presidente Sip: «Italia fanalino di coda nella sperimentazione scientifica»
Barbara Gobbi
«Il regolamento europeo sui farmaci pediatrici? Se ne sentiva il bisogno, aspettavamo questo testo da anni». A promuovere la nuova legislazione UE che incentiva la diffusione dei medicinali per bambini sono i pediatri della Sip, la società scientifica che li rappresenta. «Il testo segna un passo in avanti importante verso una maggiore chiarezza e serietà nella prescrizione: fino a oggi noi pediatri siamo stati spesso costretti a dare ai piccoli pazienti formulazioni studiate per organismi adulti – spiega il presidente Sip Pasquale di Pietro -. E l’Italia è l’ultima della classe in fatto di sperimentazione clinica sui bambini». «Quello dei medicinali “off label”, non tarati su questa categoria di pazienti e perciò rischiosi sotto il profilo di eventuali effetti collaterali o di eventi avversi, è senz’altro il problema maggiore che fino a oggi ha caratterizzato le prescrizioni pediatriche», gli fa eco Giuseppe Saggese, membro della commissione “Bambini e farmaci” dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. Il rischio di prescrivere farmaci potenzialmente dannosi per i più piccoli, insomma, fino a oggi è stato concreto. Ma, tengono a chiarire dalla Sip, pure in assenza di una legislazione comunitaria i pediatri si erano attrezzati per migliorare appropriatezza e attenzione nelle prescrizioni, attenendosi alle linee guida internazionali e realizzando monitoraggi specifici. Come quello avviato in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità in una serie di Pronto soccorso, dove è in atto il check degli eventi avversi legati ai farmaci. Quanto ai dati riportati dall’ultimo studio Arno, invece, i pediatri respingono decisamente ogni accusa di inappropriatezza. «In passato – ammette Saggese – registravamo grande facilità nella prescrizione di antibiotici. Ma negli ultimi anni il quadro è decisamente cambiato, nell’ambito del profondo mutamento culturale che caratterizza l’approccio alla medicina: sia i professionisti che le famiglie sono attentissimi a limitarsi nella somministrazione di pillole ai bimbi». «Tanto per fare un esempio – continua Di Pietro – l’antipiretico non viene prescritto al di sotto delle 38 linee e mezzo di febbre. E la formazione è continua: abbiamo appena deciso di inviare a tutti i nostri iscritti schede di aggiornamenti sulla farmacovigilanza». Resta il dibattutissimo tema degli psicofarmaci somministrati ai giovanissimi: «Un terreno scivoloso a cui va prestata massima attenzione – commenta Saggese -: a fronte di un reale aumento, tra bambini e adolescenti, dei problemi di salute mentale e di depressione, l’intera comunità medico-scientifica deve esercitare una continua sorveglianza sull’appropriatezza delle prescrizioni.


29/01/2007 Il Sole 24 Ore «Antidepressivi ad alto rischio» 
Sara Todaro
«Cure su misura non ce ne sono: per migliaia di minori i trattamenti con antidepressivi e psicofarmaci sono ad alto rischio ». Maurizio Bonati (Laboratorio materno-infantile del Mario Negri di Milano) e gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) hanno rilanciato l’allarme sul rapporto tra bambini e psicofarmaci proprio in occasione dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento UE sulle cure baby.
