La difesa del soggetto psichiatrico nel procedimento penale


Relatore: Gianluca Varraso, gianluca.varraso@unicatt.it
Avvocato, Professore Ordinario di Diritto processuale penale e di Diritto penitenziario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

L’esigenza di assicurare, nel procedimento penale, le fondamentali garanzie di difesa personale e tecnica (artt. 24, 111 Cost. e art. 6 CEDU) non può ignorare le condizioni soggettive dell’accusato e della persona offesa, soprattutto in presenza di patologie definibili come psichiche. Da qui, l’opportunità di specifici protocolli difensivi per la tutela nel procedimento penale dei soggetti “psichiatrici”.

L’imputato affetto da patologie psichiatriche potrebbe addirittura non essere in grado di partecipare con piena consapevolezza al processo, ancor prima di poter ottenere il riconoscimento in sentenza della propria malattia, ai fini dell’assoluzione o di una diminuzione di pena. Spetta, anzitutto, al difensore vigilare affinché tale stato patologico venga conosciuto dall’autorità procedente, profilo essenziale anche nell’ottica di garantire che eventuali misure limitative della libertà personale siano conformi alla sua situazione personale.

Così, l’approfondimento dei meccanismi di protezione dell’offeso vulnerabile a causa di fragilità psichica (art. 90-quater c.p.p.), consente di elaborare soluzioni volte a evitare che la partecipazione al procedimento si traduca in fenomeni di vittimizzazione secondaria o ripetuta per tale soggetto.


Buona visione del video di “La difesa del soggetto psichiatrico nel procedimento penale”:
https://youtu.be/q-Wb9ofYxbs

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