«Dal 2000 a oggi – spiega Bonati – il consumo di questi prodotti tra bambini e adolescenti tra 7 e 14 anni è più che triplicato. E gran parte dei 3omila ragazzi in terapia riceve cure “off label”, non testate per questi pazienti, col rischio di veder aumentare effetti collaterali gravi o gravissimi, come i disturbi cardiovascolari e l’induzione al suicidio». Le statistiche sono allarmanti: in Italia, su 1 milione e 5oomila minori tra o e 17 anni, assume antidepressivi il 2,2 per mille dei maschi e il 2,6 per mille delle femmine; il consumo aumenta tra gli adolescenti. Secondo un recentissimo studio dell’Oms nel resto del mondo non va meglio: soffrono di disturbi depressivi 4-8 adolescenti su cento. Le cure? Restano per adulti. «Solo di recente l’Emea (Agenzia Uè dei medicinali) ha riconosciuto l’indicazione pediatrica di un prodotto usato nella terapia, in corso di registrazione anche in Italia», dice il presidente dell’Iss, Enrico Garaci. Ma sugli altri fronti si naviga a vista: «C’è addirittura da far ordine nelle schede tecniche dei prodotti in commercio», sottolinea ancora Bonati, convinto che serve « un Registro nazionale e un piano terapeutico per tutti gli psicofarmaci somministrati ai minori». Il primo di questi Registri sarà inaugurato a febbraio, quando l’Agenzia italiana dei farmaci ( Aifa) dovrebbe dare il via libera al ritorno in Italia del metilfenidato (Ritalin), farmaco per il trattamento dell’Adhd (deficit di attenzione e iperattività) che riguarda in Italia tra il 2 e il 4% dei bambini in età scolare. L’annuncio ha fatto subito riesplodere le polemiche sui possibili abusi. «Il registro garantirà accuratezza diagnostica e appropriatezza: il farmaco potrà essere prescritto solo nei centri di riferimento indicati dalla Regione », assicura Stefano Velia (dipartimento farmaci dell’Iss). Ma Bonati spezza ancora una lancia a favore di pazienti e famiglie: «Le reazioni emotive derivano anche da carenze organizzative e politiche». «L’adolescente psichiatrico – conclude l’esperto – è terra di nessuno: i Piani sanitari nazionali e il Piano materno-infantile non se ne occupano; il Piano salute mentale vi dedica poca attenzione. E non c’è nessun sostegno alle famiglie che addirittura, da una Asl all’altra, rischiano di essere discriminate e di ritrovarsi costrette a sostenere il costo di costosi cicli di cura».


23/01/2007 Poco sonno rende iperattivi 
Dica33 Sito Web
M.M.
I bambini che in età prescolare soffrono di problemi di sonno, sono più predisposti a una diagnosi di disturbi del comportamento come l’Adhd. A dimostrarlo è uno studio australiano, pubblicato sulla rivista Pediatrics, che è stato condotto su bambini di 4-5 anni, un terzo dei quali affetti da lievi, moderati o gravi problemi di sonno. Il rischio è che questi problemi, peraltro facilmente curabili, influiscano negativamente su un alto numero di bambini, al momento del passaggio a scuola. E’ stato infatti dimostrato che i problemi di sonno nei bambini in età prescolare aumentano il rischio di problemi di comportamento e di scarse performance a scuola. Dunque i ricercatori hanno monitorato oltre 4mila famiglie, inserite in uno studio nazionale sulla salute dei bimbi. Circa il 20% dei bambini del campione era affetto da lievi problemi di sonno, mentre quasi il 14% aveva dai medi ai gravi problemi, come il risveglio durante la notte riscontrato nel 18% dei bambini e la difficoltà ad addormentarsi (13%). La ricerca ha dimostrato che i bambini con moderati o gravi problemi di sonno sono 12 volte più predisposti alla diagnosi di Adhd, rispetto ai bambini con un buon sonno.


19/01/2007 :Quando l’umore va su e giù 
Viver Sani e Belli
N.4 – 26 GENNAIO 2007
Devono comparire almeno cinque dei seguenti sintomi, che devono durare per almeno due settimane:
– umore depresso (a volte irritabile, a volte malinconico);
– diminuzione o perdita di interesse per le attività;
– calo del desiderio sessuale; disturbi del sonno;
– senso di stanchezza;
– riduzione dell’attività psicomotoria;
– autosvalutazione, senso di colpa, tendenza ad autoaccusarsi;
– indecisione, scarsa capacità di pensare;
– pensieri di morte e tentativi di suicidio;
– deliri e allucinazioni. Influenza la qualità della vita
È importante diagnosticare correttamente il disturbo bipolare, perché in entrambe le fasi può portare a comportamenti dannosi.
-» In fase maniacale, per esempio, la persona può avere un comportamento sessuale a rischio, assumere stupefacenti o alcol, compiere azioni illegali o pericolose, senza un’attenta valutazione delle possibili conseguenze negative.
-» In fase depressiva può, invece, tentare frequentemente il suicidio (basti pensare alla vita di Virginia Woolf e ai suoi numerosi tentativi di uccidersi).

In generale, il disturbo bipolare può incidere negativamente sulla vita sociale, familiare e lavorativa. I farmaci più efficaci in fase depressiva, di remissione da quella maniacale, si possono prendere i cosiddetti stabilizzatori dell’umore, di I generazione (come il litio carbonato, l’acido valproico e la carbamazepina) e di II generazione (la lamotrigina e la oxcarbamazepina). Questi farmaci, però, hanno un’azione lenta e possono provocare effetti collaterali, come disturbi renali.
• Gli antidepressivi, come la paroxetina, il bupropione e la fluoxetina, sono adatti per la fase depressiva se questa è accompagnata anche da attacchi di panico o da comportamenti ossessivi.
• Alla cura con gli antiepi- [i lettici rispondono positiva- § mente poche persone, quindi, non possono essere considerati validi per tutti. Gli antipsicotici atipici, come la clozapina, il risperidone e la olanzapina possono essere presi sia in fase maniacale sia in fase depressiva. Di questo gruppo, fa parte la quetiapina, una molecola in uso dal 1997 e approvata di recente dalla Fda americana (l’ente che si occupa della gestione dei farmaci) sulla base di uno studio (Bolder II, che ha coinvolto negli Stati Uniti 41 centri psichiatrici) appena conclusosi con risultati rassicuranti. Lo studio ha dimostrato, infatti, che la quetiapina riduce in modo significativo le manifestazioni del disturbo bipolare senza grandi effetti collaterali. II valore della psicoterapia Anche la psicoterapia rappresenta un valido aiuto per le persone che soffrono di disturbo bipolare. La cura, però, non ha tanto lo scopo di affrontare la malattia, ma svolge piuttosto un ruolo di tipo “psicoeducazionale” per il malato e per i suoi famigliari.
• La psicoterapia, che consiste in una serie di sedute da effettuare almeno una o due volte alla settimana da uno psicoterapeuta, ha l’obiettivo di rendere consapevole la persona malata su sintomi e decorso della malattia, obiettivi, durata e costi delle cure, prescrizione di farmaci specifici. • Inoltre, rappresenta un supporto per riconoscere le conseguenze della mancata adesione alle cure e per interpretare i sintomi del disturbo nel momento in cui una fase del problema sta virando verso il polo opposto. Antidepressivi e stabilizzatori dell’umore aiutano a curare il disturbo bipolare, così come la psicoterapia DEPRESSIONE disturbo dell’umore caratterizzato da tristezza cronica, problemi del sonno, scarsa stima di sé, disinteresse e pensieri negativi. MANIA fase del disturbo bipolare caratterizzata da euforia ed esaltazione. NEUROTRASMETTITORÌ sostanze che hanno la funzione di trasmettere al cervello gli impulsi nervosi provenienti dal corpo. Svolgono una funzione importante nella regolazione del tono dell’umore. fasi opposte tra le quali si alterna l’umore della persona affetta da disturbo bipolare.
Servizio di Roberto, Raviolo.
Con la consulenza della professoressa Donatella Marazziti, psichiatra, dipartimento di Psichiatria, neurobiologia, farmacologia e biotecnologie, università degli Studi di Pisa.


25-01-2007 FARMACI: MARTINI (AIFA),ENTRO FEBBRAIO REGISTRAZIONE RITALIN 
VELLA (ISS),INSIEME PARTE REGISTRO NAZIONALE CURE PER ADHD
(ANSA) – ROMA, 24 GEN – “Entro febbraio arriverà la decisione regolatoria per l’immissione in commercio e i criteri di rimborsabilità” del farmaco contro l’iperattività dei bambini, il metilfenidato (ritalin).
E’ quanto dichiarato dal direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Nello Martini, durante del convegno ‘Bambini e psicofarmaci’ in corso all’Istituto Superiore di Sanità (ISS). E’ inoltre pronto a partire, ha annunciato Stefano Vella direttore del dipartimento del Farmaco dell’ISS, subito dopo la registrazione dei due farmaci, il Registro Nazionale dei trattamenti farmacologici e non farmacologici per l’ADHD, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività che si stima riguardi in Italia circa l’1% dei bambini.
Il registro, ha spiegato Vella, servirà a prevenire l’uso improprio dei farmaci e ad inquadrarlo invece in un percorso assistenziale adeguato, evitando quindi l’eccessivo uso dei farmaci come avviene per esempio negli Stati Uniti. E’ grazie al lavoro congiunto del Dipartimento del Farmaco, dell’AIFA, delle Regioni, ha precisato Vella, che è stato possibile realizzare questo strumento di monitoraggio che rappresenta una rete di protezione per la salute dei bambini. In sintesi il registro si occuperà del monitoraggio dell’uso delle terapie, non solo del Ritalin ma anche di un altro farmaco registrato in Europa per mutuo riconoscimento. Il registro farà sì che la prescrizione dei farmaci avvenga solo nei centri di riferimento neuropsichiatrici regionali riconosciuti per l’ADHD; farà sì che la prescrizione avvenga solo nell’ambito di un percorso diagnostico e terapeutico a 360 gradi.
(ANSA).


25-01-2007 Pet-therapy Coccole & cura
Aspetti metodologici e benefici insorti nell’applicazione delle attività e terapie assistite con animali
Veterinaria – Anche in Italia le metodiche di cura per mezzo di animali da compagnia trovano i primi riconoscimenti ufficiali. Un’inchiesta dell’università di Bologna rivela come vengono praticate nel “pubblico”.
Mariapaola Salmi
Èstato un cammino di anni, lungo e difficile. Ora però la Pet Therapy, che in senso letterale significa “cura con l’animale da compagnia”, anche nel nostro paese sembra fare piccoli passi in avanti. A dimostrarlo, l’istituzione in Emilia Romagna di un Centro di referenza universitario e regionale per le attività e terapie assistite con gli animali (Ataa) e l’avvio, nella medesima regione, del primo censimento sulle iniziative terapeutiche e di sostegno che si avvalgono degli animali.
Impegnata nel non facile compito, la Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Bologna, in collaborazione con il Dipartimento di biologia cellulare e neuroscienze comportamentali dell’Istituto Superiore di Sanità. Stefano Cinotti, ordinario di clinica medica veterinaria e membro della sezione IV al Consiglio Superiore di Sanità, spiega il futuro del progetto, portato avanti con il contributo della Fondazione CarisBo: “L’importanza della Pet Therapy è nota, tuttavia in Italia il lavoro si basa su tanta passione e ancora poca scientificità. Numerose le iniziative sorte ovunque negli ultimi anni: alcune utili, altre meno. Conoscere le strutture coinvolte, il profilo degli operatori, il percorso formativo degli animali e la tipologia degli utenti ci aiuterà a inquadrare la realtà regionale in previsione di un censimento sul territorio nazionale”.
I primi risultati dell’indagine disegnano uno spaccato incoraggiante: operatori con titoli, certificati e qualifiche rilasciate da Siua, Aiuca e Delta Society; bambini, giovani adulti e anziani la popolazione trattata; cani, provenienti da canili e allevamenti amatoriali, educati e addestrati. Numerose le patologie: tra esse, sindrome di iperattività, deficit di apprendimento, Down, disturbi del linguaggio di vario grado fino all’handicap fisico e motorio, al disagio psichico, all’autismo, alla demenza senile precoce e all’Alzheimer. La Pet Therapy è entrata ovunque: ospedali, scuole di vario grado, centri residenziali, case-famiglia. L’impressione, ascoltando i tanti veterinari, educatori, medici, psicologi e insegnanti che da tempo se ne occupano, è che le iniziative siano tante un po’ ovunque, ma che a mancares sia una legge nazionale che la ufficializzi, – quella proposta nel 2001, poi trasformata in Decreto legislativo dal ministro Sirchia, intenzionato a fare della Pet Therapy una attività rigorosa e scientifica, giace in Parlamento. Intanto, un esempio positivo arriva dal Veneto che con la legge 3 del 2005 finanzia, promuove e forma operatori e ricerche per la Pet Therapy.
Manca poi la professionalità. “Oggi è di moda la relazione con l’animale, “tanto male non fa”, ma anche questa”, dice Marcello Galimberti, presidente dell’Associazione italiana uso cani d’assistenza, “è un’illusione perché le buone intenzioni non danno sempre buoni risultati. La Pet Therapy si basa sulle emozioni che la persona vive nel relazionarsi con l’animale”. Infine non c’è ancora un linguaggio univoco e una collaborazione tra quanti si occupano di Pet Therapy. “Intanto non dovremmo più parlare di “utilizzazione” dell’animale, termine che cela una chiara strumentalizzazione. Il cane, il gatto, il cavallo sono soggetti di relazione”, afferma lo zooantropologo Roberto Marchesini, “in quanto tali, qualunque sia la modalità delle attività (affettivaemozionale, stimolante, ludica), gli animali condividono la reciprocità della relazione con l’uomo”. Altro problema i ruoli e le competenze delle figure professionali coinvolte. Insomma la strada è ancora lunga.